Ecco la promessa. La promessa di un presente, un regalo appunto.
Hanno appena finito i Lucius. Fin qui tutto bene. Bella sorpresa i Lucius. Band Indie newyorkese con al timone Jess e Holly; due voci femminili che suonano come fosse una. Tanta energia.
Pubblico non pervenuto.
La band scende dal palco. Due tendoni bianchi si chiudono davanti a noi. Esce il sopracitato tipo ed inizia la sua filippica sulla modernità e sui sacri valori della musica live. Sono troppo vecchio e ho fatto troppi km per queste cose. Datemi il mio fottuto regalo.
Le tende si aprono,finalmente. Inizia la musica...ah no! Inizia il caos. Quello che ho sempre vissuto ai concerti era karma-rock proveniente dal palco e girone dantesco sotto. Come se gli dei della musica modellassero l'aria per torturare le nostre povere anime due metri più sotto. Au contraire.
Pubblico non pervenuto.
Il caos sul palcoscenico. In 4 canzoni succede di tutto. Jack sbraita e incalza la band come i frustatori sulle navi vittoriane. Daru e Dominic spingono come dannati. La base ritmica è perfetta. Incalza il pubblico. Lo chiama, lo cerca sporgendosi dal palco. Continuamente con un gesto come a dire "andiamo! Venite con me sul palco!" Si agita. Fa un casino. Volano aste, microfoni e chitarre. Letteralmente intendo. La band come una barca si inclina da un lato tra pezzi dell'ultimo lavoro, Lazaretto, e vecchi successi (durante Hotel Yorba si percepisce quanto gli Stripes siano ancora presenti tra il pubblico) e (ac)cade di tutto. La mancanza di Ikey si sente. Più che da Dean Fertita, Ikey è stato sostituito dall'assistente di palco. Sempre, sempre presente in scena con la sua barba alla Gibbons. Comunque la chitarra non va. La chitarra sostitutiva, non va. Non va un cazzo. Per qualche secondo va via completamente l'audio dalle casse del Forest National lasciando solo quello proveniente dagli ampli e dalle spie sul palco. Siamo in balia del rock. Jack urla. Manda Lillie al mandolino lui si mette al piano per sostituire un assolo di chitarra che non sentiremo mai; ma tiene. Tiene talmente bene e sono così preso che per un attimo mi dimentico di fare le fotine. E allora mi viene da pensare che il vecchio Jack è si giovane, un mio coetaneo, ma è già un teatrante navigato e sta inscenando per noi un vero live. O almeno quello che per lui deve essere un vero live. E va bene. Il regalo di Jack forse è proprio questo. Più che la musica che sappiamo a memoria soprattutto in occasione delle cover degli Stripes, è uno spettacolo a 360º dove inizialmente va tutto male (e nei live accade). Vuole strapparci con forza da quell'atmosfera sicura e patinata di un moderno concerto rock dove se ne stanno tutti li a sentire un disco che suona come una band. Ci trascina dentro nello spettacolo, ma ancora: pubblico semi tiepido. E Siamo a metà.
Qualcosa si agita. Parte Cannon e poi Sixteen Saltines. Un bell'uno/due e la gente inizia a cantare e a scaldarsi le falangi. Dai bruxelles. Dai, muoviti! Ho quattro o cinque ragazzi italiani davanti che un po' si agitano e siamo davanti, dove ti aspetti comunque l'inferno. Niente appena uno si agita un "po' troppo" viene subitamente redarguito dal fidanzatino locale venuto ad assistere in modo composto ad un concerto sbaciucchione. "Hey stronzo! Non sei mica venuto a sentire Gigi d'Alessio. Vatti a sbaciucchiare sul secondo anello." Avrei dovuto dirgli così, ma sono un gentleman e non conosco bene il fiammingo. Ah! Nella platea ci sono giacche e cravatte. Considerevole. Mai viste ad un concerto rock. Durante La seconda parte del concerto tutto fila liscio sul mare calmo del rock ed ecco che spuntano i nemici di Jack nelle prime file. Telefonini maledetti. Si agita. Inizia ad indicare gente tra il pubblico e parte l'anatema. Io sono italiano. Non parlo bene l'americano. Non capisco. Ho tirato fuori l'attrezzo due o tre volte lo ammetto, ma , e non vorrei ripetermi, ho fatto troppa strada e sono troppo vecchio per queste cose.
Finalmente sulle note (sempre made in Stripes) di "I'm slowly turning into you" qualcuno si muove. Eccoli i belgici ci sono. Sono vivi!!! Ma noooo! Spettacolo finito. Tendone chiuso. Ed ecco che a Bruxelles sotto le luci blu (che mi ricordano tanto quelle usate nelle stalle per confondere le mucche o nei bagni per confondere i tossici) succede quello che non ti aspetti. Parte il po popo popopo poooo . Sale come un richiamo ancestrale. Un ritmo viscerale. Un attimo. Ma non siamo in Italia. Ma come? Anche in Belgio. Anche qui? Ma allora....lo fanno ovunque. E io che pensavo che Jack avesse snobbato l'Italia per questo motivo... Tempo per l'encore. Il tendone si riapre ed abbiamo una maglia nera decisamente old school. Con Icky Thump e Steady, As she Goes (ancora due "cover"), la gente salta...finalmente.
Ancora pochi minuti ed è tempo per il gran finale Parte Seven Nation Army. Parte il po popo popopo poooo.. Jack gli va dietro e alla seconda strofa si abbandona al pubblico. Non suona , ma canta sul coro del Forest National accompagnato dalla ritmica di Daru Jones. Come in uno stage diving vocale. Delirio. Finalmente. La fine. La tenda si richiude, il presente diventa passato che come ogni minestra che si rispetti è buono anche il giorno dopo, riscaldato.
Ciao Jack.
God bless you.
Set-List :
01. High Ball Stepper
02. Dead Leaves and the Dirty Ground
03. Lazaretto
04. Hotel Yorba
05. Temporary Ground
06. Weep Themselves to Sleep
07. Cannon (Part 1)
08. I Fought Piranha
09. Cannon (Part 2)
10. Sixteen Saltines
11. Top Yourself
12. Hypocritical Kiss
13. Blunderbuss
14. We're Going to Be Friends
15. Three Women
16. You Don't Know What Love Is (You Just Do As You're Told)
17. I'm Slowly Turning Into You
ENCORE
18. Icky Thum
19. Steady, As She Goes
20. Would You Fight for My Love?
21. That Black Bat Licoric
22. Seven Nation Army