Hellbrigade Fest 8
15/06/19 - Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI)


Articolo a cura di SpazioRock

Articolo a cura di Alessandro Masetto

 

In un afoso sabato di metà giugno allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (alle porte di Milano), viene organizzato un festival per gli amanti delle sonorità più estreme e meno "gentili" del metal, che vanno dal black e black/thrash dei gruppi spalla (Evilspeel, Nordjevel) posizionati in apertura, al thrash più canonico vecchia scuola, rappresentato dai nostri connazionali veterani Bulldozer, per poi virare invece verso un thrash/death, che vedrà protagonisti gli headlinear della serata, gli statunitensi Possessed. La band è una vera e propria istituzione, che nonostante abbia all'attivo solo tre album, può vantare un classico come "Seven Churches", che da anni è un masterpiece cult tra i metalhead di tutto il mondo. La risposta del pubblico per questo evento è stata notevole, con fan giunti da ogni parte della Penisola (alcuni anche dall'estero) in coda all'entrata già dal tardo pomeriggio, sotto un sole cocente e un caldo afoso quasi insopportabile che non darà mai tregua per tutta la giornata, rendendo davvero difficile anche la vivibilità all'interno dello Slaughter stesso. In seguito alle esibizioni delle due band apripista, Evilspeel e Nordjevel, che ci hanno dato idea di ottima qualità musicale e di presenza scenica notevole, con un look e un palco molto curato e a tema black canonico, il palco è tutto dei Bulldozer.

 

BULLDOZER

 

Il concerto dei Bulldozer inizia subito in salita, a causa di un cambio palco piuttosto lungo che ha inevitabilmente fatto slittare la loro esibizione (e di conseguenza quella dei Possessed) di una mezz'ora abbondante rispetto all'orario previsto nella tabella di marcia, costringendo così la band meneghina a uno spiacevole taglio della scaletta. Verso le 23 circa, A.C. Wild, Andy Panigada & Co., fanno finalmente il loro ingresso sul palco dello Slaughter, accolti da un'ovazione da parte di un pubblico già riscaldato e su di giri a dovere, come si conviene fare rispettosamente verso una band storica della scena metal estrema italiana anni '80 della portata dei Bulldozer. Nonostante il grande impegno della band milanese (che stasera gioca in casa) e la professionalità impeccabile dimostrata, la loro performance è stata macchiata da evidenti errori tecnici in fase di suoni, persistiti per tutta la durata del loro concerto, costringendoli a interrompere e a fermarsi momentaneamente nel vano tentativo di una risoluzione. Ma questi incidenti di percorso, non hanno tuttavia impedito ai presenti di godersi la serata, che ha visto i Bulldozer prodursi in un coinvolgente, brutale e serrato attacco di thrash metal dalla tematiche occulte e sinistre, come da tradizione nei testi delle loro canzoni.

 bulldozerpromo

 

A.C.Wild è un frontman consumato, uno dei personaggi più influenti della scena metal italiana, carismatico e sintetico, che predilige suonare anziché perdersi e dilungarsi in chiacchiere inutili, sempre eccellente sia come vocalist che come bassista, padrone assoluto della scena, impeccabile come sempre. Andy Panigada è l'altro asso nella manica, fondatore della band e chitarrista di enorme talento, forma con il collega Ghiulz un'accoppiata distruttiva e corrosiva, capace di macinare riff taglienti come le lame di un rasoio. Manu e Pozza (rispettivamente batterista e bassista), sono invece la sezione ritmica dei Bulldozer attuali, provenienti entrambi dalla loro band d'origine, ovvero i Death Mechanism. Due innesti che hanno dato ancor più carica e rabbia al sound, che assume ora i connotati di un vero e proprio pugno sullo stomaco, per quanta esplosività e grinta siano riusciti a conferire. Le tastiere, saggiamente orchestrate da G.C. introducono "Neurodeliri", che scatena i fan stipati sotto il palco, ma il delirio e il pogo vero si scatena successivamente con "Desert" da "IX" e in modo ancor più marcato quando Alberto C. dedica a una vecchia "amica" il pezzo successivo. "Ilona (The Very Best)" crea panico letteralmente allo Slaughter, dove qualche malcapitato inizia volare a terra. "The Derby" e "Fallen Angel" ( dal primo disco "The Day Of Wrath") sono dei superclassici che fa sempre piacere sentire e sui quali i Bulldozer giocano facile, ottenendo sempre alti indici di gradimento. "Minkions" da "Neurodeliri ", e soprattutto "The Final Separation" e "Impotence", risultano essere efficaci, incisive e sempreverdi, vincendo prepotentemente la prova del tempo. "Whiskey Time" e "Willfull Death" chiudono anzitempo (per i motivi già citati) il loro intenso, ma breve show. Una garanzia assoluta i Bulldozer live, un gruppo immortale e inossidabile, una macchina collaudata e perfetta, che non tradisce mai.

 

Setlist:

 

Intro (Neurodeliri)
IX
Desert
Ilona (The Very Best)
Fallen Angel
Insurrection Of The Living Damned
Minkions
The Final Separation
Ride Hard Die Fast
The Derby
Impotence
Whiskey Time
Willful Death (You’ll Be Reccaled)

 

POSSESSED

 

Nonostante abbiano solo tre dischi (e un EP) all'attivo, gli statunitensi Possessed, rappresentano un moniker storico e basilare per ogni cultore di thrash/death metal che si rispetti, ragion per cui in molti stasera sono accorsi allo Slaughter per vedere in azione Jeff Becerra (unico membro originale rimasto in formazione) e soci. Il locale a questo punto della serata è una bolgia infernale, tra caldo soffocante e l'adrenalina accumulata per la lunga attesa oramai salita alle stelle, che involontariamente crea la giusta simbiosi e clima con il genere attinente proposto dai Possessed. Fortunatamente, dopo un inizio ancora un po' stentato e confusionario, i suoni iniziano a migliorare e a prendere la giusta forma, lasciando via libera al divertimento e allo spettacolo puro, dove i ragazzi di San Francisco sono liberi di vomitare rabbiosamente in faccia al pubblico il loro odio. La scaletta viene efficacemente divisa tra presente e passato e viene dato spazio a tutta la discografia, compreso il recentissimo e ottimo "Revelations Of Oblivion", il secondo "Beyond The Gates" e l'EP "The Eyes Of Horror" (da cui verrano ripescate "The Eyes Of Horror" e "Storm In My Mind"). Ma un occhio di riguardo viene dato chiaramente al loro album più famoso e di maggior successo, "Seven Churches" , incentrato sulle sette chiese dell'Apocalisse, sul quale ci martelleranno i timpani e concentreranno il loro show nella parte finale. Jeff Beccera, oltre che essere un grande vocalist, è prima di tutto un eroe, perché non è semplice avere la voglia di rimettersi ancora in gioco dopo che la vita, improvvisamente, per uno strano e perverso gioco del destino ti ha voltato le spalle, costringendoti a causa di una paralisi permanente ad una vita in sedia a rotelle. Solo per questo merita applausi. Se poi entriamo nel dettaglio squisitamente tecnico-musicale, allora c'è solo da mettersi in ginocchio!

 

possessedpromo 

I Possessed mettono la firma su un concerto devastante sotto tutti i profili, con un Beccera sempre sul pezzo, con il suo classico vocione growl, che, sebbene non abbia più l'estensione di un tempo, sicuramente ha acquistato di riflesso più maturità e profondità espressiva. Chi oggi suona nei Possessed non ha certo fatto rimpiangere nessun ex membro, offrendo prestazioni singolari notevoli, su cui è spiccata senza alcun dubbio quella del batterista Emilio Marquez, un vero metronomo, preciso, rabbioso e devastante come la furia di un tornado. Tecnica, velocità, malvagità e tematiche apocalittiche sono gli ingredienti che caratterizzano la musica dei Possessed, con la loro ricetta a metà strada tra il thash e il death. "No More Room In Hell" irrompe prepotentemente come pezzo d'apertura, risultando ancor più convincente in sede live che su disco. Ma uno show dei Possessed non prevede momenti di stallo o di pausa, ed ecco che arriva a razzo il turno di "Pentagram", da "Seven Churches". Interessanti sono stati anche i ripescaggi dal secondo album "Beyond The Gates", ingiustamente snobbato dai più all'epoca, che invece contiene pezzi di assoluto rilievo, quali "Tribulation" e "The Eretic", inseriti in scaletta per questo tour. Il finale, come dicevamo pocanzi, è tutto incentrato su "Seven Churches", e non poteva essere altrimenti! A breve distanza si susseguono "The Exorcist", "Fallen Angel" e "Death Metal", con un Beccera quasi commosso per l'affetto ricevuto dai tanti fan italiani presenti allo Slaughter, che hanno sempre incessantemente applaudito e urlato. Ma il massacro non è ancora giunto a termine e la croce rovesciata dei Possessed è ancora ben illuminata è visibile sul palco. C'è ancora tempo per un'ultimissimo brano, "Burning In Hell", che rimanda i fan alle loro origini, esattamente a dove sono nati i Possessed, in quell'Inferno dantesco, dove, per una volta ci siano fatti tutti piacevolmente trasportare stasera, attraverso le loro liriche blasfemiche.

 

Setlist

 

Intro
No Room In Hell
Pentagram
Tribulation
Demon
Evil Warriors
The Eretic
Abandoned
Storm In My Mind
Shadowcult
The Eyes Of Horror
Graven
The Exorcist
Fallen Angel
Death Metal
Burning In Hell




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool