Ed eccoci al Legend Club, dove nonostante la nebbia fitta, l'umidità al 99% e la città semi-deserta per il ponte dell'Immacolata, più di qualche coraggioso si è presentato all'appello.
DUSTINEYES
La serata si apre con una performance acustica del tutto inaspettata, soprattutto per chi come me, prima di assistere a un loro live, aveva provato a farsi un'idea sui Dustineyes ascoltando i loro lavori e guardando qualche video online. Insomma una band che definisce il suo sound un "high-speed rock'n'roll", una cantante arrabbiata e trasgressiva e un manipolo di "brutti ceffi" (non me ne vogliano) al seguito era quanto di più punk rock ed energetico mi potessi aspettare... E invece eccoli qui: quasi eleganti e composti, in formazione acustica con chitarra, cajon e basso, con la bellissima e all'apparenza fragile Flo (Florine C. Hugener), voce carismatica e struggente che non mancherà di garantire qualche brivido in più di un'occasione. Ottimi musicisti, i ragazzi hanno suonato 6 canzoni tratte dal loro repertorio (il primo album dei 4 pubblicati è del 2009) e una cover quasi irriconoscibile ma ben riuscita dei Ramones - "Pet Sematary", raccogliendo molti applausi nonostante le atmosfere purtoppo spesso ridondanti (colpevole forse la forzatura acustica) dei pezzi. Vi consigliamo di ascoltarli nella loro versione elettrica, l'album si chiama Rat Race ed è fresco di pubblicazione (nel booklet spicca anche un bell' omaggio a Lemmy Kilmister).
Setlist:
Hate Me
Bye Bye Bye
Crook or Soldier
Raise Hell Crew
The Beast
Pet Sematary (Ramones Cover)
Another Day
NICKE BORG
Sul palco campeggiano ora una chitarra e un tavolino illuminato dalle luci di scena che sembra galleggiare nel vuoto, sostenendo un cappuccino e qualche bottiglia d'acqua. Stiamo tutti aspettando lui, l'amatissimo frontman dei Backyard Babies che nel 2010 ha deciso di raccogliere le idee per un progetto solista lasciandosi ispirare dai suoi modelli di sempre quali Johnny Cash, Steve Earle, Guns'N'Roses, Rancid e Social Distortion. "Homeland" è un percorso fatto di generi che si mescolano a seconda del contributo dei musicisti, ospiti o amici e si articola su tre veri e propri capitoli: Chapter 1 (2010), Chapter 2 (2011), Ruins Of a Riot (2013) e stasera ne avremo più che qualche assaggio.
Accompagnato solo da un chitarrista, Nicke apre salutandoci e ringraziandoci per l'inaspettato calore e imprecando contro l'umidità e il freddo della notte Milanese. Si comincia con "Nomadic" e le voci del pubblico si fanno sentire con affetto, per poi immergersi subito nel lato spiccatamente country di molti dei pezzi di Borg con "All Stars", che su disco si presenta col featuring di Camela Leierth, e un successo targato Backyard Babies con "A Song For The Outcast". Nicke scherza raccontando di aver terminato le magliette durante le ultime date svedesi, e si raccomanda di approfittare dei saldi di Natale per acquistare uno dei suoi cd a prezzo scontato prima di proseguire con "Back On The Juice" e "Alone". Come i fans più accaniti certamente sapranno, Nicke è sempre stato un grande fan dei Guns'n'Roses e dei Social Distortion, e raccontando delle sue collaborazioni introduce "Painkiller", pezzo scritto con con Tyla dei Dogs D'Amour. Seguono un'infilata di capolavori al limite della lacrima facile: "Bloody Tears", "Roads" e "Leaving Home", che per fortuna vengono stemperati da un momento assolutamente godereccio in cui parte la cover country di "King of fools" seguita dalla celebre "Minus Celsius". Ed eccoci alla ragione per cui Nicke non suonerà in Italia nei prossimi due giorni come previsto: una persona cara della sua famiglia è garvamente ammalata di cancro, e questo gli impedisce di stare lontano da casa a lungo. Con una bellissima dedica a tutte le persone che hanno perso i loro cari o che combattono contro questa piaga, ci regala l'esecuzione da pelle d'oca di "Rainbow" e subito dopo il colpo di grazia con "Abandon". Menomale che Nicke ha pensato di alternare momenti di pathos alle stelle ad altri di coinvolgimento e spensieratezza con una cover di "The Ring of fire" (Johnny Cash) spiegando che si tratta di una versione del periodo in cui i Backyard Babies, ancora giovanissimi e sconosciuti, facevano "solo" cover. E siamo quasi alla fine: solo un paio di ultimi pezzi prima di salutarci con un'inaspettata versione di "Champagne Supernova" degli Oasis. Pare che la scaletta prevedesse altri tre o quattro canzoni (tra cui una cover di "Every Rose Has Its Thorn" dei Posion) ma Nicke ci ricorda amaramente che domattina lo aspetta un volo per tornare a casa, un po' come accade sempre quando qualcosa di emozionante finisce, ma ci lascia anche con una promessa: i Backyard Babies torneranno presto in Italia, e si parla già della prossima estate.
Setlist
Nomadic
All Stars
A Beautiful Affair
A Song For The Outcast
Back On The Juice
Alone
Painkiller
Bloody Tears
Roads
Leaving Home
King of Fools (Country Classic)
Minus Celsius
End of the Rainbow
Abandon
Ring of Fire (Johnny Cash)
Saved By The Bell
Roads
Champagne Supernova (Oasis)