Mastodon - Live @ Alcatraz
26/01/12 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Alberto Battaglia
Pogare su tempi sincopatissimi? Sì, coi Mastodon si può. Perdonate magari la frivolezza dell'immagine, ma dalla parte del pubblico sembra che ieri sera tutto abbia funzionato alla perfezione: show da manuale. Ma a dire il vero qualche perplessità l'avremmo, forse perchè le aspettative erano grosse, forse perchè ad una band così noi si chiede di farci godere più e più volte.

La forza dei Mastodon parte innazitutto dal cervello: la composizione dei brani è di per se stessa spesso stupefacente, non solo per abilità tecnica, ma anche per atmosfera e originalità. Anche se molti non lo vedranno come un problema la natura essenzialmente cerebrale di molti pezzi dal vivo non coinvolge fino in fondo. Va detto che l'aspetto dei suoni ieri ha avuto qualche pecca: a tratti gli strumenti suonavano troppo confusi, con un acustica non ottima, e probabilmente questo influisce non poco. Infatti le superbe scale chitarristiche a due voci che caratterizzano tanto il sound dei Nostri se non risuonano cristalline perdono metà del proprio potenziale. Ma al di là del lato tecnico legato a ieri sera è la natura "sincretica" dei brani a fare uno strano effetto: da un lato c'è la ricerca progressive, dall'altro la cupezza sludge alternata a sfuriate d'ascendenza hardcore; tutto questo è ciò che il fan dei Mastodon giustamente si aspetta, però da un occhio più distaccato ci si trova in dubbio sul tipo d'approccio d'ascolto: un ascolto serio e attento o abbandonato ed emotivo? I Mastodon puntano su entrambi i fronti, il che può essere tanto una virtù quanto un limite, dipende dai gusti. Certo è che comunque li si voglia prendere sembra un peccato sia stare solo fermi ad ascoltare, sia perdersi le loro acrobazie perchè troppo impegnati nel baccanale di spinte e urla. Se, invece, la domanda fosse solo come se la cavano dal vivo allora sia chiaro che i quattro di Atlanta confermano appieno le qualità mostrate su disco: particolarmente dotati il batterista (che ha un personale stile di derivazione jazzistica, dal tocco molto agile e mai scontato) e i due chitarristi, così affiatati da sembrare una cosa sola; mentre meno convincenti le voci e il basso. Il bassista Troy Sanders, simpatico bifolco arruffone, è però l'anima della presenza scenica della band.

Questa serata ci ha fatto conoscere le potenzialità dell'ultimo loro lavoro: "The Hunter". Almeno un paio di brani da esso estratti entreranno probabilmente tra i più trascinanti dal vivo, proprio perchè nell'ultimo disco i Nostri hanno deciso per un approccio più lineare e facile che dal vivo incoraggia un po' di sana dissennatezza. Fra questi pezzi rientrano "Black Tongue", al confine tra Metallo e Rock, ma anche di più l'irresistibile riff alla Melvins di "Curl of the Burl", forse il brano orecchiabile che mancava al repertorio della band. Non sarà come l'inarrivabile "Leviathan" (capolavoro di tutti i '00s), ma comunque una prova riuscita questo "The Hunter", culminata nella scelta (singolare) di concludere con "Creature Lives", quasi un coro da stadio che farà alzare il sopracciglio di molti. Anche se il culmine del coinvolgimento arriva poco prima, con l'esecuzione della superba "Blood and Thunder", forse la sintesi più felice delle loro migliori qualità.

Complessivamente si può tranquillamente uscirne soddisfatti perchè, in fondo, dal vivo i Mastodon sono grossomodo quelli che conoscete già su disco. C'è che chi non ha bisogno di soprese per divertirsi.


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