
Ai McKenzie l'onere e l'onore di aprire il concerto e di alzare la tensione in attesa di Greg Graffin e soci. Il power trio calabrese, per la precisione di Lamezia Terme, ha all'attivo un solo EP pubblicato giusto un paio d'anni fa e un discreto numero di live alle spalle. La loro proposta è un hardcore più ragionato e acido rispetto al tema della serata, e se a questo si sommano anche i suoni non propriamente eccelsi ecco vedere un pubblico di casa un pò distratto nonostante la buona prova offerta dai ragazzi.
Quando si intuisce che sta per arrivare il momento dei Bad Religion, ecco la platea riempirsi in pochi attimi avvicinandosi all'idea di sold out. Dietro agli strumenti campeggia il grande backdrop con la cover di "Suffer" stampata sopra a completare una scenografia ridotta all'essenziale con i soli amplificatori di chitarra e basso. La band irrompe sul palco dopo l'intro di "My Sharona" iniziando la propria lezione di punk rock sulle note delle più recenti "Fuck You" e "Sinister Rouge". Suoni taglienti e un piglio sfrontato: sono ancora questi i Bad Religion nel 2018, delle vere e proprie macchine da guerra capaci di concentrare in un'ora e mezza spaccata di show ben trentaquattro canzoni per il sunto di quasi quarant'anni di storia. Come avrà modo lo stesso Graffin di sottolineare in più occasioni durante l'esibizione, sarà una serata molto particolare per i fan della band losangelina, che avranno modo di ascoltare alcuni dei cavalli di battaglia più celebri insieme a delle chicche più inaspettate. Si passa da un capitolo ad un altro della loro discografia come una scarica di mitragliatrice senza pause, mentre davanti agli occhi si susseguono immagini di raro romanticismo quali un fluttuare di corpi trascinati in aria dalle mani degli spettatori. Jay Bentley è quello più in palla dei suoi, dimenandosi per tutto il tempo senza sbagliare un attacco o una nota di basso. Naturalmente le attenzioni maggiori sono riservate al carismatico frontman, occhiali da vista e abbigliamento total black, capace di tenere saldamente in mano gli umori del pubblico anche con un semplice gesto. Dopo circa un'ora di sostanziale greatest hits (seppur alla fine mancheranno capisaldi quali "Punk Rock Song" o "Los Angeles Is Burning") in cui si alternano le varie "Sorrow" o "American Jesus", la seconda parte dello spettacolo si concentra sull'esecuzione per intero di "Suffer", i cui pezzi in rari casi arrivano ai due giri di orologio. E così ci si avvicina all'epilogo di una super serata all'insegna del divertimento più puro, dove sono state di più le braccia al cielo e i corpi rotolanti rispetto agli smartphone che solitamente impigriscono il coinvolgimento. Non esiste un'età per essere punk, ma solo uno spirito e un'attitudine da custodire gelosamente. I Bad Religion ce lo hanno confermato in pieno.
Setlist
Overture
Sinister Rouge
Fuck You
Streets of America
Supersonic
Stranger Than Fiction
Conquer The World
21th Century (Digital Boy)
Recipe For Hate
Anastesia
Generator
Wrong Way Kids
You
Atomic Garden
Against The Grain
Dearly Beloved
Infected
Sorrow
American Jesus
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You Are (The Government)
1000 More Fools
How Much Is Enough?
When?
Give You Nothing
Land Of Competition
Forbidden Beat
Best For You
Suffer
Delirium Of Disorder
Part II (The Numbers Game)
What Can You Do?
Do What You Want
Part IV (The Index Fossil)
Pessimistic Lines