Skunk Anansie - 25Live@25 Tour
08/07/19 - Auditorium Parco della Musica, Roma


Articolo a cura di Federico Falcone

Skunk Anansie e Roma, un amore che si rinnova. Il gruppo britannico, arrivato in Italia per festeggiare i venticinque anni di carriera con tour di ben sei tappe, ieri sera, in quel dell'Auditorium Parco della Musica - Cavea, è tornato ad abbracciare, entusiasmare e scatenare la fanbase capitolina con uno show a dir poco sensazionale.

 

Due ore di concerto in cui la band ha dato dimostrazione di essere in grandissima forma, più carica che mai e pronta a recitare, ancora una volta, la parte del protagonista all'interno della geografia del rock mondiale. Sono da poco passate le 20.00 quando sul palco salgono gli ALLUSINLOVE, opener della serata. Il gruppo proveniente da Leeds è da poco uscito sul mercato con l'album di debutto "It's Okay To Talk" ma, nonostante la poca esperienza in studio, dimostra di avere le idee ben chiare su come intrattenere la folla. Il pubblico, eclettico e di tutte le età, gradisce e si lascia andare all'hard rock semplice, ma efficace di Jason Moules e soci.

 

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Giusto il tempo di un rapido cambio palco, anche per consentire agli spettatori di bere una birra ghiacciata indispensabile per trovare ristoro dal caldo africano che ha investito la "città eterna", che fanno il loro ingresso gli headliner della serata. Apre la setlist la dirompente "Charlie Big Potato" e, da subito, è tutto estremamente chiaro e lineare: Skin, Cass Lewis, Ace e Mark Richardson sono in un incredibile stato di grazia. Seguono "Because Of You", "All In The Name Of Pity" e "I Can Dream" e, man mano che il buio scende su Roma, i bellissimi giochi di luce che dal palco illuminano la folla contribuiscono a dare al concerto una veste teatrale realmente suggestiva e coinvolgente. Gli occhi, inevitabilmente, sono tutti per lei, Skin, l'ex giudice di X-Factor amatissima dal pubblico italiano. Sul carisma, sulla personalità e sulla capacità di mangiare il palco della cinquantaduenne cantante londinese sono stati spesi ettolitri di inchiostro e accumulate tonnellate di parole e, quindi, il rischio di scrivere qualcosa di già detto è reale. Ma tant'è, a volte va anche bene ribadire l'ovvio. Skin, dietro il microfono, è semplicemente monumentale. Lo spettacolo è il suo e lei, a sua volta, è lo spettacolo. Una capacità magnetica come pochi suoi colleghi - anche i più illustri - hanno. Sorride e ringhia alla stessa maniera e in egual misura, intrattiene, salta e corre da un lato all'altro del palco come una teenager alle prime armi. Un entusiasmo trascinante, un dinamismo straripante. A ciò si aggiungono un'eleganza e un aplomb costante, anche quando rimprovera chi, in prima fila, non ha fatto altro che scattare foto con il cellullare senza godersi minimamente l'evento. Ma non tragga in inganno questo elogio ad personam, però, perché gli Skunk Anansie sono una band completa in cui ognuno dei musicisti contribuisce in modo determinate a rendere riconoscibile il sound della band. La sezione ritmica composta da Cass Lewis e Mark Richardson è impeccabile e andrebbe insegnata a scuola, esattamente come la concentrazione e la concretezza di Ace, sempre in perfetto controllo dello strumento e mai attratto da possibili smanie di protagonismo. E poi ci sono i brani, alcuni dei quali inni indimenticabili che hanno commosso milioni di adolescenti ("You'll Follow Me Down", "Secretly" e, soprattutto "Hedonism") o ne hanno scatenati altrettanti come "Cheap Honesty", "This Means War" o la più recente "I Believed in You". 

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"What You Do for Love", "Little Baby Swastikkka" e "The Skank Heads", hanno il compito di chiudere una setlist capace di spaziare attraverso tutta la discografia del gruppo, senza rischiare di scontentare nessuno ma, anzi, rilanciando in chiave live brani che troppo frettolosamente sono stati dimenticati. Prima di congedarsi definitivamente, però, l'ultimo saluto è affidato a "Bella Ciao", inno partigiano che di questi tempi, vuoi per ragioni televisive, vuoi per ragioni politiche, è davvero la hit degli ultimi anni.


Setlist:

Charlie Big Potato
Because of You
All in the Name of Pity
I Can Dream
You'll Follow Me Down
My Ugly Boy
Twisted (Everyday Hurts)
Weak
Cheap Honesty
Love Someone Else
I Believed in You
God Loves Only You
Without You
Hedonism (Just Because You Feel Good)
This Means War
Intellectualise My Blackness
Thear the place up
Bis
Secretly
What You Do for Love
Little Baby Swastikkka
The Skank Heads




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