Gods Of AOR
28/11/09 - Barrio's Caffe', Milano


Articolo a cura di Marco Ferrari

Uno degli aspetti che sta maggiormente caratterizzando la scena rock e metal negli ultimi anni è, senza dubbio, un'estremizzazione di tutte le sue componenti. La spinta verso gli opposti non solo caratterizza la proposta stessa della musica, ma si concretizza in una netta distinzione che separa le poche band che raccolgono migliaia di fan  da un sottobosco, sconosciuto ai più, dove si annidano esempi squisiti di musica. Esaurita la forte spinta underground degli anni ’70 e ’80 durante i quali concerti e festival offrivano la possibilità a molti appassionati di scoprire nuovi talenti, anche la scena live ha subito le logiche di mercato iniziando a proporre innumerevoli festival l’uno fotocopia dell’altro e trasformando la vera natura del rock in uno spettacolo da vendere, ma fortunatamente, esistono ancora eccezioni.

Un esempio inequivocabile della mia dovuta introduzione è stato il Gods Of AOR, evento che,  giunto alla sua seconda edizione, ha raccolto alcune delle più interessanti realtà italiane di hard rock melodico e, senza avere come unico obiettivo quello di attirare folle oceaniche con nomi di richiamo, ha concentrato le proprie energie all’insegna della qualità.

Nell’accogliente location scelta per la manifestazione (il Barrio’s Caffè di Milano) il festival fortemente voluto da Paolo Morbini ed organizzato assieme alla Eobooking, non si è fatto mancare proprio nulla, a cominciare dalla presenza di Andrea Rock (nota voce di Virgin Radio) in veste di presentatore.


Il compito di aprire la serata è stato affidato ai The Satchurator che, come si può facilmente intuire dal moniker, hanno presentato cover del grande Joe Satriani, nelle quali il talentuoso chitarrista Tony P. ha offerto un piacevole antipasto della serata anche se non privo di qualche pecca.

La forte tendenza del festival nel favorire nuove ed interessanti realtà ha continuato con i Cayne, band dell’ex chitarrista dei Lacuna Coil Claudio Leo, che ha decisamente sorpreso i presenti con un set molto aggressivo, ma che non ha mai perso di armonia grazie alla stupenda voce di Giordano Adornato ed ai sorprendenti passaggi del violino di Giovanni Lanfranchi.

Parlando di AOR non si poteva, ovviamente, prescindere dal far salire sul palco cantanti di classe, ed è così che dopo la potente band milanese è stato il momento dei Second Sight di Titta Tani. Il gruppo genovese, forte di brani decisamente convincenti, ha reso onore alla sua crescente fama con una buona prestazione impreziosita dalla doti di un Titta Tani in ottima serata.

Si è giunti così alle portate principali della serata rappresentate da Elektradrive e MyLand, band estremamente diverse, ma unite da un unico filo conduttore: classe cristallina. Forte dell’ottimo “Living 4”, la band piemontese ha incantato grazie al suo sapiente mix agrodolce fatto di ottime melodie che si fondono con spigolose chitarre in un quadro dalle tinte appassionanti e che hanno  dato vita al migliore set della serata per una band da scoprire, ascoltare ed amare incondizionatamente.

La chiusura della serata è stata affidata ai MyLand che hanno riproposto tutti i migliori momenti della propria discografia a partire dall’ultimo nato “No Man’s Land”. L’esecuzione della band è stata precisa ed entusiasmante grazie soprattutto alla chitarra di Hox Martino ed alla grande voce di Franco Campanella, vera rivelazione della serata.


L’unica cosa che mi sento di aggiungere è un personale plauso alla sincera passione per la musica, unico e vero motore che permette l’organizzazione di queste manifestazioni che, ad un prezzo risibile (10 euro), ci ha donato bei momenti e ci ha permesso di (ri)scoprire perle un po’ troppo nascoste.




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