MTV Headbangers Ball Tour 2017 - Max & Iggor Cavalera "Return To Roots" + Overkill + Insomnium + Deserted Fear
05/12/17 - Live Club, Trezzo sull'Adda


Articolo a cura di Sophia Melfi

È stato un salto temporale nel metal degli anni '80/'90 quello compiutosi allo storico Live Club di Trezzo sull'Adda, in occasione dell'MTV Headbangers Ball Tour 2017. Protagonisti indiscussi di questo festival sono stati i fratelli di Belo Horizonte, Max e Iggor Cavalera, che hanno celebrato il ventesimo anniversario di uno degli album più influenti della scena metal anni '90. "Roots" è stato presentato al pubblico nostalgico del Live Club in tutta la sua maestosità, ad altissimo volume come un brutale grido di battaglia. Ad accompagnare on the road i fratelli Cavalera, una delle band piu amate del thrash metal mondiale, gli Overkill, preceduti da Insomnium e Deserted Fear.

 

E' già sera quando l'intima e soffusa atmosfera del locale viene interrotta dalla novità per eccellenza della serata. I Deserted Fear, nuovi assi del death metal tedesco, si esibiscono sul palco del Live Club riempiendone ogni minimo centimetro. Il terzetto della Turingia presenta uno stile scarno, asciutto e semplice senza troppi sfarzi o pretese, pur richiamando un tipo di death old school. Espressione del genere nel senso più moderno che di esso esista, i Deserted Fear conquistano il pubblico, già positivamente e fisicamente coinvolto dalle perfomance delle più celebri tracce del terzo e ultimo album in studio "Dead Shore Rising", volto a sottolineare l'intento e la modestia, per nulla scontata, della band tedesca. Una gracile produzione discografica alle spalle non ha pregiudicato una resa dal vivo notevole. Tecnicismi si alternano a ritmiche tipicamente death e brutal che lasciano il pubblico piacevolmente sorpreso, e soprattutto incuriosito.

 

Il clima é più caldo, umido e teso. Dalla Germania alla Finlandia, il nord del mondo è attualmente il primo protagonista della scena death metal moderna. Il secondo gruppo a salire sul palco è quello degli Insomnium, un sogno o una terribile insonnia che si presenta nel suo aspetto duale primo, ramificato in due precise categorie musicali: melodic death metal e doom metal, genere a cui il gruppo è visibilmente riconoscente. Dalla turbolenza dei giovani Deserted Fear si è repentinamente passati ad un'atmosfera più malinconica, cupa e claustrofobica tipica del genere a cui appartiene il secondo gruppo. Il pubblico è come asfissiato dal ritmo lento e progressivo degli Insomnium a cui si alternano brevi respiri melodici. Seguendo la scia del successo dell'ultimo album in studio "Winter's Gate" e di "One For Sorrow" (2011), la band finlandese ha affascinato i presenti con melodie soporifere in antitesi a ritmiche più accelerate tipicamente death.

 

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L'ambiente sognante e raffreddato dagli Insomnium viene immediatamente scaldato da una delle band simbolo del thrash metal a livello planetario, gli Overkill, i quali irrompono sul palco del Live Club per spezzarlo letteralmente in due. E si aprono i cerchi e si dà il via alle danze a ritmo dei celeberi brani della band statunitense, tra cui "Rotten To The Core", "Elimination" e "Fuck You", la cui energia si è inevitabilmente diffusa sul pubblico contagiandolo di un'insana euforia. A contraddistinguersi sono le chitarre sporche di Dave Linsk e Derek Tailer, marcate dalla voce del carismatico e instancabile Bobby "Blitz" Ellsworth. Con la stessa energia di storici album come "Feel The Fire", "Taking Over", "The Years Of Decay", ma soprattutto "Horrorscope", la band si mostra fieramente al pubblico del Live Club in tutta la sua novità, con l'ultimo lavoro in studio "The Grinding Wheel". Senza tradire nessuna aspettativa, gli Overkill hanno animato il pubblico elettrificandolo a puntino. Manca solo qualche ultima canzone alla pausa che separa il grill dall'inferno. L'ultima spennellata graffiante degli Overkill per poi passare all'incantesimo tribale di "Roots".

 

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L'aria si fa ora più soffocante e torbida in attesa dei fratelli Cavalera. Persa ogni cognizione di spazio o di tempo sopraggiungono sul palco Max, Iggor Cavalera, Mike Leon dei Soulfly alla chitarra, e Nate Newton al basso. Acclamati e riconosciuti da tutti come il simbolo di un'epoca, grazie agli album storici dei Sepultura, i fratelli brasiliani entrano sul palco pienamente consapevoli di ciò che sarebbe presto accaduto. Max e Iggor Cavalera inaugurano il loro viaggio mistico e tribale con la canzone manifesto dell'album, "Roots Bloody Roots". Una carica esplosiva contagia il pubblico che segue costantemente il ritmo incalzante della canzone, simbolo per antonomasia di uno degli album più influenti degli anni '90, "Roots".


Un'esplosione di luci rosse, che richiamano palesemente la copertina dell'album, si scaglia prima sui componenti del gruppo e poi violentemente sul pubblico incitato a seguire una sorta di danza tribale, all'unisono con il tanto atteso ritorno alle radici. "Roots" prosegue con un altro storico brano: "Attitude". Gli occhi di tutti sono puntati su Max e Iggor che conquistano e infervorano il pubblico con la grandiosità di  "Rattamahatta". Per l'esecuzione del brano vengono posizionati sul palco alcuni degli strumenti utilizzati dalle comunità indigene brasiliane le quali parteciparono, all'epoca, alla composizione dell'intero album. Tamburi e Berimbau, suonati da Max Cavalera, accompagnano i potenti riff di Mike Leon e il celebre ritornello del brano, il cui sound è stato tratto dalla musica brasiliana di strada, in particolare samba e bossa nova. Brevi pause fomentano la curiosità e l'energia del pubblico, ormai trasportato indietro di circa 20 anni, in quella che era la scena thrash metal, crossover e hardcore più interessante del momento. Come ogni band ha un proprio tratto distintivo che dal vivo risalta maggiormente, così anche il gruppo di Max e Iggor Cavalera ha un suo punto di forza, ovvero la perfetta simbiosi tra percussioni potenti e ritmicamente ben scandite, riff taglienti ai limiti dell'extreme di Max Cavalera e growl ben calibrati ed efficaci.

 

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Segue "Lookaway", brano in cui confluiscono svariate influenze musicali che segnano una piccola evasione dal sound tipico di "Roots". Il brano fu concepito infatti con la collaborazione di Jonathan Davis (Korn), DJ Lethal (Limp Bizkit) e Mike Patton (Faith No More), grande amico di Max Cavalera, il quale conferma la presenza di diversi generi all'interno dello stesso brano, che lo hanno reso una sorta di esperimento ben distinto dal resto dei brani. D'altronde anche i primi 5 album dei Sepultura altro non furono che un "mix ben riuscito" di thrash, death, groove, hardcore punk, crossover...

Il pubblico inizia a distanziarsi, a prendere spazio. All'interno del Live Club si é formato un enorme buco nero che sui riff di "Born Stubborn" e "Itsàri" si riempie rapidamente di persone che saltano e proseguono la danza tribale. Con "Endanged Species" e "Dictatorshit" si conclude, apparentemente, il misitico ritorno al 1996 di "Roots" e con lui la storia delle etnie e della musica brasiliana di strada che costituisce il cuore pulsante del concept album. I fratelli Cavalera omaggiano ancora due degli artisti che hanno maggiormente lasciato un'impronta sulla loro percezione musicale, Ozzy Osbourne e i Black Sabbath di cui hanno eseguito, alla fine di un brano, il potente e celebre riff di "Iron Man" e Lemmy Kilmister dei Motörhead, ricordato con una delle canzoni simbolo della band, "Ace of Spades" in cui il pubblico è letteralmente impazzito. Il ritorno alle origini si conclude con un bis di "Bloody Roots" versione "speed" che conquista ancora una volta il pubblico, esausto, ma appagato dalla meta raggiunta attraverso l'articolato percorso di "Roots", l'ultimo tour in memoria di una delle band più innovative, sperimentali e influenti del panorama metal internazionale, i Sepultura. Con questo tour si congeda definitivamente l'idea di una reunion, ma si aprono inesorabilmente nuove strade che i fratelli Cavalera non mancheranno di percorrere con la stessa energia e tenacia di 20/30 anni fa.

 

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"We're going back to our brasilian Roots, essential parts of our Lives."

 

Setlist

 

Roots Bloody Roots

Attitude

Cut-Throat

Ratamahatta

Breed Apart

Straighthate

Spit

Lookaway

Dusted

Born Stubborn

Itsári

Ambush

Endangered Species

Dictatorshit

Encore:

Ace of Spades (Motorhead Cover)

Excruciating

Roots Bloody Roots




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