Alt-J @ PostePay Rock in Roma
14/06/15 - Ippodromo delle Capannelle, Roma


Articolo a cura di Francesco Benvenuto

La rassegna musicale romana, targata PostePay Rock in Roma, ha preso il via nella giornata di ieri con il concerto degli Alt-J.


L'attesa fuori dai cancelli è resa piacevole da una temperatura calda ma ancor di più dai lunghi intervalli d'ombra in grado di donare un po' di refrigerio ai tanti fan in coda fin dal mattino. All'ingresso troneggia un cartello che riporta una delle novità del Rock in Roma 2015: i token per food and beverage. Tale metodo di pagamento, ampiamente utilizzato nei maggiori festival europei, è finalmente arrivato anche da noi sebbene le modalità di impiego siano sicuramente da perfezionare in quanto la validità del token risulti limitata al giorno d'acquisto.


Aperti i cancelli, puntualmente alle ore 18, ha preso il via la corsa dei fan verso il palco, posizionato a qualche centinaio di metri dall'ingresso. A differenza delle precedenti edizioni, stavolta il tratto erboso dell'ippodromo è stato coperto con una lunga passerella, magari proprio per agevolare la suddetta corsa ai fan ed evitare dolorosi cadute. Stupisce, dinanzi al palco, un'immensa pedana a fare da pavimento per i fan: un'innovazione probabilmente introdotta anche per facilitare le operazioni di pulizia post-concerto.


Come gruppo di apertura degli Alt-J, abbiamo trovato i Disco Zodiac, band romana vincitrice del "premio della giuria" nella precedente edizione del PostePay Rock in Roma. Durante l'ora di esibizione, iniziata per le 20:45, la band si è dimostrata capace di gestire anche il grande palco e relativa folla. Come dimostrato dal volume di applausi raccolto, la band indie-rock ha sicuramente scaldato gli animi.

 

Terminato il set dei Disco Zodiac, non si è dovuto attendere molto per l'arrivo degli Alt-J, avvenuto però con circa 15 minuti di ritardo rispetto all'orario stabilito. Sul palco si nota una particolare disposizione degli strumenti, allineati uno di fianco all'altro, compresa la batteria, a creare un "muro" umano, posizionato davanti la scenografia, composta da quattro lunghi monitor e tante, tante luci.


Introdotti da un'abbondante coltre di fumo, gli Alt-J iniziano il loro show con Hunger of the Pine. Da quel momento in poi non vi saranno più pause per la band inglese; tutte le 18 canzoni della scaletta verranno infatti eseguite ininterrottamente. Proprio questo sarà il punto di forza dell'esibizione grazie al quale il pubblico verrà mantenuto perennemente coinvolto, affascinato com'era dalla moltitudine di colori presente sul palco. Purtroppo è da notare un utilizzo spropositato dei bassi per quasi l'intero del concerto e in particolar modo per le prime canzoni durante le quali la voce del cantante Joe Newman è risultata pressoché inaudibile.


Non trascurabile il sospetto utilizzo di acidi, in stesura del primo disco, probabilmente all'origine anche delle combinazioni di luci e panelli luminosi alle spalle della band, effetti visivi in grado di proiettare il pubblico in un trip lungo un'ora e quindici minuti.


altjroma_giugno2015_01

 

Seguono Fitzpleasure e Something Good ma la prima canzone che riesce davvero nell'intento di far scatenare la folla è Left Hand Free. Il gioco di luci, ombre e fumo è perenne, svolgendo una funzione fondamentale al fine di intrattenere lo spettatore e farlo immergere nel brano. D'altro canto la band è stata perfetta nel suo staticismo: non un passo è stato fatto durante l'intera esibizione, non erano necessari: l'intero lavoro era svolto da scenografia e musica. Il viaggio prosegue quindi con Dissolve Me e Matilda sulla cresta dell'ipnosi visiva in grado di coinvolgere e rapire la folla aldilà della musica. Non sono mancate in scaletta le ormai famose Tessellate e Taro, che ci avviano verso l'encore, composto da Lovely Day, Nara, Leaving Nara e Breezeblocks.

 

In conclusione: gli Alt-J sono stati capaci di tener sveglia la platea, senza alcun rilevante calo d'intensità. Non oso immaginare come potrebbe essere un'esibizione degli Alt-J all'interno di un teatro con un'acustica degna della loro musica.


Ancora una volta un ottimo concerto. Unica pecca quei bassi molto, forse troppo, alti.

 


Setlist:

01. Hunger of the Pine
02. Fitzpleasure
03. Something Good
04. Left Hand Free
05. Dissolve Me

06. Matilda
07. Bloodflood
08. Bloodflood Pt.2
09. Shesheshe
10. Tesselate
11. Freckle
12. Taro
13. Warm Foothils
14. John Hurt


Encore


15. Lovely Day

16. Nara

17. Leaving Nara
18. Breezeblocks




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