Meshuggah European Tour 2018
20/06/18 - Estragon, Bologna


Articolo a cura di Isadora Troiano
Dalla Svezia con furore. O forse da un altro pianeta superiore in cui i musicisti sono macchine implacabili e perfette. È più probabile che sia da lì che i Meshuggah sono approdati all'Estragon di Bologna per l'ultima delle tre date italiane del nuovo tour 2018. Ancora sull'onda dell'ultimo, incredibile album "Violent Sleep Of Reason", la band di Jens Kidman ha portato nella città emiliana ritmi micidiali e un groove mastodontico, a due anni dall'ultima volta.
L'apertura è affidata ai nostrani Destrage, ormai affermati, e con buona ragione, nella scena metal italiana. Fa piacere vedere una band di casa nostra a fare da spalla a dei giganti come i Meshuggah e, nonostante il set molto breve, i Destrage si dimostrano all'altezza del compito affidatogli. Promuovendo in gran parte l'ultimo album "A Means To No End", ma non disdegnando i lavori precedenti, i cinque milanesi ce la mettono tutta per dare al pubblico dell'Estragon la carica necessaria ad affrontare gli headliner e ci riescono molto bene.
 
 
destrageband2016 
 
Tutto è pronto quindi per l'arrivo di Jens Kidman e soci, preceduti durante il cambio palco da un'improbabile selezione musicale anni '80: difficile pensare di ascoltare prima "Careless Whisper" di George Michael e subito dopo la martellante "Clockwork" ma questo è quanto accade. Il feeling tra i Meshuggah e il pubblico bolognese è subito stabilito e consolidato da un susseguirsi di brani devastanti, una dietro l'altra "Born In Dissonance", "Do Not Look Down" e "The Hurt That Finds You First".
Con "Pravus" è l'apocalisse: il pogo selvaggio si fa ancora più ampio e perfino un freddo scandinavo come Jens Kidman si sente in dovere di ringraziare gli avventori emiliani.
I Meshuggah arrivano orfani del leggendario chitarrista Fredrik Thordendal, momentaneamente impegnato in un progetto solista, ma il posto è riempito egregiamente da Per Nilsson, un altro mostro di tecnica e artista di spicco della scena scandinava. Forse è questa l'unica pecca, se è possibile trovarne una, dell'esibizione bolognese dei Meshuggah, soprattutto per chi è al proprio primo concerto della band, ma per il resto i cinque sono stati pressoché ineccepibili.
 
 
meshuggah 
Le pause sono brevissime, i Meshuggah, si sa, non fanno prigionieri ma sganciano una bomba dietro l'altra: "Lethargica", "Violent Sleep Of Reason" e una monumentale "Bleed" per chiudere la scaletta prima dell'encore. Prima di salutarsi, con la promessa di tornare presto, gli svedesi regalano l'ultima perla, la spettacolare "Demiurge", una di quelle canzoni che fanno riflettere su quando si possano ribassare le accordature di uno strumento.
Con la precisione meccanica da automi, i Meshuggah conquistano anche Bologna dopo Milano e Roma e la promessa finale di rivedersi presto fa ben sperare per nuova musica da parte della compagine scandinava.

 

Setlist:
Clockworks
Born in Dissonance
Do Not Look Down
The Hurt that Finds You First
Rational Gaze
Pravus
Lethargica
Nostrum
Violent Sleep of Reason
Bleed

Encore:
Straws Pulled at Random
Demiurge




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