Luppolo In Rock 2019 - Day 2 - Metal Church & more
12/07/19 - Parco Ex Colonie Padane, Cremona


Articolo a cura di SpazioRock

Report a cura di Alessandro Masetto

 

I ragazzi del Luppolo In Rock di Cremona non sono certo tipi che si accontentano e, dopo il prestigioso bill messo in atto nella scorsa edizione, in questa seconda giornata di quest'anno hanno voluto esagerare, mettendo insieme un trittico micidiale per ogni amante dell'heavy metal old school che si rispetti, formato da Metal Church, Armored Saint e Flotsam & Jetsam. La location è accogliente e in mezzo al verde, dove tutta la macchina organizzativa funziona in modo eccellente, lasciando nulla al caso e curando ogni particolare in maniera scrupolosa. Fiore all'occhiello del Luppolo In Rock è senza alcun dubbio un palco all'altezza di una rassegna musicale di tale portata, dove la visibilità risulta essere ottimale in ogni angolazione possibile, supportata da suoni perfetti e da volumi degni di un concerto metal.

 

Quando la prima band apripista, i Necrofilia (proveniente da San Marino), fanno la loro apparizione sul palco, il sole è ancora alto e picchia duro, e infatti la loro esibizione si svolgerà tra pochi intimi, mentre i più sono scoraggiati dalla calura e più concentrati a idratarsi con una fresca birra. Il loro thrash/death prende spunto e si rifà molto ai capostipiti del genere quali Slayer, Obituary e In Flames, ma viene rivisto in modo personale e piacevole, con una spruzzata di rock n' roll ruvido e grezzo alla Motorhead. Non a caso, proprio "Rock'n'roll", "rHELLigion" (dall'ultimo studio album) e "Necrofilia", sono i pezzi più convincenti degli otto proposti. I Suicide Solution (seconda band della giornata), giocano in casa, essendo di Cremona, e vantano una carriera piuttosto longeva nel circuito underground. La band è infatti attiva dal lontano 1987, anche se nel corso tempo è stata tormentata da svariati cambi di line-up. Per l'occasione viene presentato un set piuttosto ridotto (solo sei pezzi), in cui si apprezzano particolarmente tra le altre "Suicide" e "Dance Of Demon". Il loro thrash a tinte heavy classico, è duro ma melodico e a distinguersi su tutti è il brizzolato leader Cippe, insieme al chitarrista Fede, molto versatile e coinvolgente.

 

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La prima vera bomba della giornata viene però sganciata alle ore 20 in punto, quando i Flotsam & Jetsam, storica thrash metal band statunitense di Phoenix fondata dall'ex Metallica Jason Newsted, iniziano a martellare senza pietà i timpani dei presenti, senza alcuna tregua per l'ora abbondante a loro disposizione. "Prisoner Of Time", dal recentissimo "The End Of Chaos", apre il sipario in alta frequenza, seguita senza respiro da "Desecrator", dal loro disco più datato e celebre "Doomsday To Deceiver", che manda il pubblico delirante in subbuglio. Eric "AK" Knutson, unico membro originale rimasto dei Flotsam & Jetsam, non ha perso un briciolo di voce e di carisma nel tempo, trascinatore e mattatore con pochi eguali al mondo in questo genere specifico di metal estremo. A conferire la marcia in più alla prestazione sontuosa di oggi dei cinque dell'Arizona, è indubbiamente il talentuoso batterista Ken Mary, un turnista dotato di tecnica, velocità esecutiva e precisione impressionante, agevolato nel suo compito da tutti gli altri musicisti eccellenti della band. "Suffer The Masses", "Iron Maiden" e "Demolition Man", si sono fatte preferire tra le altre, ma come tante band del passato anche loro hanno costruito le loro fondamenta solide e sicure nella discografia anni ‘80, e quindi "Dreams Of Death", "I Live You Die" e la conclusiva "No Place For Disgrace" (tutti brani del disco medesimo), risultano essere le più gradite e acclamate. Una performance impeccabile sotto tutto i punti di vista, una garanzia assoluta di qualità.

 

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Restiamo sempre negli States, ma ci spostiamo a Los Angeles, passando dal thrash al metal più classico e puro, con una delle band storiche più celebri al mondo, ovvero gli Armored Saint, fondata nel 1982 dai fratelli Sandoval. John Bush è un fuoriclasse consumato, un frontman d'altri tempi, capace di coinvolgere e trascinare, grazie anche alla prestanza di un fisico asciutto e muscoloso, che certamente nel tempo si è reso un valido alleato nel mantenere la sua ugola perfettamente intatta, graffiante e potente come ad inizio carriera. Gli Armored Saint non sono solo Bush, ma anche e soprattutto Phil e Gonzalo Sandoval (rispettivamente chitarrista e batterista), senza trascurare l'apporto chiave di Joey Vera al basso e di Jeff Duncan come secondo chitarrista. Con la consueta camicetta rossa con tanto di pantaloni neri ricamati, John Bush, si presenta sul palco del Luppolo In Rock con la stessa padronanza e sicurezza di un veterano. La band parte a razzo con "Raising Fear" e "Can U Deliver", dal secondo meraviglioso "Delirious Nomad", che fanno agitare anche gli addetti alla sicurezza, oltre che fare saltare tutto il pubblico insieme a Bush stesso! Il quintetto scatena un vero e proprio inferno, che neppure con "Creepy Feelings", "Last Train Home" e "Underdogs" viene minimamente placato. "Reign Of Fire", immancabile hit, è probabilmente il loro brano più rappresentativo, il maggiormente gradito e apprezzato dai fan, che scatenano un pogo micidiale, dove si assiste al volo contemporaneo di birra, acqua e persone, come in una sorta di fratellanza in cui tutto è lecito e viene condiviso equamente. "Win Hands Down", piuttosto recente, non sfigura affatto e non teme il confronto con i grandi classici, risultando piacevolissima nell'ascolto. Il colpo di grazia viene dato da "Nervous Man" e "March Of The Saint", che pone fine al loro assedio e massacro senza alcuna regua nè pause. Gli Armored Saint sono una band di highlander,  che non sono mai scesi a compromessi, restando fedeli e coerenti a se stessi.

 

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Con un quarto d'ora circa di ritardo rispetto alla tabella di marcia, giunge il turno degli headliner di giornata, i seminali Metal Church, provenienti da Seattle. Massimi esponenti della vecchia scuola statunitense, propongono un metal più diretto, più duro e veloce rispetto agli Armored Saint, curando comunque con grande attenzione anche la parte melodica. Dopo la lunga assenza, nel 2016 il cantante Mike Howe è tornato al timone della band, dimostrando, anche in questa occasione, grande talento e personalità. Il suo ritorno è stato visto come una manna dal cielo per molti e come il proseguimento di un filo conduttore interrottosi improvvisamente tempo addietro. I Metal Church danno il via alla loro performance con la title track del più recente "Damned If You Do", che ci mostra subito una band in forma smagliante, con Mike Howe che trasuda allegria da ogni poro, interagendo, dimenandosi e cantando al massimo delle proprie capacità vocali. Vanderhoof e Van Zandt sono una coppia di chitarristi consolidata, così come notevole è la sezione ritmica composta da Howland dietro le pelli e da Steve Unger al quattro corde. "Needle And Sature", da "XI", risulta più piacevole e maggiormente incisiva della precedente, ma di fatto è con la successiva "Badlands", da "Blessing The Balance", che lo show inizia a decollare.

 

"Date With Poverty" rappresenta un altro momento memorabile, anche se la grande attesa è per i pezzi dei primi due insuperabili dischi, "Metal Church" e "The Dark". Proprio da quest'ultimo vengono proposte "Start The Fire" e "Watch The Children Pray", le quali non riescono ad emozionare e ad incidere appieno, nonostante il grande impegno di Howe: difficile emulare il compianto David Wayne. Il medesimo ragionamento ragionamento vale anche per "Beyond The Black", unico pezzo del meraviglioso esordio presente in scaletta, sparato in sequenza dopo l'esecuzione di una buonissima "No Friend Of Mine", in cui Howe torna vincente nei terreni fertili a lui più congeniali. Due anonime ed evitabili "Black Things" e "By The Numbers", preparano l'atto finale del concerto dei Metal Church. Acclamati a gran voce, la band concede il bis con l'accoppiata finale "In The Mourning" e "Fake Healer", vecchi pezzi degli album di maggior successo dei Metal Church con Howe, ovvero "The Human Factor" e "Blessing In Disguise", che chiudono definitamente nel modo migliore il loro spettacolo e questa seconda giornata del Luppolo in Rock.

 

Setlist Metal Church:

 

Damned If You Do
Needle And Suture
Badlands
Gods Of Second Chance
Date With The Poverty
Start The Fire
No Friend Of Mine
Watch The Children Pray
Black Things
Beyond The Black
By The Numbers
In Mourning
Fake Healer




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