Il 2020 si prospettava un anno molto movimentato per il Lamb Of God: dalla pubblicazione del nuovo album, alla partecipazione nella colonna sonora del film "Bill & Ted Face the Music", passando per l'annuncio del nuovo tour insieme ai Megadeth. Sebbene solo la tournée sia stata compromessa da cause di forza maggiore, il quintetto di Richmond è riuscito comunque portare a termine tutti i propri piani, mettendoci in mezzo anche una nuova linea di caffè "Memento Mori" firmata col proprio nome. Eppure, nemmeno la pandemia è riuscita ad arrestare la loro voglia di fracassare qualche timpano con del sano heavy metal, così è arrivato l'annuncio di due speciali live show trasmessi in diretta streaming in tutto il mondo: il primo, previsto per il 18 settembre, con il nuovo omonimo album, il secondo, programmato per la settimana successiva, con l'intero "Ashes Of The Wake". E come dice il proverbio se "Maometto non va alla montagna...", i Lamb Of God sono entrati nelle case dei metalhead di ogni parte del globo per trascorrere circa due ore di puro spettacolo, portando in scena per la prima volta gli ultimi brani composti, garantendo uno show persino superiore alle aspettative.
Si comincia il pre-show con il metal ambassador Jose Mangin di Sirius XM e l'intervista del batterista della band d'apertura, gli scozzesi Bleed From Within, che dopo appena 15 minuti di pre-show salgono sul palco per scaldare le orecchie. Quattro pedane, un maxischermo e si inizia a rompere il ghiaccio. I brani sono molto coinvolgenti, sia nella struttura che nell'armonia, con un alto livello tecnico nella resa live. Tanto i brani di "Era", più grindcore e progressive, sia quelli del più recente "Fracture" , heavy metal e deathcore, convincono il pubblico che in chat reagisce animatamente. Dopo 30 minuti circa, la loro esibizione si conclude per lasciare spazio alle star della serata.
Sono appena passate le 23.00. Qualche minuto per terminare gli ultimi acquisti dei biglietti e il concerto inizia. L'atmosfera creata dall'intro di "Memento Mori" è surreale, quasi onirica, preparatoria. Poi un frastornante "WAKE UP" sancisce l'inizio di un'ora infernale. Per la prima volta, la metal band di Richmond suona un album per intero seguendo l'ordine della tracklist. Il palco è scarno e a prima vista troppo piccolo, forse voluto per esigenze tecniche di ripresa.
Un brano dopo l'altro, colpisce la voce di Randy Blythe, tecnicamente perfetta e in ottima forma. Così come le chitarre sovrumane di "Duane" Morton. L'intera band suona al massimo delle potenzialità, l'energia è quella delle grandi occasioni. Passano di canzone in canzone come macchine schiacciasassi, creando un suono tumultuoso e pieno, reso eccezionalmente dall'impeccabile qualità audio. Che sia riprodotto in cuffia o dagli altoparlanti, il concerto è settato per garantire la migliore resa sui dispositivi domestici. Il gruppo non si perde in chiacchiere: dopo le presentazioni dedicano "Reality Bath" all'amico e collega Riley Gale dei Power Trip, scomparso prematuramente lo scorso mese, e ci danno giù pesante tra ritmiche e sferzate sonore. Le riprese video sono d'altissima qualità e offronto lo spettacolo di un Live DVD. L'esibizione studiata nel dettaglio certamente rende giustizia al nuovo album. Alcuni passaggi sono da mozzare il fiato, come l'encore con "Contractor": una canzone punk rock, come la presenta Randy... un brano killer, la definiamo noi; uno di quei pezzi che non lascia scampo, l'adrenalina è a mille. Cambi di ritmo e martellanti ritmiche rendono questa esecuzione una vera punta di diamante nella scaletta. Segue la minacciosa "Ruin", e l'inedita "Death Of Us".
"Sentitevi liberi di distruggere il vostro soggiorno", enuncia Blythe per introdurre l'ultimo brano "512" e sono subito brividi. Una strana emozione pervade lo spettatore, quella stretta allo stomaco che ti assale a fine concerto, eppure non sei lì con loro, li vedi attraverso uno schermo, li ascolti da casa tua ma non puoi far a meno di sentirti in quel luogo con altre persone che, seppur virtualmente, condividono in chat l'entusiasmo e la malinconia di un concerto finito troppo presto.
Se prima dello show si poteva pensare che spettacoli come questi fossero freddi e insignificanti, bisogna ricredersi. È bastata una sola esibizione per spazzare via qualunque pregiudizio e lasciare il posto alla voglia di scatenarsi. Certo, manca il fattore sociale: la frenesia del moshpit, le birre ghiacciate, gli applausi a fine concerto e il pubblico che canta insieme alla band, ma in tempi eccezionali bisogna adattarsi alla nuova (a)normalità. Bentornati Lamb Of God.
Tracklist:
Memento Mori
Checkmate
Gears
Reality Bath
New Colossal Hate
Resurrection Man
Poison Dream
Routes
Bloodshot Eyes
On the Hook
ENCORE:
Contractor
Ruin
The Death of Us
512