D-A-D - 30/30/30 Tour
14/04/14 - Bloom, Mezzago (MB)


Articolo a cura di Stefano Torretta

Trent'anni di onorata carriera e non sentirli. Peccato che, almeno per quanto riguardi l'Italia, i D-A-D siano ormai una band di nicchia, situazione testimoniata dalla scelta della location, il Bloom di Mezzago, locale posto al di fuori del giro che conta (e soprattutto di dimensioni ridotte e per questo capace di non far sfigurare un pubblico non propriamente numeroso), e dal fatto che gli appassionati presenti in sala siano stati, per larghissima fetta, d'età molto più alta rispetto agli standard odierni, i nostalgici dei tempi d'oro della band, ed è proprio a loro che questo tour è dedicato, andando a pescare nei classici senza età.


Il compito di aprire la serata è lasciato agli spagnoli '77, energica band di Barcellona che si è dimostrata un più che valido gruppo di spalla. Il loro rock esplosivo ha immediatamente infiammato il pubblico del Bloom (sinceramente già su di giri e che non chiedeva altro di un pretesto qualunque per iniziare a fare festa) e gli spagnoli non hanno perso tempo scatenandosi con brani indiavolati di chiarissima matrice AC/DC (tanto che il loro stesso monicker deriva dall'anno nel quale venne pubblicato l'album "Let There be Rock"). Degno di nota il chitarrista, che in ben due occasioni si è infilato in mezzo al pubblico, percorrendo tutte le sale del locale per diversi minuti, il tutto mentre era impegnato con un assolo. Decisamente dei folli, ma una follia del tipo che nel rock dovrebbe sempre essere di casa.

 

Quando a salire sul palco sono i D-A-D, il pubblico è già sul punto di esplodere. Che la band danese sia alquanto particolare (e questo è un semplice eufemismo) è dimostrato a chiare lettere da tutta l'intro strumentale suonata spalle al pubblico, ma anche Stig Pedersen (basso), 49 anni ed ancora oggi il modello ideale del punk, con i suoi bassi dalle fogge più strane, e tutti rigorosamente a tre o a due corde (quando non direttamente ad una) è un perfetto esempio di una band che non ha mai voluto uniformarsi ma ha cercato di trovare una strada nuova e l'ha effettivamente percorsa, diventando il modello per molte altre formazioni più recenti. La setlist proposta è un grandissimo omaggio ai brani favoriti dei fans in tanti anni, ed a farla da padrona è "No Fuel Left For The Pilgrims", l'album che da sempre ha riscosso più successo, con ben quattro estratti. I D-A-D con gli anni non hanno perso un grammo di bravura ed i frequenti e ampi assoli di Jacob Binzer riescono ancora oggi a togliere il fiato (e la versione estesa di "Grow or Pay" ne è un perfetto esempio). Poter ascoltare "Laugh 'n' a ½" con solo le due chitarre acustiche dei fratelli Binzer sul palco, sostenuta magnificamente dal coro di tutto il Bloom, è un momento che ogni appassionato porterà nella memoria a lungo, così come il finale struggente del concerto affidato a "It's After Dark" (e qualche lacrimuccia tra il pubblico sarà anche scesa). Ogni brano un piccolo tassello, cronologico e musicale, della lunga storia della band, rieseguito con una sensibilità molto moderna, ma dai D-A-D non ci si aspettava di meno.


Difficilmente i fan saranno rimasti scontenti dei brani presentati, in considerazione anche del fatto che ogni canzone, senza eccezioni, è stata degnamente supportata dal coro del pubblico. Un tuffo nel passato (e che passato, di altissima qualità), una lunga corsa in una macchina del tempo che per quasi due ore ha riportato gente con i capelli ormai brizzolati, ma che dentro di sé ha ancora la carica di trent'anni fa, ad un'epoca di estremo fermento in ambito musicale.

 

Setlist

 

1. Instrumental (Rin Tin Tin)

2. Jihad

3. Evil Twin

4. Overmuch

5. Jackie O'

6. Point of View

7. Grow or Pay

8. Reconstrucdead

9. Monster Philosophy

10. Everything Glows

11. I Want What She's Got

12. Sleeping My Day Away

 

Encore

13. Bad Craziness

14. I Won't Cut My Hair

 

Encore 2

15. Laugh 'n' a ½

16. It's After Dark




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