Queens Of The Stone Age - Villains Tour 2017
04/11/17 - Unipol Arena, Bologna
Articolo a cura di
Isadora Troiano

Vedere i Queens Of The Stone Age riempire completamente ed infiammare una location di grande capienza come l’Unipol Arena di Bologna è stato uno spettacolo sensazionale. Anche se non è la loro prima volta nei palazzetti italiani, anche se ormai il loro successo è molto più diffuso di quello che si pensi, per un fan di vecchia data è sempre e comunque qualcosa di stupefacente. C’è poco da fare, ormai la band di Josh Homme si è classificata tra i big della scena rock degli ultimi anni ed è chiaro che sia un posto che ha intenzione di conservare. Il fermento che circonda la data, l’affluenza già dalle prime ore del pomeriggio ne sono testimonianza lampante.
L’uscita recente con l’album
“Villains”, acclamato dalla critica e non solo, ha definitivamente consacrato i Queens Of The Stone Age e la loro performance nel capoluogo emiliano ha convinto anche i più scettici.
Dopo l’esibizione degli americani
Broncho, i QOTSA entrano sul palco quasi puntuali e alla spicciolata ma è ovviamente a Josh Homme, arrivato sul palco per ultimo, che il pubblico riserva la prima e più potente ovazione; i motori vengono scaldati da “If I Had A Tail”, tratta dall’ottimo
“…Like Clockwork”, seguita dal vecchio classico “Monster In The Parasol” e da “My God Is The Sun”, ancora del disco del 2013.
Senza un attimo di tregua, la band comincia a proporre pezzi dell’ultimo album, “Feet Don’t Fail Me” e “The Way You Used To”, come anche altri grandi successi, prima tra tutte una “No One Knows” cantata a squarciagola da tutto il palazzetto e intervallata da un breve ma intenso discorso di Homme che, dopo qualche oscenità in italiano, ha invitato il pubblico a scatenarsi senza freni, come un novello predicatore con i suoi seguaci.
Il rosso cantante riesce a coinvolgere il pubblico dell’Unipol Arena con grande maestria e i risultati si vedono, con l’intero palazzetto che balla e salta, gradinate comprese. Dopo un breve interludio per soli fan nostalgici, con la chicca “Mexicola”, magistralmente eseguita ma purtroppo sconosciuta a una larga fetta di pubblico, i Queens Of The Stone Age tornano sul nuovo album con il singolo “The Evil Has Landed” e un’alternanza di brani dagli ultimi due lavori.
Sentire accostate canzoni vecchie e successi degli ultimi anni fa capire quanto il suono e la stessa identità di questa band si siano evoluti nel corso di due decenni: la pesantezza e il sound acido e lisergico di qualche anno fa hanno lasciato il posto a un sound più rarefatto ed elettronico, anche se sempre eseguito con grande abilità e bravura. Una delle poche pecche della serata sono i suoni, non sempre al massimo della qualità: in particolare, verso metà concerto, il volume della voce di Homme si abbassa, penalizzando parecchio i brani proposti. Il pubblico però non si fa scoraggiare dagli inconvenienti tecnici e il tempo vola insieme ai Queens Of The Stone Age: con la tripletta “Little Sister”, “Sick Sick Sick” e “Go With The Flow”, l’Unipol Arena è un’unica entità scatenata ma purtroppo è già tempo di encore.
Il set bolognese della band si chiude con “Head Like a Haunted House” e l’epica “Song For The Dead”, un concentrato di energia che ha concluso degnamente uno show con pochissime sbavature e assolutamente degno della band sul palco. Homme, insieme ai compagni Jon Theodore, Michael Shuman, Dean Fertita e il virtuoso polistrumentista Troy Van Leeuwen, ha offerto al pubblico italiano uno spettacolo di qualità, che non ha deluso le altissime aspettative dei presenti. Un’ulteriore dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di ciò di cui sono capaci i Queens Of The Stone Age.
Setlist:
If I Had a Tail
Monsters in the Parasol
My God Is the Sun
Feet Don't Fail Me
The Way You Used to Do
You Think I Ain't Worth a Dollar, but I Feel Like a Millionaire
No One Knows
Mexicola
The Evil Has Landed
I Sat by the Ocean
Smooth Sailing
Domesticated Animals
Make It Wit Chu
I Appear Missing
Villains of Circumstance
Little Sister
Sick, Sick, Sick
Go With the Flow
Encore:
Head Like a Haunted House
A Song for the Dead