RockIsland Festival 2012
28/06/12 - Area Feste ed Eventi, Bottanuco (BG)


Articolo a cura di Fabio Rigamonti
Gareggiare contro la nazionale non è certo facile…e, difatti, mi sa che hanno vinto loro. Comunque, speriamo che per voi questo concerto sia un’occasione buona per festeggiare questa vittoria!

Con queste parole il bassista dei Giardini Di Mirò, Mirko Venturelli, introduce il live della band emiliana. Oh, com’è in effetti diversa l’atmosfera che si respira in questa serata dell’edizione 2012 del Rockisland, oramai uno dei più importanti festival di alternative rock orobici, un ambiente ben diverso da quello che, l’anno scorso, animava la serata dedicata ai Verdena. Complice la semifinale degli Europei Italia-Germania, giovedì scorso i post rockers italiani per eccellenza si sono trovati di fronte a condizioni certamente non favorevoli.

Iniziamo col dire che il calcio già remava contro al supporting act di Andrea Van Cleef e la sua band, costretti dapprima ad un set acustico per una dozzina di persone ricavato nell’intervallo tra il primo ed il secondo tempo della partita (dove tutti erano comunque troppo impegnati a commentare quanto visto fare dalla nazionale di calcio), salvo quindi dedicarsi ad un set maggiormente elettrico al termine dell’evento sportivo, quando una buona percentuale delle persone – quelle che non erano affatto interessate alla natura musicale dell’evento ma solo al megaschermo sotto il tendone - aveva abbandonato il luogo della manifestazione. Ad ogni modo, l’alternative rock fortemente venato di progressive del funambolico ed intrattenitore – nonché vagamente tenebroso – Van Cleef ha saputo essere funzionale antipasto alla portata principale della serata, portando sul palco di Bottanuco una musica certamente non facile e digeribile in sede di primo ascolto live, ma certamente affascinante e carica di celebrale atmosfera.

Al termine dell’esibizione di Van Cleef, mi guardo intorno: i superstiti (della partita, mica dell’esibizione della band!) non sono in effetti poi molti, probabilmente non si arriverà oltre il centinaio, e c’è un rara atmosfera di tranquillità nell’aria. Si parla a bassa voce, ci sono sorrisi distesi, e l’erba è semplicemente troppo verde ed invitante per non sedersi, ed attendere il poco tempo che ci separa dall’esibizione dei Giardini Di Mirò in un clima di serenità e pace. E se è vero che questa non è certo una serata che verrà ricordata negli annali della storia della musica per affluenza massiva di pubblico, è certo che, nel momento in cui la band attacca con “Goodluck” tratto dall’ultimo, omonimo disco, si avverte immediatamente una sorta di silenziosa alchimia tra questo pubblico alternativamente partecipe ed una band che fa dell’atmosfera e dell’emozione il proprio portabandiera. E’ l’intimità di una situazione forse un poco surreale condivisa tra pochi, quella scintilla che ti fa capire che stai assistendo ad un evento davvero speciale in condizioni praticamente irripetibili. Speciale sin dall’inusuale scaletta, visto che i Nostri decidono di proporre per interno “Good Luck”, salvo quindi fare un balzo all’indietro nella loro discografia fino alle origini del loro caratteristico post-rock, concludendo, negli encore (effettuati ad un orario folle per manifestazioni free open air di questo tipo…non ci stupiremmo se i ragazzi del RockIsland abbiano sentito qualche ramanzina dalla popolazione di Bottanuco…), su una distorsione lunghissima, di quelle che ti attorcigliano tutte le interiorità del tuo animo emotivo e che, silenziata all’improvviso, ti fa balzare in piedi ed applaudire con sincera determinazione all’esecuzione davvero intensa e sincera dei Giardini Di Mirò. Perché durante l’ora e mezza di questo concerto avevi di fronte una band in grandissima forma, impegnata in un’esecuzione tecnica perfetta ma non sterile, in cui la musica sapeva davvero trascinarti in un posto lontano: persino l’ultimo nato in studio, su cui imperversano le polemiche critiche sulla sua eccessiva faciloneria e semplificazione strutturale, in sede live acquisisce un carattere speciale e distintivo.

Onore al merito anche all’organizzazione del Rockisland, che ha portato nei pressi dell’area sportiva di Bottanuco un palco enorme e dotato di set luci e casse di prim’ordine – praticamente perfetta la resa sonora di tutto l’evento musicale, nonché di una cucina ottima nella qualità a prezzi autenticamente ragionevoli. Quindi sì, certo: avrà pur vinto la nostra Nazionale la semifinale degli Europei di calcio, ma è certo che né le band né lo staff a corredo hanno perso alcunché. Semmai, ci hanno rimesso solo coloro che non si sono lasciati avvolgere dalla magia del live dei Giardini Di Mirò, abbandonando – è davvero il caso di dirlo – il campo. E’ un peccato, perché si sono persi qualcosa di speciale…


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