Marilyn Manson - The Heaven Upside Down Tour 2017
22/11/17 - Pala Alpitour, Torino


Articolo a cura di Pamela Piccolo
Dalle proteste al silenzio. Dopo una data estiva all’Ippodromo delle Capannelle di Roma e una aspramente contestata a Villafranca di Verona, il Reverendo ha sfornato il suo decimo album. “Heaven Upside Down” è quanto di più vicino alle origini di Marilyn Manson ci sia a partire dal 1998 e i circa tremila firmatari della petizione di Verona “Manson, io non ci sto” non hanno fatto altro che arricchire Manson, il suo ego e la sua aura, di una notevole e meritata importanza. 

In occasione dell’unica data italiana della leg europea dell’Heaven Upside Down Tour abbiamo avuto un assaggio della maestria e della istrionica espressività di Brian Warner e dei suoi Marilyn Manson. Nessun crocefisso o messa riparatrice si sono manifestati nella culla italiana dell’esoterismo.
 
Come esiste Dio esiste il Diavolo, dicono quelli che ben pensano. Al Pala Alpitour abbiamo assistito alla messa in scena di un'arte performativa della quale pensavamo di avere visto tutto, eppure ci siamo ricreduti. Lontani gli anni degli atti osceni in luogo pubblico e delle sperimentazioni con tecniche di alterazione della mente (va bene, ha appena puntato un fucile finto contro il pubblico…), uno dei provocatori più spregiudicati dello show business non ha terminato le sue cartucce. Dietro a un telo nero risuona "The End" dei The Doors e, così, si parte.
 
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Manson sguaina il meglio della sua discografia proponendo brani tratti da “Heaven Upside Down”, “The Golden Age of Grotesque”, “Mechanical Animals” e “Antichrist Superstar”. La posa statuaria dovuta alla gamba ancora ingessata impedirà una resa perfetta dell’esibizione, tuttavia Manson si donerà in tutto e per tutto. È arduo compiere determinati movimenti o esagerare con un arto fratturato in due punti; sentiamo Manson soffrire anche per lo sforzo compiuto dal suo diaframma e dalla sua gabbia toracica. Le figure dei due chirurghi sul palcoscenico, sapientemente studiate, tentano di alleviare ogni suo dolore, che temiamo sia il reale motivo dietro il gettito a terra del microfono al termine di ogni canzone. Imbottito o meno di antidolorifici, Manson è una macchina da guerra. Ha voce, energia e presenza scenica. Ha tenerezza e sa cavalcare il boa del rock.   
 
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Dall’alto del suo trono nero Manson detta legge. "Revelation #12" è un’apertura di buona caratura. L’inconfondibile voce del Reverendo è ruggente e lo dimostrano le proposte “This Is The New Shit” e “Disposable Teens”. Gli elementi essenziali on stage e l’ineccepibile gestione delle luci danno risalto alla scura figura di cui è rivestito Brian Warner, il quale raggiunge l’apice con le performance di “Sweet Dreams (Are Made Of This)” e “The Beautiful People”, canto del cigno della decadenza dell’essere umano. Nel mezzo della bellezza delle immagini dipinte dai Marilyn Manson, Juan Alderete sostituisce Twiggy Ramirez. In lui c’è trasporto e capacità di tenere il palco. Accanto a tale novità, constatiamo che la resa live dei nuovi pezzi non è da sottovalutare. Nonostante “Heaven Upside Down” non sia il capolavoro di una carriera, ci mette tutti d’accordo.
 
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Un paio di brani in più avrebbero reso più succulenta la scaletta in programma, ma preferiamo inchinarci e togliere il cappello in segno di ringraziamento, Reverendo, per uno spettacolo difficile e al tempo stesso viscerale e corposo.
 
  
Qui la fotogallery completa della serata. 
 
 
Setlist
 
The End (The Doors)
Revelation #12
This Is The New Shit
Disposable Teens
mOBSCENE
KILL4ME
Deep Six
The Dope Show
Sweet Dreams (Are Made Of This)
Tourniquet
We Know Where You Fucking Live
Say10
The Beautiful People
Cruci-Fiction in Space



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