Decapitated - Blood Mantra Across Europe 2016
08/04/16 - Lo-Fi, Milano


Articolo a cura di Cristina Cannata

Paura e delirio a Milano. Così potrebbe sembrare esagerato, ma in realtà nulla è davvero esagerato quando c'è di mezzo il death metal. Non si può di certo dire infatti che quella dello scorso venerdì al Lo-Fi di Milano sia stata una seratina tranquilla.

 


Ad animare uno spento, freddo e piovoso venerdì sera, direttamente dalla Polonia -e questo, in teoria, non è un bene- arrivano, per un'unica data nel nostro paese, i Decapitated, band technical death metal attiva dal 1996, particolarmente stimata dagli esperti del settore. A sostenere la verve polacca, due gruppi spalla: gli italianissimi Black Rage, sorprendente scoperta nostrana che ci riempie d'orgoglio, e gli inglesi Heart Of A Coward, che hanno accompagnato i polacchi nel loro tour europeo iniziato a fine marzo.

 


Il locale pian piano inizia a popolarsi, senza mai raggiungere la capienza massima, colpa di una band forse troppo "elitaria" e "di nicchia" per i gusti italiani, e quel che si legge sulle facce dei paganti son solo e solamente due parole: devastazione e delirio. L'atmosfera è piena e l'arduo compito di preparare il campo di battaglia spetta ai nostri Black Rage. La giovanissima band milanese stupisce e riesce a carpire l'attenzione del pubblico, incuriosito da sonorità tecnicamente perfette, da un sound potente e particolare, un mix di molte influenze che uniscono un death tecnico a sfumature core, intrecci che creano qualcosa di promettente ed entusiasmante. La band è molto coesa, e questo viene percepito, riversandosi in un'esecuzione di livello.

 


A questo punto la palla passa agli Heart Of A Coward. Nonostante i 7 anni di attività abbiano procurato loro un discreto seguito, la platea non dissimulava una certa non familiarità con il materiale proposto, ma questo non è stato di certo un limite. La band coinvolge, scalda l'atmosfera e intriga. Pochi dubbi sul fatto che rappresentino la nuova scena metal british, ma dal punto di vista del sound, le novità sono ben poche.

 


Tutto pronto quindi per l'arrivo sul palco dei Decapitated. Il pubblico si accalca alle prime fila del pit, ma di lì a poco quel presunto ordine lascerà il posto al caos. Waclaw "Vogg" Kieltykapalco e soci iniziano con la prima track dell'ultimo loro lavoro "Blood Mantra". "Exiled In Flesh" è un'onda di suono fortissima che si abbatte sul pubblico e che scuote le chiome -e in generale le teste , per non discriminare chi ha perso i capelli nel corso degli anni- dei presenti in un headbanging che terminerà solamente alla fine dell'intero concerto. Pezzo dopo pezzo, le note feroci e pesanti provenienti dal palco scuotono il pubblico e lo alimentano. Si creano, grazie anche all'incitamento del cantante, aree di vuoto che immediatamente diventano ring di un pogo divertente. Chi invece non ha il coraggio di farsi prendere a gomitate, resta defilato ai lati continuando a scuotere il capo. Le imprecisioni, le sbavature sono tendenti allo zero. D'altronde non si parla di technical death metal a caso. I riff del chitarrista sono disegnati, tecnici e taglienti; Vogg ricama delle trame affilatissime che non lasciano scampo ai timpani. Il bassista, Filip Halucha, crea un sottofondo netto, roccioso e solido, mentre è perennemente impegnato a sventolare i suoi lunghissimi e liscissimi capelli da far invidia a qualsiasi ragazza presente e non. Il tutto è sostenuto dalla batteria di Kerim Lechner, ormai entrato da anni in pianta stabile (il precedente batterista è deceduto dopo un incidente stradale che aveva coinvolto la band nel 2007 ndr.) che regala colpi decisi, veloci, pesantissimi, oltre che tecnicamente ineccepibili. La voce di Rafal Piotrowski, che con i suoi dread è in grado di intrattenere e coinvolgere, è potente e ferma, senza nessun accenno di debolezza in un growl trasparente e allo stesso tempo ruvido, violento e penetrante, raggiungendo livelli impressionanti nelle ultime due canzoni che terminano il concerto "Spheres of Madness" e "Homo Sum", dove il delirio tocca i suoi picchi più alti. Poche storie: i Decapitated hanno e stanno tutt'ora dimostrando di avere tutte le carte in regola -oltre ad un'invidiabile tenacia- per essere annoverati nel rango delle realtà più autorevoli e interessanti del death metal.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool