Band of Horses - Mirage Rock European Tour
04/11/12 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Alberto Battaglia

La Band of Horses ha tutte le coordinate a posto per funzionare, tanto oggi come all'epoca del loro debutto. Gli ultimi anni infatti hanno portato alla rivalsa country e folk nel mondo del rock, attraverso il successo sia degli Arcade Fire sia  dei Mumford and Sons oltre che di molte altre band come Fleet Foxes e Of Monsters and Man. Forse la levatura meno importante degli ultimi album non ha giovato ai cinque di Seattle, ma la loro resta tuttora una proposta quantomeno attuale.


Mentre su disco la loro forza sta nell' unire il carattere tradizionale e country a dense atmosfere intimiste, ora la principale notizia è che dal vivo, invece, i Nostri hanno dimostrato di prediligere le distorsioni agli arpeggi. Francamente anche troppo. Forse penalizza il risultato finale una resa sonora troppo invadente e sporca, non si sa fino a che punto voluta dalla Band. Certo è che un gruppo come loro, adatto agli "on the road" di maggior classe, poco s'addice a certe sfuriate sanguinanti di chitarra distorta. Ad ogni modo il risultato riesce spesso ad essere apprezzabile, soprattutto quando sono le ascendenze country ad emergere sul resto: ottima ad esempio "No one's gonna love you" resa in duo chitarra - voce, male invece l'idea di trasformare la pastorale "Neighbor" in una cascata noise. Il giudizio gravita intorno queste duplici considerazioni, ossia: bene presentare in sede live maggiore carica rock, male, però, svilire la dolcezza crepuscolare con il rumore. Difatti la presenza di tre chitarre elettriche dispiegate a tutta potenza può dare spesso l'esito indesiderato di appiattire tutto l'afflato di una canzone. Per fortuna qualche volta la scelta funziona e quella grinta tellurica trasporta lontano le emozioni del pubblico, specie durante i magnifici crescendi nel repertorio dei Nostri, come in una "The great Salt Lake". Pienamente positiva sarà, poi, la prestazione vocale: sebbene sia tutt'altro che agevole all'esecuzione essa avrà modo di svettare comunque sulla carica elettrica del complesso. A completare la tipica atmosfera della Band of Horses saranno le proiezioni naturalistiche alle spalle del gruppo:  comparirà addirittura anche il Duomo di Milano, ad omaggiare la località così ospitale nei loro confronti.

 
Il recupero delle radici tradizionali suona quindi molto efficace, ma la peculiare comunicativa del gruppo sentita sul registrato si perde un po' dal vivo, nella bruma dei decibel. Un maggior lavoro di gestione di piani e forti sarebbe preferibile a questo tipo di musica, che nasce più per contemplare ideali paesaggi che per scatenarsi fra la folla e la birra.




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