Black Label Society + The Darkness - PistoiaBlues 2015
18/07/15 - Piazza Duomo, Pistoia


Articolo a cura di SpazioRock
Articolo a cura di Stefania Cobelli
 
Il 18 luglio 2015 a Pistoia è stata una giornata rovente, e non è solo una metafora per descrivere l’accoglienza che la città ha riservato agli artisti che sono saliti sul palco di Piazza Duomo. La frescura serale tarda ad arrivare, in compenso ad arroventare ulteriormente – e questa volta nell’accezione migliore del termine – gli animi dei 4500 rockers presenti ci pensa Zakk Wylde che con i suoi Black Label Society ed una distesa imponente di amplificatori inizia a dar spettacolo al Pistoia Blues.
 
Su di un piedistallo il feroce guerriero, dai tratti fortemente nordici ma più statunitense che mai, dà ufficialmente il via alla tappa italiana del Catacombs of Black Vatican Tour con l’indomita “The Beginning... At Last”, seguita da “Funeral Bell” e “Bleed For Me”. Il pubblico sembra apprezzare molto l’esibizione, nonostante i Nostri non siano proprio famosi per un repertorio vario dal punto di vista melodico, ma ciò non ha impedito ai presenti di accogliere ogni brano in maniera calorosa, ballad comprese. Il momento più toccante della serata è stato senza alcun dubbio il tributo a Dimebag Darrell con “In This River”: i muri di amplificatori sono stati ricoperti da teli raffiguranti Dimebag ed il pubblico si è stretto a Zakk e tutti i Black Label Society in un abbraccio metaforico al compianto Dimebag.
 
 
Il concerto degli statunitensi è stato veloce, diretto, potente, senza per questo risultare freddo, il che conferma quanto Wylde e soci da questo punto di vista siano una spanna sopra rispetto molti colleghi.

Salutati i Black Label Society, notiamo che la piazza continua a gremirsi. L’ora è tarda, sono le 23.05, “The Whole of the Moon – The Waterboy” sprigionata dalle casse del palco non serve a quietare gli animi: il pubblico è trepidante attesa per il main event della serata.

Il tanto atteso quanto rodato opening è giunto: parte il classico pezzo di apertura degli Abba "Arrival" ed appaiono i The Darkness. Un boato li accoglie tra applausi e grida. La scaletta concede un’ora e venti di show intenso, il pubblico non riesce neanche per un attimo a staccare gli occhi dal palco, il frontman Justin Hawkins, istrionico artista da palcoscenico, si concede al 100%: corre, saltella da un lato all'altro del palco, chiama e coinvolge in continuazione il pubblico, fa una verticale davanti al nuovo batterista Rufus e, capovolto, incita il pubblico a seguirlo a tempo mentre batte le gambe; tutto questo mentre canta senza sbagliare una nota, e suona egregiamente le sue molteplici chitarre. Si passa da singoli del nuovo album "Last Of Our Kind" quali "Open Fire" (molto apprezzata dal pubblico), "Mudslide" e "Barbarian", senza disdegnare brani di "Hot Cakes" quali "Concrete" ed una funambolica cover di "Street Spirit" dei Radiohead e i ben più noti e collaudati successi di "Permission To Land", quali "Love Is Only A Feeling", "Growing On Me", "I Believe In A Thing Called Love". Non è chiaro se per mancanza di tempo o per scelta voluta, ma dal secondo album è stata eseguita la sola titletrack, "One Way Ticket To Hell...And Back".
 

La line up della band è decisamente in forma e rodata: Justin e Dan Hawkins, i fratelli di Lowestoft, sono affiancati dal bassista Frankie Poullain ed nuovo entrato Rufus Taylor, figlio di proprio di quel Roger Taylor dei Queen. Durante l’esibizione non mancano una nota, si concedono assoli ammalianti che non fanno altro che impreziosire ulteriormente uno show di altissimo livello. Come farvi capire il livello altissimo di interazione e coinvolgimento tra palco e platea? Su invito di Justin, alcune ragazze del pubblico cantano e ballano in reggiseno, e sulle note di One Way Ticket to hell...and back una di loro esulta esibendo un topless prontamente immortalato dal tecnico Mikee Gregg su Instagram. Non è mancato neppure il classico numero da rockstar: stage diving di Justin mentre suona ancora la chitarra, e lo stupore tra i neofiti è assicurato. Ma c'è di più: arrampicatosi sul ponteggio laterale del palco inizia a fare flessioni sulle braccia, mandando ulteriormente in delirio i presenti.

L’ora e venti a disposizione della band vola via velocissima, ed un po' di tristezza sulle note di chiusura di “(I've Had) The Time of My Life” serpeggia tra il pubblico che vorrebbe che lo spettacolo continuasse ancora. Oltre 4500 rockers soddisfatti, una band palesemente soddisfatta, felice e divertita da tanto calore e clamore e che così ha salutato i fan italiani: “You are beatiful, so sensual and you smell fantastic!” 

Setlist Black Label Society

01. The Beginning... At Last
02. Funeral Bell
03. Bleed for Me
04. Heart of Darkness
05. Suicide Messiah
06. My Dying Time
07. Damn the Flood
08. Guitar Solo
09. Godspeed Hell Bound
10. Angel of Mercy
11. In This River
12. The Blessed Hellride
13. Concrete Jungle
14. Stillborn


Setlist The Darkness

01. Black Shuck
02. Open Fire
03. Growing on Me
04. Get Your Hands Off My Woman
05. Mudslide
06. One Way Ticket
07. Love Is Only a Feeling
08. Friday Night
09. Barbarian
10. Concrete
11. Stuck in a Rut
12. Street Spirit (Fade Out) -(Radiohead cover)
13. Givin' Up  
14. I Believe in a Thing Called Love
15. Love on the Rocks with No Ice



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