Rock Oz’Arene - Gotthard
03/08/12 - Arena romana, Avenches (Canton Vaud)


Articolo a cura di SpazioRock

Articolo a cura di Riki Braga

La veduta dell’arena risalente all’epoca romana è mozzafiato: già dalle 18:00 la gente si accalca all’entrata per guadagnarsi i posti migliori. Sì, perché stasera ci sono i Gotthard, ma soprattutto c’è lui, Nic Maeder, che per la prima volta si presenta “a casa sua”. Ed è subito annunciato il sold out per 12000 presenze: casse chiuse e chi c’è, c’è. L’attesa, come da programma, è accompagnata da un gruppo inglese, i Black  Spiders, poi i nostri Gotthard e, infine, Alice Cooper. Ma già dal primo colpo d’occhio alla composizione del pubblico appare chiaro come il sole che tutti sono lì per loro, per i Gotthard e per Nic, il che fa passare tutto il resto quasi in secondo piano. Incredibile quante famiglie con bambini siano giunte per l’evento, ed incredibile quante persone indossino le magliette di Firebirth. Noi, i cosiddetti “ragazzi di Oggio”, ci siamo concessi il “lusso” di una maglietta ad hoc con la scritta “Oggio Knows the Point…G” e vediamo bambini e mamme guardarci come fossimo degli alieni o simili. Alle 21:30 precise un urlo esce dalla tastiera di Ernesto Ghezzi, seguito dal sound inconfondibile di “Re Leone” Leo, con un fuoco d’artificio di note precise, pulite quanto taglienti ed affilate come un rasoio. Bastano pochi secondi per capire subito che stasera  sarà un gran bel concerto. Pochi istanti ed arriva lui, Nic Maeder con Hena, Marc e Freddy, e l’arena esplode: ci guardiamo in faccia e capiamo subito cosa ci aspetta. Nic sfodera il suo miglior sorriso da quel simpaticissimo “piacione” quale è, sereno in volto e disteso come colui che sa esattamente come dirigere le cose, e subito prende in mano palco e situazione, denotando una sicurezza ed una prestazione vocale sorprendenti. Si addentra in pezzi che appartengono alla gloriosa storia dei Gotthard  come “Shangrila” e “Mountain Mama” per poi passare ad una toccante versione piano e voce di “One Life One Soul”. E qui il pubblico trattiene sì il respiro, ma non qualche legittima lacrima. Il concerto fila via come Leo prevede e provvede, con Marc e Freddy che lasciano quasi tutta la scena (chapeau) a Nic che stasera gioca in casa, davanti al suo pubblico. Ecco perché ci piace anche chiamarli i Signori del Rock.


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Passano anche i nuovi pezzi di Firebirth come “Remember It’s Me” per poi passare a “Starlight” fino ad una sublime versione di “Tell Me” con Leo (lungamente interrotto prima di poterla iniziare da una meritata quanto corale ovazione del pubblico) e con Nic alla voce. In questa occasione “Re Leone” e Nic, a nostro modesto parere, hanno offerto quanto di meglio si potesse dare: le note e gli arpeggi sembravano una cascata di stelle nella notte di S. Lorenzo, una più bella dell’altra come la voce di un Nic Maeder in grande spolvero. E prima dell’altrettanto storica “Mighty Quinn” arriva la sorpresina: sul palco entrano i suonatori di cornamusa per la strepitosa “Yippie Aye Yay” con tanto di alfiere e bandiera nazionale. Il brano sarà durato oltre dieci minuti ma a noi è sembrato durare pochi attimi, tanto era maestosa l’alchimia della musica rock dei Gotthard con l’innesto delle dinamiche irlandesi. Un’ora e quarantacinque passati in un baleno, ma denso di emozioni per aver ritrovato i Gotthard di sempre, anzi oseremmo dire ancor migliori per freschezza e bravura. Durante il meritato applauso finale scorreva in sottofondo “How Are You”, dedicata a Steve Lee. E ci spiace, per il pur sempre grande Alice Cooper, ma dopo i Gotthard un bel  pò di gente ha abbandonato le posizioni, e l’Arena è apparsa piena solo a macchie di leopardo, ulteriore conferma che stavolta a riempire l’Arena sono stati dei superlativi Gotthard ed un Nic Maeder in splendida serata. Con una forma come quella dimostrata questa sera, i Gotthard si meritano di diritto di essere gli headliner di qualsivoglia palcoscenico possibile. E scusate se è poco.

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