Litfiba - Reunion Tour 2010
16/04/10 - Mandela Forum, Firenze


Articolo a cura di Andrea Mariano
Sold Out. Sold Out. Sold Out. Sold Out. Sold Out. Cinque date programmate ad Aprile, tutte esaurite in breve tempo, senza bisogno di troppa pubblicità. Tutto questo indica in maniera inequivocabile che il ritorno del duo Piero Pelù / Federico “Ghigo” Renzulli, al timone dei Litfiba, ha suscitato la curiosità degli appassionati e ridestato la speranza dei fan di vecchia data di tutt’Italia (e non solo), pronti a tornare a bordo del vascello della rock band fiorentina.


Dopo Milano (12.000 spettatori circa), il mini tour giunge il 16 Aprile al Mandela Forum di Firenze, di fronte al quale già alle 14:00 erano appostate una cinquantina di persone. Tra qualche goccia di pioggia e una chiacchierata, alle 18:30 si aprono i cancelli ed inizia la corsa verso il parterre, dove vien guadagnata con una certa soddisfazione la prima fila, esattamente davanti alla postazione di Ghigo sul palco.

L’attesa non è ancora finita, tuttavia il tempo scorre più velocemente e con una mezz’ora di ritardo rispetto le iniziali 21:00 si spengono le luci ed il concerto ha inizio. Prima ancora che i musicisti prendano posizione, le 7000 presenze si fan subito sentire, ed un boato esplode quando compaiono Ghigo e Piero, che prima scatta una foto al pubblico, poi a lui stesso e l’amico ritrovato con alle spalle la folla più che fomentata. Il frontman da il benvenuto agli “spiriti liberi” nello “Stato libero di Litfiba”, e si parte in quarta con il trittico “Proibito”, “Resta” (con arrangiamenti fedeli alla versione “17Re”) e Cangaceiro (equilibrata, ma comunque molto energica): grandissima energia, il pubblico apprezza e si dimena senza risparmiarsi, salvo poi avere un attimo di quiete con “Paname” e “Bambino”, quest’ultima dedicata al Papa “quando ancora era bambino”.

La percezione immediata che si ha è quella che tra i due leader storici della band la tanto sbandierata intesa ritrovata è reale, vera: scherzano, si stuzzicano a vicenda, si cercano, si divertono, sorridono in maniera genuina, il tutto mentre anche gli altri membri iniziano ad interagire un po’ tra loro, segno che concerto dopo concerto il gruppo inizia ad avere una propria personalità e compattezza. Il veterano Daniele “Barny” Bagni al basso è una garanzia nella sezione ritmica, riesce nel compito di costruire un sound “pieno” e portante assieme alla batteria del preciso ed energico Pino Fidanza (drum set essenziale, ma compie egregiamente il suo dovere). Una nota di merito va al tastierista Federico Sagona, in arte “Sago”, il quale non si è limitato ad eseguire le parti un tempo di Aiazzi, anzi, nella maggior parte dei pezzi storici è riuscito a ricreare suoni molto simili agli originali, se non identici (in “Resta” il suono della tastiera è fedelissimo a quello del 1987, e a metà di “Lulù E Marlene” l’effetto è molto vicino a quello presente nella versione  studio del 1985).

Niente telecamere, se non un'apperecchiatura amatoriale dello staff del fanclub che discreta s’aggira per carpire le emozioni sopra e sotto il palco; l’impianto luci è impressionante, incrementa ottimamente il grande spettacolo già di per sé offerto dal gruppo e dai 7000 e più del Mandela Forum, che hanno cantato a squarciagola dall’inizio alla fine tutte le canzoni in scaletta, palesando in tal modo di apprezzare moltissimo il ritorno al passato che, una volta tanto, è da considerarsi una scelta giusta e fruttuosa. Stranamente buona, infine, l’acustica generale: è risaputo come nelle prime file non si riesca a cogliere perfettamente i suoni, ma in questo caso, pur con centinaia di watt a poca distanza, sono stato in grado di ascoltare ogni singolo componente per tutta la durata della performance (solo inizialmente la batteria era poco presente, ma il problema è stato risolto in pochi minuti), e dai video già apparsi in internet la situazione pare ottima anche nelle retrovie.

I 24 brani che compongono la scaletta sono stati scelti e disposti con cura: nella prima parte dello show momenti di pura energia non per questo meno emozionanti hanno per contraltare brani più lenti e d’atmosfera (“Il Volo”, “Sparami”), e ciò permette ai fan di riprendere fiato quanto basta per la successiva mazzata sonora. Nella seconda parte invece si rimane a livelli adrenalinici piuttosto elevati, persino sulle note di “Fata Morgana” non si riesce a star impassibili, solo con “Animale Di Zona” (regalo inaspettato per il sottoscritto) si riprende davvero fiato.

Pelù è in gran forma, non cerca inutili forzature nel cantare le varie “Dio” (ottimo riarrangiamento), “Tex” e “Ci Sei Solo Tu”, accompagna le canzoni ora con mimiche ipnotiche (“Fata Morgana”, “Sparami”, “Animale di Zona”), ora saltando ed agitandosi quando urla “Dimmi Il Nome” e la cattivissima “El Diablo” (con finale a sorpresa in cui sostituisce “6-6-6” con un “Rat-zin-ger!” che infiamma i presenti). Ghigo rimane la maggior parte del tempo nella sua posizione sornione, assorto e godente durante gli assoli; di tanto in tanto si avvicina a Piero, col quale scambia sguardi divertiti, o osserva felice i fan davanti a sé che gli strappano qualche risata sotto i baffi.

Un grande live da ben due ore e mezzo, in cui si sono ripercorsi molti tra i punti più alti e gloriosi della carriera dei Litfiba dal 1985 al 1997 (“Infinito”, ultimo album con Pelù, è stato giustamente estromesso), in cui l’energia della band e quella del pubblico è stata costantemente reciproca, senza un solo momento di stasi o di noia. Se proprio si vuol trovare un difetto nella performance, sinceramente non ho apprezzato la rivisitazione di “Ferito”, posta in coda a “Tex”: non ha nulla a che vedere con l’originale, e quel ridondante “dice-dice-di-di-dice-dice-duce-dice…” richiama una certa “Bomba Boomerang”, il che non è esattamente una buona cosa. Tuttavia è una citazione di una canzone all’interno di un’altra, quindi in futuro non è da escludersi un miglioramento di questa parte di un concerto che, altrimenti, risulta praticamente perfetto. In scaletta son stati sacrificati pezzi storici come “Eroi Nel Vento”, “Gira Nel Mio Cerchio”, “Apapaia”, “Istanbul” od “Ora D’Aria”, ma delle esclusioni eccellenti erano inevitabili: dinanzi ad un repertorio enorme, che copre oltre 20 anni di carriera, è impossibile inserire ogni singolo classico. Ad ogni modo il tour estivo prevederà una scaletta diversa, le grandi escluse potrebbe quindi essere ripescate.

In coda devo purtroppo riportare l’unica vera nota negativa della serata, che tuttavia non è dipesa né dagli organizzatori, né dallo staff, né tantomeno dalla band: alcuni idioti (sei, otto persone), da quanto ho capito ultras viola, si sono presentati al concerto in stato chiaramente alterato, con il solo intento di dar fastidio in tutti i modi a chi invece era intento a godersi il concerto. Dopo il live, addirittura, un ragazzo è stato picchiato perché indossava una felpa della Roma. È davvero triste sapere che in giro c’è gente di livello così infimo che fa di tutto per rovinare una serata altrimenti memorabile.

Ad ogni modo, grandi Litfiba, i veri esponenti del rock italiano son tornati alla grande; non potevamo veramente aspettarci di meglio!

E, citando Pelù nelle battute finali, “lo spettacolo deve ancora cominciare!”.

Setlist:

01. Proibito
02. Resta
03. Cangaceiro
04. Paname
05. Bambino
06. Il Volo
07. Sparami
08. Lulù E Marlene
09. Dio
10. Spirito
11. Tex
12. Ferito/Tex
13. Fata Morgana
14. Animale Di Zona
15. A Denti Stretti
16. Cuore Di Vetro
17. Gioconda
18. Ritmo #2
19. Ci Sei Solo Tu
20. Maudit
21. Dimmi Il Nome
22. El Diablo
23. Lacio Drom
24. Lo Spettacolo




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