Accept - The Rise Of Chaos Tour 2018
23/01/18 - Live Club, Trezzo Sull' Adda


Articolo a cura di Luca Ciuti
Fa freddo, fuori dal Live Club di Trezzo sull'Adda. Siamo a ridosso dei  "giorni della merla", quelli più freddi dell'anno, secondo la tradizione. Sarà per questo che anche dentro il locale la temperatura salirà con molta fatica, sebbene a presenziare siano tre band di tutto rispetto. La stagione concertistica milanese riparte alla grande dopo le feste natalizie con la data degli Accept a supporto del recente "The Rise Of Chaos"; il 2017 della band tedesca è stato molto intenso, la nuova release è stata preceduta dal DVD "Restless & Live", senza dimenticare il concerto in pompa magna di Wacken e la chiusura con un acclamato tour in Sud America. Tocca ora al vecchio continente tastare il polso alla band e al nuovo materiale che pur assestandosi su un buon livello, sembra aver lasciato piuttosto freddo quello stesso pubblico che aveva decretato il trionfo di "Blood Of Nations" e "Stalingrad". Anche il pubblico di stasera si dimostrerà nel complesso meno  ricettivo di altre volte, per tutta una serie di motivi che per il momento non andremo ad affrontare.

Tocca ai nostrani In.Si.Dia aprire le danze in questa gelida serata; un nome storico quello del combo thrash bresciano, recentemente approdato alla Punishment 18 Records con un disco nuovo di zecca. "Denso Inganno" è il terzo capitolo di una carriera iniziata quasi trent'anni fa, interrottasi a metà degli anni '90 dopo due dischi di grande valore storico per il metal tricolore e solo di recente tornata in auge. Sequenze di riff massicci accompagnano uno dei migliori esempi di thrash nostrani, col valore aggiunto di essere cantati in italiano. La platea è quella di un opening act del martedì sera, giusto lo spazio di poche file e fra le più fredde che si ricordino a memoria d'uomo, al punto di lasciar partire a malapena gli applausi di rito fra un pezzo e l'altro. Il combo bresciano meritava senz'altro una cornice più stuzzicante, ma l'obbiettivo di alzare la temperatura del Live Club viene centrato tutto sommato senza problemi. La band riesce persino ad essere toccante con l'esecuzione di "A Causa Tua", estratto del nuovo album e dedicato alle vittime di violenza privata. Metallo che scalda il cuore e le menti, bravi.
 
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Alle 20:30 tocca finalmente ai californiani Night Demon, esponenti di punta della cosidetta New Wave Of British Heavy Metal Revival. Siamo di fronte ad uno dei gruppi emergenti più chiacchierati degli ultimi dodici mesi e il motivo è semplice: non inventano niente, ma dalla loro musica emerge prepotente una spontaneità e un'energia con pochi eguali. Sono sufficienti le prime battute di "Welcome To The Night" per confermare tutti i feedback positivi ricevuti dalla band nelle varie polls di fine anno. Il pubblico gradisce ma resta in buona parte ancora sulle sue, atteggiamento che sembra condizionare sulle prime la band; l'adrenalina sprigionata da pezzi come "Black Widow" è della stessa qualità di quella di Iron Maiden, Saxon e Angelwitch cui la band si ricollega senza mezze misure. L'accenno di "Overkill" è invece il tributo al compianto Fast Eddie Clark, un breve cenno che apre le porte all'anthemica "Heavy Metal Heat" e a un'altra cover chicca come "Radar Love" dei Golden Earring. Un power trio che ha dimostrato di saper fare cose interessanti attingendo a piene mani dalla tradizione ma con una sincerità che getta letteralmente il cuore oltre l'ostacolo.
 
nightdemonreportint
 
Alle nove e mezzo spaccate, supportata da una scenografia di tutto rispetto che ricalca la copertina dell'ultimo "The Rise Of Chaos", gli Accept piombano sul palco sulle note di "Die By The Sword". Gli Accept, o se preferite la Wolf Hoffmann Band, perché è chiaro da subito che a dominare la scena è il pelato chitarrista: il fatto che il vocalist Mike Tornillo abbia un ruolo più defilato non significa che la macchina non giri a dovere. E' subito l'anthemica "Stalingrad" a convertire l'approccio di un pubblico ora trasformato, accorso qui di fatto solo per la band teutonica. Circa la metà dei brani in scaletta appartiene al nuovo corso della band, ma questo non compromette la marcia inarrestabile del cingolato Accept: brani come quelli citati, "Pandemic" e "Teutonic Terror" (finita dritta nei bis, al pari dei classici) non hanno niente da invidiare a quanto fatto con Udo, il pubblico riconosce, canta e ringrazia. Lo schema adottato dai "nuovi" Accept è concepito per valorizzare il talento del chitarrista di Magonza come mai prima d'ora. Al di là di qualche posa di circostanza, lo stile di Hoffmann rasenta la perfezione per il modo in cui concilia essenzialità, melodia e dinamica. Difficilmente lo sentirete piazzare una nota fuori posto, o sporcare il suono per nascondere le incertezze. Wolf è trasparente, chiaro, lucido come il suo sguardo e come le risposte che dispensa in sede di intervista, salta sulle casse spia come il più consumato degli showman assieme all'amico Pete Baltes dispensando smorfie e sorrisi da autentico mattatore. Quando giunge il momento del guitar solo le lancette tornano per un attimo al Wacken 2017 e a quell' "Headbangers Symphony" eseguita con la filarmonica di Praga: siamo fra Milano e Bergamo ma Hoffmann regala al pubblico del Live Club una spettacolare (e anche un po' tamarra) versione del Bolero di Ravel, e chissà in quanti avranno colto la citazione dei "Il Lago dei Cigni" nel cuore del bridge di "Neon Nights". "Princess Of The Dawn" e "Midnight Mover" sono pezzi da gotha dell'heavy metal ma, udite udite, la sorpresa si chiama "Objection Overruled", la title track di quel disco spesso ignorato del '93 che dal vivo si trasforma in uno spettacolare rock n'roll, intervallato da un fantastico botta e risposta fra Hoffmann e Baltes. La marziale "Teutonic Terror" e "Balls To The Wall" sono il sigillo di una band che si conferma autentica corazzata, il paradigma dell'heavy metal tedesco. Si canta ancora a squarciagola sulle note neoclassiche di "Bound To Fail" a chiusura del set, mentre la band si gode il tripudio conclusivo. Mentre la lista delle band prossime alla fine si allunga tristemente, gli Accept rappresentano ancora un porto sicuro per gli amanti dell'heavy rock classico. Non possiamo far altro che sperare di averli fra noi ancora per molto.
 
acceptreportint
 
Soltanto un appunto per il pubblico presente, per lo più non di primo pelo: d'accordo che domani si lavora, d'accordo che i vent'anni sono passati per tutti, però è davvero un peccato vedere una platea, spesso a braccia conserte, che a fatica restituisce agli artisti sul palco l'energia che riceve e che assiste a un concerto come se stesse guardando un DVD sul divano di casa. Sorvolando sulle note di colore (chi è assorto al cellulare, chi è lì per la rimpatriata con gli amici, e chi giunge a concerto inoltrato con lo sguardo spento), il pensiero medio sembra essere qualcosa tipo "domani si lavora, andiamoci piano" scaturito da un generale senso di colpa che ormai fa parte del nostro DNA. Divertirsi non è vietato, soprattutto quando gli anni passano. Una sana e liberatoria scapocciata infrasettimanale, dopotutto, non ha mai fatto male a nessuno e forse aiuta persino a vivere meglio. O no?
 
Accept Setlist
 
Die by the Sword
Stalingrad
Restless and Wild
London Leatherboys
Breaker
The Rise of Chaos
Koolaid
No Regrets
Analog Man
Final Journey
Shadow Soldiers
Guitar Solo (Wolf Hoffmann)
Neon Nights
Princess of the Dawn
Midnight Mover
Up to the Limit
Objection Overruled
Pandemic
Fast as a Shark
Encore:
Metal Heart
Teutonic Terror
Balls to the Wall 



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