Unaltrofestival 2016 Day 2
02/09/16 - Circolo Magnolia, Segrate (MI)


Articolo a cura di Giulia Franceschini

Unaltrofestival arriva alla sua quarta edizione, ancora una volta nell'accogliente e familiare venue milanese che regala solo serate che lasciano bei ricordi. È il Magnolia ad ospitare per due corpose giornate - l'1 e il 2 settembre - uno dei migliori festival di alternative in Italia, un altro di quegli eventi che dovrebbe far bloccare in gola le solite logorroiche critiche e lamentele sulla mancanza di organizzazione e qualità nelle nostre lande. Il Magnolia è ancora nella sua veste estiva, luci soffuse e giardino popoloso: se il Day 1 aveva avuto come protagonisti Daughter e Edward Sharp & The Magnetic Zeros (insieme a Sunday Morning, Landlord e Strumbellas), il Day 2 è tutto di Editors e Ministri, preceduti da Birthh, Flo Morrisey e Fil Bo Riva.

 

Sono, dunque, i Birthh ad aprire la seconda serata sul Second Stage di Unaltrofestival, un trio minimal ottimamente assortito, che propone un sound sfumato, guidato dalla frontwoman Alice. È la serata delle voci femminili: sul Main Stage c'è ora Flo Morrisey, cantautrice inglese. Voce e chitarra, ci ricorda come funziona alla vecchia maniera. Alla vecchia maniera raffinata, si intende. Ritorniamo momentaneamente davanti al Second Stage, quasi abbandonato dai fan di Editors e Ministri saldi davanti al palco principale. Fil Bo Riva, cantautore italiano, berlinese per adozione, trattiene il pubblico presente, a tratti scostante. Un timbro profondo, saggio, e boccoli sulla fronte, propone un repertorio, per mantenerci tra le etichette, tra il folk e, azzardando, quasi il post rock della seconda chitarra. Lascia per ultima "Like Eye Did", il suo recente singolo.

 

Intanto Il main stage si sta preparando per i Ministri. Una data milanese un po' anomala per la band, nonostante giochi in casa, che vede tra le file del pubblico solo una piccola percentuale dei propri fan, dispersi tra quelli che sono invece solo in attesa degli headliners della giornata.
Le luci prendono finalmente vita e Divi, Dragogna, Michele e Marco prendono posto, uno per uno, dietro al proprio strumento e con "Cronometrare La Polvere" viene inaugurato il set. La band è ancora una volta una garanzia. Il palco è loro, ne coprono ogni centimetro, riempiono l'aria. Un piccolo fedele pogo si apre nelle prime file: i fan degli Editors si vedono costretti a cedere per un po' il passo e il posto ai fan saltanti dei Ministri. Ecco come i Ministri sono la loro voce, la voce di una generazione, delle loro storie e dei loro umori.
I brani della scaletta ridotta vengono snocciolati in modo sicuro, e così assistiamo ad una "Comunque", a una "Tempi Bui" o una "Spingere" che sono pura energia e forza. Dopo tanti suoni soffusi, siamo finalmente al rock and roll. C'è tempo anche per la ballad "Una Palude", un momento di quiete in un concerto che è un uragano, le mani di tutti al cielo, cercando di afferrare non si sa bene cosa. Si tratta di un piccolo concerto privato per pochi eletti, un incontro intimo con chi era lì per loro. Siamo verso la fine, annunciata da "Diritto Al Tetto" con - a detta ironica di Divi - un raffinatissimo stacco con riff di "Eye Of The Tiger". Una delirante "Abituarsi Alla Fine", con finale psichedelico completo di stage diving di Divi, chiude l'esibizione, lasciando senza soddisfazione chi chiedeva di più.

 

ministriunaltrofestival

 

Siamo all'ultimo cambio palco, i fan degli Editors recuperano placidamente il proprio spazio. Sono le 21.20 quando Tom Smith e soci tornano dopo  lungo tempo su un palco milanese. Probabilmente affaticati dalle ultime date (la sera precedente erano all'Home Festival di Treviso), quello che hanno proposto gli inglesi è uno show piuttosto sottotono emotivamente.
Ad aprire, ma più che altro ad introdurre, una soffocata "No Harm", svalutata dai bassi impastati, che sfocia in una groovy "Sugar". La setlist è un buon mix esaustivo della carriera della band. Esecuzioni come sempre di alto livello e una formazione ormai davvero in armonia, nella loro precisione britannica, gli Editors soddisfano i fan di vecchia data con "Smokers Outside The Hospital Door", "Munich" o "All Sparks", ci ricordano la loro fase di transizione con "Papillon", che finalmente accende il pubblico, e ripropongono i brani di maggiore successo del loro "The Weight Of Your Love", facendo esplodere i cori su "Formaldehyde" o "A Ton Of Love". Scelgono di chiudere con una "Marching Orders" infinita e poi abbandonata. Un buon ritorno per gli Editors e per Tom Smith, il vero padrone del palco. Un'eccezione, anche se questa sera un po' assopito, alla compostezza, con il suo tipico show iperattivo.

 

editorsunaltrofestivalreport

Setlist Ministri

 

Cronometrare la polvere
Comunque
Idioti
Spingere
Non mi conviene puntare in alto
Tempi bui
Una palude
Diritto al tetto
Abituarsi alla fine 

 

Setlist Editors

 

No Harm
Sugar
Smokers Outside the Hospital Doors
Life Is a Fear
The Racing Rats
Forgiveness
Eat Raw Meat = Blood Drool
Formaldehyde
Munich
All Sparks
All the Kings
Open Your Arms
The Pulse
Ocean of Night
A Ton of Love
Encore:
Papillon
Marching Orders 

 




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