Get Rythm
12/03/10 - Live Club, Trezzo d'Adda


Articolo a cura di Fabio Rigamonti

Quando sono arrivato alla prima delle due serate in programma al Live di Trezzo e tutte dedicate alla musica Rockabilly, onestamente non sapevo cosa aspettarmi.


Vi dirò immediatamente quello che ho trovato: un mondo itinerante, in cui la manifestazione in programma al Live, dal nome di Get Rythm, non era altro che un infinitesimo frammento di una costellazione di avvenimenti simili, sparsi in lungo ed in largo per l’Europa, ognuna delle quali con un proprio codice etico di comportamento.

Esatto, proprio l’etica comportamentale del pubblico è stata la prima cosa ad affascinarmi una volta giunto presso il locale: un pubblico estremamente eterogeneo per caratteristiche macroscopiche (età, nazionalità, sesso), ma tutti accumunati dalla passione per gli anni ’50 che trapelava dalla testa – con capelli rigorosamente cosparsi di brillantina in acconciature decisamente tipiche – ai piedi delle scarpe a punta in stile Elvis Presley, per non parlare dei tipici atteggiamenti da bulli&pupe che trasparivano in ogni minimo gesto, persino la camminata.
Per ingannare l’attesa dei concerti previsti per la serata, presso il Live sono state allestite numerose bancarelle con merchandise che sembrava uscito direttamente da una capsula temporale sepolta per oltre 50 anni, un’esposizione di auto e moto d’epoca, un bar completamente rinnovato nelle proposte dei beveraggi per essere aderente all’atmosfera.

get_rythm_5_2010_01Fortuna che queste “distrazioni” erano presenti, visto che la serata è partita con un’ora abbondante di ritardo sul programma. Causa defezione del gruppo inglese “Slim Sleepers And The Sliders” per impegni lavorativi della band, il bill della serata ha visto un deciso ampliamento del tempo a disposizione dei rimanenti due gruppi: i tedeschi The Bricats ed i portoghesi Tennessee Boys.
Sull’esecuzione dei primi, devo dire che era troppo ancorata verso il lato elegante ed un poco stucchevole del rockabilly: il trio tedesco, difatti, si esibisce in un’esibizione formalmente perfetta, ma che nulla lascia presagire del successivo momento di nascita del rock’n’roll che sarebbe poi esplosa con Elvis Presley e tutto ciò che la storia ci ha insegnato.
Situazione ben diversa per quanto riguarda i Tennessee Boys: grazie ad un sapiente innesto di chitarra acustica oltre ai classici contrabbasso, piatto & tamburo e chitarra elettrica, questi signori del rockabilly, da poco ritrovatisi, pendevano maggiormente verso un rock dal forte sapore country: ancora decisamente classico per orecchie non abituate alla proposta, ma sicuramente più energico e convinto rispetto all’esibizione dei tedeschi.

Il pubblico, ad ogni modo, per quanto scarsamente presente, era sinceramente entusiasta: si è lanciato in balli tipici fin dal dj-set che precedeva l’esibizione delle band (dj-set, ovviamente, tutto a base di musica rigorosamente ‘50s).
Il locale, al solito, si è dimostrato perfetto nella resa di luci e suoni, ma dal Live è oramai consuetudine aspettarsi il meglio.
Per quanto mi riguarda, invece, concludo dicendo che l’esperienza è stata interessante e formativa non solo perché ho scoperto, se volete, il brodo primordiale da cui è scaturito, per evoluzione, quel Rock di cui noi vi forniamo uno Spazio con panoramica a 360° sul web, ma anche perché ho scoperto una sub-cultura estremamente fiorente, dotata di proprietà di linguaggio, gesti e codici propri che ero solito ignorare fino a ieri.


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Si ringrazia Michela Cortinovis per il materiale fotografico.




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