Mogwai - European Tour 2018
11/07/18 - Castello Visconteo, Pavia


Articolo a cura di Mattia Schiavone

Insieme agli innumerevoli grandi nomi che stanno invadendo il Belpaese in questa calda estate, anche i Mogwai sono tornati a farci visita per ben tre date. A quasi un anno dalla pubblicazione di "Every Country's Sun" e a pochi mesi dalle ultime due esibizioni in Italia, gli alfieri del post rock, dopo i due show a Sesto Al Regheno (PN) e Roma, hanno inaugurato l'Iride - Franchini Music Festival, esibendosi nel Castello Visconteo di Pavia, location d'eccezione ed evocativa quanto la musica proposta dalla band.

 

Il crepuscolo sta lentamente lasciando il posto all'oscurità, quando, accolti da un applauso, i quattro (accompagnati dal turnista Alex Mackay) fanno il loro ingresso sul palco e danno il via a novanta minuti di puro trasporto emotivo. Un concerto dei Mogwai è un'esperienza totale, un violento scontro di suoni ed emozioni contrastanti, che si sovrastano continuamente a vicenda. Le prime quiete note ad uscire dagli amplificatori e ad essere trasportate dalla leggera brezza pavese verso il pubblico, sono quelle dell'arpeggio di "Hunted By A Freak", che rappresenta il primo climax fino al caratteristico muro di roboanti distorsioni. I volumi sono perfettamente equilibrati e, anche se la location non permette di avere un volume davvero alto come da tradizione per gli scozzesi, i presenti fissano il palco fin da subito con aria sognante, trasportati dalle melodie aliene prodotte dalla band. I Mogwai proseguono omaggiando l'ultimo album in studio, dal quale vengono interpretate "Crossing The Road Material" e "Party In The Dark", unico brano della serata in cui Stuart Braithwaite può dilettarsi anche dietro al microfono.

 

mogwaipromo

 

A questo proposito, tutti i musicisti sul palco sono autori di una grandissima performance. Il ritorno di Martin Bulloch dopo i problemi di salute non poteva essere dei migliori: il batterista accarezza e percuote le sue pelli con precisione e violenza, incarnando il motore su cui poggia e si sviluppa tutto il lavoro dei compagni, i quali si scambiano continuamente posizione tra chitarre, basso e tastiere. Ogni minimo effetto è studiato alla perfezione ed è sorprendente l'aderenza alle tracce originali, i cui vertici di emozionalità vengono anche superati.

 

Se il più suonato durante lo show rimane "Every Country's Sun", la scaletta omaggia anche i primi lavori e si snoda attraverso tutta la lunga carriera del gruppo. La performance di "I'm Jim Morrison, I'm Dead" è uno degli highlight della serata e viene seguita dalle lancinanti distorsioni di "Rano Pano". Proprio qui sta la maestria dei Mogwai: il combo danza e volteggia intorno al labile limite tra melodia e cacofonia senza mai superarlo e riuscendo in questo modo a far proprie le menti dei fan, le cui teste ondeggiano a ritmo di musica con gli occhi chiusi. "Ex-Cowboy" e "Friend Of The Night" brillano di luce propria e introducono una lunga serie di pezzi da novanta. Dopo le note quasi dark di "Don't Believe The Fife" e la sua esplosione finale, i cinque si presentano nella loro componente più graffiante con "Old Poison", ruvida e abrasiva come l'asfalto. La titletrack dell'ultimo disco assume invece connotati epici e sulla sua conclusione si innalzano a dismisura i suoni delle tre chitarre, dando il via alla leggendaria "Mogwai Fear Satan". La traccia più rappresentativa dei nostri, oltre ad essere probabilmente il manifesto del post rock, è davvero un momento catartico all'interno del quale perdersi continuamente e sentirsi vivi. Dopo una brevissima pausa, a mettere la parola fine sono "New Paths To Helicon, Pt. 1" e una favolosa "We're No Here", sulla cui conclusione i musicisti salutano il pubblico mettendo in loop i veri e propri rombi prodotti dalle chitarre.

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Il risveglio da un concerto dei Mogwai è qualcosa di surreale. La mente si ricongiunge al corpo, l'anima travolta come un fiume in piena dalla musica si quieta, le palpebre si schiudono e il sangue ribollente torna a fluire normalmente nelle vene. Sarà possibile ripetere un'esperienza simile solo quando i sovrani del post rock torneranno a deliziarci un'altra volta.

 

Setlist:

 

Hunted by a Freak
Crossing the Road Material
Party in the Dark
Kids Will Be Skeletons
I'm Jim Morrison, I'm Dead
Rano Pano
Friend of the Night
Ex-Cowboy
Don't Believe the Fife
Old Poisons
Every Country's Sun
Mogwai Fear Satan
New Paths to Helicon, Pt. 1
We're No Here




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