Simon Phillips - Protocol IV
29/10/17 - CrossRoads, Roma


Articolo a cura di Valerio Cesarini

Il sogno di ogni ragazzino con una chitarra è la vita da rockstar, le luci dei palchi, le urla del pubblico e, per i più avidi, il riconoscimento di fan adoranti e gli sguardi gelosi di chi ammira il Musicista. Ecco, arriva anche un momento in cui le luci possono voler essere abbassate un po', per chi quel sogno di ragazzo lo ha vissuto per quarant'anni. Piu' di vent'anni in una delle rockband piu' importanti del pianeta, in quella élite chiamata Toto; percorsi con piu' artisti di quanti una pagina potrebbe contenere; contemporaneamente, l'esperienza di una fulgida vita da studio come produttore.

 

Appare allora piu' chiaro perchè una personalità come Simon Phillips, unico nel suo genere, può permettersi di incartare dolcemente il sogno degli stadi per dedicarsi, finalmente, esclusivamente a ciò che piu' ama. Il percorso Protocol, negli ultimi anni più vivo che mai, è alla sua quarta incarnazione come progetto solista prog-fusion, in cui uno dei batteristi piu' ricercati della storia si accompagna con musicisti di caratura mondiale. Protocol IV vede un gruppo diverso dagli ultimi due dischi, con Dennis Hamm alle tastiere e Greg Howe alle chitarre; la matrice di fondo rimane la composizione (e la produzione) firmata Phillips, ma sostituire Steve Weingart e Andy Timmons inevitabilmente porta ad un cambiamento nelle dinamiche del quartetto.


Pieno il CrossRoads di Roma per la terza data italiana della band, con Otmaro Ruiz alle tastiere e il fedelissimo Ernest Tibbs al basso: l'atmosfera è l'usuale, semplice tepore casalingo di chi sale sul palco per suonare e dimentica di essere una rockstar. L'esperienza Protocol si estende con la presentazione del disco in tutta la sua interezza, fra mirabolanti cavalcate fusion e le immancabili corse sui tom, e soprattutto un rapporto fraterno sia sopra che sotto il palco. Occhiate fra virtuosi, Simon Phillips che dà il tempo a voce e musicisti del calibro di Greg Howe ascoltano, seguono; il pubblico ha il privilegio di vedere ed ascoltare il processo di creazione della musica, l'intreccio di mani e menti che riescono a tenersi in equilibrio costante fra l'assoluta perizia esecutiva e il piacere di un ascolto rilassato.

Già fiato alle trombe con il lungo drum solo in "Pentangle"; torna, costante, il carattere fusion firmato Phillips con l'indimenticabile lick di "Celtic Run" - non dopo un'intro orchestrato nientemeno che da Philippe Saisse ed eseguito magistralmente da Otmaro Ruiz ("Interlude").

 

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Applausi ad ogni brano, acustica perfetta, e perfino un bis incitato da centinaia di persone evidentemente pervase dalla potenza ritmica di Phillips, tutte in un tamburellare perfetto e lineare. La band risale sul palco per l'ultimo brano, l'unico dai progetti precedenti, la "Catalyst" gemma di "Protocol 3", prima di un inchino sentito, una birra veloce e il meritato, intimo bagno di folla.

 

Forse il più gremito concerto di Protocol degli ultimi anni, di certo un'esperienza condivisa, per chiunque ha avuto il privilegio di trovarsi al Crossroads, dagli artisti ai ragazzi seduti all'ultimo tavolo. Viene da chiedersi se davvero non valga la pena puntare a questa dimensione della Musica, e chi se ne frega degli stadi.

 

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Setlist

Nimbus

Pentangle

Passage to Agra

Solitaire

Interlude

Celtic Run

All Things Considered

Phantom Voyage

Azorez

Catalyst 




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