The Amazons - Future Dust Tour 2019
25/10/19 - Covo Club, Bologna


Articolo a cura di Lucia Bartolozzi

 Ultima data del tour europeo per il quartetto di Reading. Dopo un’intensa estate di tour che li ha visti in Italia già al Firenze Rocks e in apertura ai Muse col nuovo album "Future Dust", The Amazons tornano a Bologna per una data sold-out. Era stato proprio il Covo Club ad accoglierli per il loro primo concerto in terra italiana, ormai due anni fa. Adesso, letteralmente esplosi nella scena musicale, pare che il Covo stia loro troppo stretto. D’altronde in una venue così, quasi intima, è difficile contenere tutta la grinta delle amazzoni.
L’attesa è leggermente più lunga del previsto, ma quando finalmente i quattro ragazzi si fanno spazio fra la folla per calcare il palco, si alza un boato d’entusiasmo. In sottofondo è uno dei loro mentori ad accoglierli mentre prendono posizione: dagli speaker, è il parlato di “Tenth Avenue Freeze-Out” di Bruce Springsteen a fare da manifesto alla band.
Il concerto del Covo, l’ultimo di una lunga serie, non delude neppure per mezzo secondo.
Certo, ci sono sbavature, minuscoli imprevisti, ma tornando alle parole del Boss non è alla perfezione della registrazione che puntano i The Amazons. Si tratta di una comunione fra pubblico e band, di un comune rilascio di adrenalina, di un sentimento di cui si fanno paladini all’urlo di “Rock n’ roll is the new rock n’roll”.

 

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Il sound è ben diverso da quello dell’album, ma se la giocano bene e puntano sull’energia, scatenandosi per l’ultima serata. Parte l’ultimo singolo, “Fuzzy Tree”, che insieme a “Mother” e “25” crea una tripletta irresistibile per la folla. È solo l’inizio però, neppure paragonabile a ciò che segue.
Non sembrano provati dal tour, specialmente la voce di Matt Thompson pare non essersi affaticata troppo. Se sporca, se cambia, è perché vuole. Vuole giocare col pubblico, muoversi costringendo i roadies a passare metri e metri di cavo fra le teste in più occasioni. Tutta la band scherza, alternando i propri pezzi a qualche cover. Dopo “In My Mind” segue di getto un’improvvisatissima “It’s A Long Way To The Top”, con un testo storpiato e tagliato. È questo il bello dell’impromptu, fatto su due piedi per puro divertimento.

 

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Dopo le meno conosciute ma altrettanto coinvolgenti “Georgia” e “Dark Vision”, segue “Doubt It” per la gioia del pubblico. “Little Something”, parte invece in modo più leggero solo per poi sfociare in un break potente e grattato. Da lì parte poi una serie di cover, in cui la band si lascia andare completamente. Si riconferma nella scaletta “Helter Skelter”, ormai quasi di rito e affiancata da “20th Century Boy” dei T.Rex. Ancora un salto  del cantante fra il pubblico e gli Amazons tirano fuori dal cilindro un classico come “Iron Man”, che sfocia in un’inaspettata “Bulls On Parade”. Inutile dire che quest’ultima, insieme alla ripresa di “Little Something” scatena subito il pogo. Tutto si calma solo per il tempo di “Junk Food Forever”, ormai un po’ l’anthem della band di Reading e dedicata proprio alla loro città. Il pogo di cui sopra però, non tarda a ricominciare durante la chiusura, con “Black Magic”. Il pezzo viene allungato e stavolta, nonostante i problemi di spazio, si fanno avanti col frontman anche Elliot Briggs (basso) e Chris Alderton (chitarra solista).

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Il pensiero, mentre la band esce sulle note di “Born To Run”, va all’ultima intervista di SpazioRock a Matt. Dicendo che una performance come band d’apertura non è che un centesimo di quello che gli Amazons possono dare come padroni assoluti del palco, non stava dicendo altro che la verità.
Come qualcuno fra il pubblico ha voluto ricordare citando “25”, lo spettacolo delle amazzoni è riassumibile in una frase: Too loud to be ignored.

 

 

 Setlist:


Fuzzy Tree
Mother
25
Stay With Me
Ultraviolet
End Of Wonder
In My Mind
It’s a Long Way To The Top (AC/DC)

Georgia
Dark Vision
Doubt It
Little Something
Helter Skelter (The Beatles) + 20th Century Boy (T. Rex) + Iron Man (Black Sabbath) + Bulls On Parade (RATM) 


Junk Food Forever
Black Magic

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