
Tra le giovanissime band britanniche che stanno rapidamente scalando le gerarchie facendo rivivere atmosfere puramente nineties intrise di nostalgia e venature grunge non possono che essere annoverati i Wolf Alice. Il quartetto è stato fondato 2010 e, dopo i primi due EP, nel 2015 ha fatto parlare di sé nel Regno Unito con l'esordio "My Love Is Cool". Sono bastati due anni e la pubblicazione del secondo lavoro "Visions Of A Life" per riuscire ad uscire dai confini nazionali e a raggiungere una discreta notorietà in tutta Europa. La band si è poi imbarcata in un tour promozionale che sta riscuotendo grande successo grazie all'attitudine e all'energia che i quattro riescono a mettere sul palco e che ieri ha fatto tappa presso Santeria Social Club a Milano, garantendo un prevedibile sold out.
La serata è stata inaugurata dall'esibizione delle I'm Not A Blonde. Il duo milanese, composto dalle polistrumentiste Chiara Castello e Camilla Matley, propone un genere inclassificabile, in cui la base synth anni '80 a tratti electro fa da supporto ad elementi anni '90, orientati anche verso il punk. Il risultato è un sound trascinante, che ha riscaldato a dovere il pubblico. La risposta dei presenti è stata ottima e le due sono state applaudite e incitate senza sosta per tutta la durata della loro esibizione. Il duo ha proposto brani dall'esordio "Introducing I'm Not A Blonde", offrendo anche alcune anticipazioni del nuovo "The Blonde Album" in uscita a fine mese. Da lodare i ritmi coinvolgenti dei pezzi che sviluppano un riuscito mix di analogico e digitale, nel quale campionamenti in loop si completano a vicenda con i riff e i passaggi chitarristici, risultando in un sound trasversale che potrebbe convincere diverse categorie di ascoltatori. Le I'm Not A Blonde hanno lasciato il palco dopo 40 minuti di esibizione raggiungendo pienamente il proprio obiettivo: ognuno dei presenti ricorderà con piacere la loro performance.

La pausa prima degli headliner è molto breve e i Wolf Alice salgono sul palco dopo solo 20 minuti, dando il via a 90 minuti di fuoco e fiamme. L'inizio con "Heavenward" è forse un po' in sordina, ma già con la successiva e acida "Yuk Foo" il locale si trasforma in un catino ribollente e il pubblico caldissimo si scatena con entusiasmo sulle note del quartetto che appare subito in forma e capace di tenere il palco in modo ammirevole nonostante la giovane età. I Wolf Alice continuano a sparare cartucce di alto livello con sicurezza e le voci del pubblico diventano quasi assordanti durante il fantastico finale di "You're A Germ" e "Your Love's Whore". Ellie Roswell è in grado di tenere le redini dello show limitandosi solo a qualche parola di ringraziamento. Quello che conta è la grinta che riesce a mettere nei pezzi più acidi e grezzi, affiancata dalla melodia e dai suadenti sussurri delle parti più soft. La cantante, quasi sempre con la sua fedele chitarra, riesce a calamitare l'attenzione su di sé anche con un solo sguardo, ma non ruba completamente la scena ai compagni, che la supportano a dovere. Da segnalare è il folle entusiasmo del bassista Theo Ellis, una trottola impazzita che incita continuamente il pubblico.
Durante la serata vengono sviscerati quasi interamente entrambi gli album pubblicati dalla band e, come sottolineato dalla risposta dei fan, tutti i pezzi dal vivo sono molto più grezzi e potenti, permettendo la riuscita totale dello show. Oltre che negli episodi più selvaggi come "Moaning Lisa Smile" e "Fluffy", la temperatura rimane alta anche con "Silk" e "Bros", sicuramente più melodiche, ma comunque accolte trionfalmente. Da segnalare tra i migliori pezzi della serata sono "Formidable Cool" e la perla "Visions Of A Life", una montagna russa di suoni, durante la quale Joel Amey dietro le pelli funge egregiamente da instancabile motore. L'unica pausa nella prima parte dello show è costituita dal singolo "Don't Delete The Kisses", mentre a inaugurare l'encore è una toccante "Blush", con una perfomance da applausi della Roswell. Lo show si conclude poi con l'adrenalinica e trascinante "Giant Peach", attraverso la quale la band saluta un pubblico stanco, ma in delirio.
Si parla spesso di "next big thing" all'interno del panorama rock e con show del genere, dopo un album così apprezzato, i Wolf Alice si candidano a raccogliere l'eredità di chi negli anni '90 ha reso grande l'alternative rock. I brani, soprattutto dal vivo, riescono a far facilmente breccia e a rievocare quella magica atmosfera fatta di rabbia adolescenziale e nostalgia. Una strada che in molti hanno provato, senza però riuscire a raggiungere risultati simili in così poco tempo. Dopo una prova come quella a cui abbiamo assistito, il futuro dei Wolf Alice è più roseo che mai.
Potete guardare QUI la fotogallery dell'evento.
Setlist Wolf Alice
Heavenward
Yuk Foo
You're a Germ
Your Love's Whore
St. Purple & Green
Don't Delete The Kisses
Planet Hunter
Bros
Silk
Lisbon
Beautifully Unconventional
Formidable Cool
Sadboy
Space & Time
Moaning Lisa Smile
Visions Of A Life
Fluffy
Blush
Giant Peach