Gem Boy + Cristina d'Avena - Tra sogno e realta'
27/03/10 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Gaetano Loffredo

No, non è uno pesce d’aprile, al concerto di Cristina d’Avena ci siamo stati davvero: un po’ per curiosità, un po’ per rivivere trent’anni di musica che ci ha accompagnato nella fase pre e post adolescenziale, un po’ per vedere all’opera il “demenzial Rock” dei Gem Boy e un po’ per goderci un concerto in totale spensieratezza. I motivi per partecipare ad un evento simile, come avrete intuito non mancavano; tutto esaurito l’Alcatraz del palco B, presenti per lo meno un paio di migliaia di teste per un’età media elevata. I parcheggi esterni presi d’assalto, all’interno l’atmosfera è alimentata da gente agghindata a tema, abbiamo perciò incontrato qualche Mirko dei “Bee Hive”, qualche Johnny di “E’ quasi magia Johnny!”, qualche Creamy de “L’incantevole Creamy”, e un paio di Emi da “Magica, magica Emi”.


Alle 22.30, sulle epiche note di “Robin Hood” si aprono le danze, ingresso dei Gem Boy tra gli applausi, ma memorabile è l’ovazione per la beniamina Cristina d’Avena che si distingue si da subito per una prova vocale perfettamente aderente a quelle che sentiamo in TV.
La scaletta rilancia in successione canzoni indimenticabili, da “E’ quasi magia Johnny!” ad “Alvin Rock ‘n Roll”, da “Memole” a “Pollon”, da “David Gnomo” (con l’aiuto dei Gem Boy è quasi diventato un brano dei Rhapsody Of Fire) a “Occhi di Gatto”. La risposta del pubblico è straordinaria, esagerata, un coro lungo due ore che ha persino commosso la protagonista sul palco, stupita quando il brano “Vola Mio Mini Pony” è stato trasformato in un’ode al punk rock con pogo annesso. Molto meno convincente il resto del gruppo sui rispettivi strumenti, tra i quali si è distinto il solo Carlo Sagradini al microfono nei continui duetti con Cristina e nelle canoniche scenette demenziali, gratificante il medley acustico di altri grandi classici e poi via con “Mila e Shiro”, “Lady Oscar”, “Holly e Benji”, “Pollyanna” nelle versioni originali. Nella setlist sono rientrati tre soli brani dei Gem Boy, segno che si è deciso (con criterio) di puntare tutto sulla “sirena del cartoon”.


Un concerto simpatico e divertente, un concerto vissuto in simbiosi con una voce entrata nei cuori della gente semplice, un concerto che ci riportati indietro nel tempo. Vi lascio, come di consueto, alla fotogallery dell’evento in esclusiva per il nostro portale, ringraziamo pertanto Shining Production, la band e l’Alcatraz di Milano per averci concesso, pochi minuti prima dell’inizio del concerto, il permesso di piazzarci nel pit per il servizio.




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