Metalitalia Festival 2013
10/05/13 - Live Club, Trezzo sull'Adda


Articolo a cura di Luca Ciuti
Ebbene sì, c’eravamo anche noi. Per la seconda edizione del Metalitalia Festival, SpazioRock ha indossato i panni inediti di osservatore speciale. L’obiettivo era valorizzare un evento per cui il nostro magazine figurava fra i partner e non per caso, perché in un’Italia che con un colpo di penna cancella festivals decennali, di evento vero e proprio si trattava. In tutta sincerità occorre anche ammettere che promuovere un festival nello scenario attuale è una questione di cuore, che va ben oltre i mezzi (economici) di cui si dispone. La prima edizione del Metalitalia Festival aveva stupito non solo per la qualità del bill, ma anche per l’atmosfera elettrica che si respirava quel giorno, e chi scrive ve lo può confermare. E’ quel qualcosa che nessun budget può comprare e quando si riesce a percepire è in grado di fare la differenza.
 
Per l’edizione 2013 le aspettative erano altissime e gli amici di Metalitalia non si sono certo fatti cogliere impreparati. Un succulento cartellone di oltre tredici bands, un metal market fornitissimo e allargato, un’area meet n’ greet, il gradito DJ set post concerto, insomma, c’erano tutti i presupposti per bissare il successo dell’anno passato. Passando al lato prettamente artistico, non erano pochi i motivi di interesse a partire dai nostrani Icy Steel con l’ex Manowar Rhino dietro le pelli, i Vicious Rumors con James “prezzemolo” Rivera alla voce, lo special show dei Sadist con l’orchestra e soprattutto, autentica chicca, gli Uriah Heep e il loro “Special Month Tour” con John Lawton dietro i microfoni. Altrettanto degno di nota è il nutrito numero di bands italiane presenti, ben quattro sul totale, come dire Metalitalia di nome e di fatto!
 
La maratona è piuttosto impegnativa e ha inizio già all’ora di pranzo, quando i norvegesi Tantara aprono la kermesse. Tocca a Furor Gallico, Hellstorm, Icy Steel e Torture Squad il difficile compito di scaldare una platea forse più sorniona del solito. Sarà il meteo ballerino o chissà cos’altro ma l’atmosfera non è stata esattamente quella dello scorso anno, almeno per una buona metà del festival. Pubblico più statico e a tratti distratto, forse anche stanco per la rapida successione dei tanti gruppi presenti. E’ solo con le esibizioni di Gama Bomb e Schizo che si entra nel vivo grazie due bands che sanno come movimentare l’ambiente e che accendono i primi poghi convinti della giornata.
 
Da qui in poi la strada è tutta in discesa ed è tutta ad appannaggio delle vecchie glorie: i Demon regalano un eccellente show di pezzi classici e repertorio recente, gli Artillery si ripropongono con un cantante nuovo di zecca dall’ottima presenza scenica. Non un attimo di respiro con i Vicious Rumors, storici alfieri del power metal made in USA che spianano la strada alla parte alta del tabellone. C’era molta curiosità per lo special show dei Sadist che ha il sapore autentico della sfida.  Non si può certo dire che sia mancato il coraggio alla band genovese, nel riproporre “Above The Light” accompagnati da un quartetto d’archi. Grida vendetta il set crudelmente tagliato sull’ultima canzone per motivi di tempo, unico neo di una performance sontuosa. Degna di nota anche l’esibizione dei Destruction, paragonabili ad una autentica colata di cemento calata con precisione chirurgica sopra una platea ora calda e partecipe a dovere. Valore aggiunto dell’esibizione di Schmier e soci l’ottima acustica e un light show di prim’ordine, due elementi che con l’esibizione del trio tedesco toccano il loro picco qualitativo.
 
Non meno particolare l’esibizione degli Uriah Heep, tante facce attempate fra il pubblico ma anche un numero consistente di giovanissimi desideroso di vederli all’opera in un altro show evento di questa giornata. La notizia è il ritorno temporaneo di John Lawton, primo sostituto in ordine di tempo di David Byron, che sul finire dei ’70 ha pubblicato con la band tre lavori eccellenti. Un’operazione dettata più che altro dagli eventi, viste le condizioni di salute non al top del singer Bernie Shaw, mentre poco spazio mediatico è stato dato all’altro grande assente, il bassista Trevor Bolder, colpito da un tumore al pancreas e a quanto pare in via di riabilitazione in vista della partecipazione al Download Festival a giugno. Nella speranza che tutto vada per il meglio, abbiamo registrato la presenza alle quattro corde di Dave Rimmer, la cui silhouette decisamente più metal oriented spicca in mezzo alle facce attempate di Mick Box e soci. Fatte le dovute premesse, va detto che l’esibizione degli inglesi ha un sapore tutt’altro che nostalgico. Gli Heeps suonano ancora a trazione anteriore come dimostra l’attacco di “Against The Odds”, e accanto a cavalli di battaglia come “Look At Yourself” , “July Morning” (semplicemente un brano senza eguali) e “Gipsy” qualche estratto dall’era Lawton come “Simpathy” e “I’m Alive”. Lawton è l’ennesimo testimone di una generazione che aveva nel sangue il calore del blues, un’alchimia che si fonde perfettamente nella musica dei seventies e che rimane senza eredi ancora a distanza di anni. Tocca a “Easy Livin” chiudere una kermesse che anche quest’anno, pur con un pizzico di euforia in meno, si è guadagnata meritatamente tutte le attenzioni del caso.
 
Dare giudizi é un’operazione scomoda, in un paese in cui tutti sono allenatori, primi ministri e all’occorrenza, promoter di professione, SpazioRock fa un passo indietro nel rispetto dei rispettivi ruoli. Una cosa è certa: per stimolare l’appetito degli appassionati serve un menu speciale che vada oltre la solita minestra, questo gli amici di Metalitalia l’hanno capito, memori di un’esperienza concertistica lunga anni anche fuori dai nostri confini. Onore al merito degli organizzatori dunque (inclusa la Eagle Booking, altra partner dell’evento) per aver saputo intercettare tutte queste bands con l’intenzione di proporre qualcosa in più rispetto alla solita sequenza di nomi, più o meno noti, in rapida successione. La formula è quella giusta, basta solo dosarla con l’opportuna attenzione.



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool