Mark Knopfler + Sting - Collisioni Festival 2015
19/07/15 - Piazza Colbert, Barolo


Articolo a cura di Giulio Beneventi

A chiudere l'edizione 2015 del Collisioni Festival quest'anno sono chiamati due mostri sacri del rock più classico, due pezzi grossi della fastosa musica anni '70-80: Mark Knopfler e Sting.
Dire Straits da una parte, Police dall'altra. Milioni di dischi venduti nel mezzo. Non parliamo poi delle ampie platee sbancate. Barolo però per entrambi è una prima volta ed è soprattutto un'occasione per suonare in una splendida località cuneese che offre un panorama da patrimonio dell'Unesco.

 

Hype, dunque, elevato.

 

markknopflercollisioni2015

 

Il pomeriggio del 20 luglio mostra già di per sè uno spettacolo fantastico: per il concerto di Mark Knopfler -molto anticipatamente sold out- si crea una lunga coda di fans di ogni generazione e l'attesa è decisamente palpabile. Peccato che, attaccate le danze, il chitarrista di Glasgow non ripaghi adeguatamente l'entusiasmo generale, firmando un'esibizione poco più che tiepida, nonostante la temperatura incandescente.

Poteva essere un concertone, ma non lo è stato, perchè penalizzato da diversi problemi tecnici e -probabilmente di conseguenza- troppe poche canzoni. Doveva essere sulla carta una tappa del Tracker Tour, ma in fondo non è stato neanche quello -se non in modo farlocco- dato che la breve scaletta proposta finisce per premiare l'album appena uscito (il cui tour dovrebbe essere in sua promozione) soltanto in apertura, con quella unica "Broken Bones", paradossalmente uno degli episodi più deboli di Tracker, che "dona" al live con il suo mono-accordo una partenza col fiato corto (si soffre sul serio la mancanza della spinta iniziale di "What It Is"). Per il resto il concerto si conferma una sorta di Privateering - parte II, fotocopia (con setlist troppo dimezzata) delle date italiane della scorsa tournèe. 

Se infatti la prima parte della setlist si fossilizza sul penultimo album, si passa poi direttamente ad un trittico da Dire Straits run che scuote molto positivamente ma provoca purtroppo come danno collaterale un fastidiosissimo e "anti-estetico" mare di smartphones sulle note di "Romeo and Juliet", sintomo che non sappiamo più goderci neanche la cosa più bella del mondo, ossia la musica live, specie se suonata da signori musicisti... come se volessimo quasi cristallizzare quell'attimo magico, piuttosto che assaporarlo sul momento. Ma questo è un altro discorso, che di certo non riguarda il nostro guitar hero.

 

Al di là delle critiche, Mark è un pò distaccato ma tecnicamente sigla una buona prestazione, specie se si tiene conto della condizione "brilla" che qualcuno delle prime fila sembra aver notato... siamo a Barolo, del resto! La band è allo stesso livello (tecnico, non alcolico), con un Nigel Hitchcock impeccabile: grazie anche al suo apporto al sassofono, le gemme del prezioso canzoniere knopfleriano come al solito toccano le più recondite corde del cuore con la loro bellezza, su tutte le splendide esecuzioni delle consecutive "Speedway At Nazareth" e "Telegraph Road", oltre alla chiusura con la storica suite "Going Home: Local Hero Theme".

 

Per esperienza posso confermare che un concerto del genere sarebbe stato più godibile da seduti e rilassati assaporando tranquillamente quel delicato suon di Stratocaster, piuttosto che accalcati al caldo sotto il palco tutti in piedi, come invece è stato.
Per i neofiti e i fans sfegatati poi sono sicuro che sarà stato comunque un concentrato di forti emozioni, ma un osservatore obiettivo non può che commentare (e sbuffare) dinnanzi alla solita solfa da qualche anno ormai trita e ritrita. Certo, a tratti sempre piacevole. Ma ogni tanto un po' di freschezza e cambiamento non farebbe male. Magari recuperando un pò il brio di certi pezzi dei vecchi tempi (suggerisco "Two Young Lovers") e non solo una "Your Latest Trick" comunque molto apprezzata.

 

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Passando al giorno successivo (21 luglio), al "Final Day" della manifestazione agri-rock, il confronto con il precedente show di Mark Knopfler è spiazzante. Se il chitarrista scozzese si è momentaneamente dimenticato come instaurare un rapporto dinamico col pubblico durante il concerto, Mr. Sumner invece se lo ricorda fin troppo bene. La sua performance, costituita esclusivamente da grandi successi della classica e (ahimè) breve epoca Police e hits del periodo solista, è assolutamente adrenalinica e coinvolge per tutto il tempo i 9000 e oltre presenti, sia durante le canzoni che nei simpatici discorsi di presentazione con leggerezza e un fluido italiano. Del resto il Palagio non è poi così lontano...

Non è sold out come per Knopfler -complice anche il martedì, giorno più ostile ai lavoratori- ma piazza Colbert è più calda che mai: il 64enne è in ottima forma, con un new-look barbuto ma giovanile, voce sempre squillante e energia springsteeniana; ad ogni brano chiama il pubblico a interagire, sin dall'apertura con "If I Ever Lose My Faith In You" e la gente risponde bene, cantando su tutti i cori, ululando insieme su "Hounds Of Winter" e rimanendo senza parole per il talento della band dietro il bassista di Wallsend. Dominic Miller e David Sancious sono infatti delle lussuose garanzie, Peter Tickell al violino è sorprendente, la corista Jo Lawry durante le sfuriate finali di "Next To You" ruba la scena e "Vincenzo Pietro Massimiliano" Colaiuta.... beh, che ve lo dico a fare: non ha poi così torto Sting nel definirlo il miglior batterista del mondo, dopo il suo solo in 7/8 nell'introduzione jazz di "Roxanne", squisitamente mischiata poi alla cover di Bill Withers, "Ain't No Sunshine".


Cosa non ha funzionato perfettamente per Knopfler e invece ha garantito la perfetta presa sul pubblico a Sting è stato senza grossi dubbi l'ampio utilizzo dei brani della band storica. Non le solite quattro o cinque canzoni di prassi come spesso i solisti fuorisciti da grossi gruppi propongono. Ma dieci. Praticamente la metà. "So Lonely", "Driven To Tears", l'immancabile "Message In A Bottle" che funge anche da tag-line dell'intera manifestazione e molte altre, toccando tutti e cinque gli album dei Police.
Sicuramente qualcuno starà pensando che questa scelta è probabilmente un difetto o magari una consapevolezza della mancanza di interesse generale verso la parte solista della gente che viene a questi tipi di live. Io non penso sia così: sono dell'opinione che sia più una sorta di rispetto verso i fan. Arrivato ormai da decenni alla consacrazione, per un musicista è quasi una sorta di ringraziamento a chi li ha ascoltati e sostenuti negli anni, a chi ha saputo cogliere il suo messaggio nella bottiglia, proponendo oggi dal vivo, senza passati rancori o vergogne, il meglio della propria carriera, dando il giusto spazio alle varie composizioni che hanno affascinato milioni di persone.

 

Sting ha scelto di fare così. Barolo di certo ringrazia.

 

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Setlist Mark Knopfler

01. Broken Bones
02. Corned Beef City
03. Privateering
04. (Father and son) Hill Farmer's Blues
05. Romeo & Juliet
06. Sultans of Swing
07. (She's Gone) Your Latest Trick

[Band introduction]

08. Postcards From Paraguay
09. Marbletown
10. Speedway At Nazareth
11. Telegraph Road


Encore

12. So far away
13. Going Home: Local Hero Theme

 

 

Setlist Sting

01. If I Ever Lose My Faith In You
02. Every Little Thing She Does Is Magic
03. Englishman in New York

[Band Introduction]

04. So lonely
05. When The World Is Running Down...
06. Fields Of Gold
07. Driven To Tears
08. Walking on The Moon
09. Heavy Cloud No Rain
10. Message in A Bottle
11. Shape of My Heart
12. The Hounds of Winter
13. De Do Do Do De Da Da Da
Intro jazz (solo Drums Colaiuta)
14. Roxanne (Ain't No Sunshine)

Encore 1
15. Desert Rose
16. Every Breath You Take

Encore 2
17. Next To You
18. Fragile

 

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