10 Years
From Birth To Burial

2015, Palehorse Records
Alternative / Prog Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 06/05/15

Dalla migliore opera dei 10 Years sono passati ormai (ah, le coincidenze!) esattamente dieci anni. E dai tempi del potentissimo singolone "Wasteland" e del granitico album che lo accompagnava, "The Autumn Effect", di cose ne sono successe a bizzeffe: l'alternative metal vedeva toccare il proprio apice massimo e poi cadere in un infastidito dimenticatioio le correnti nu- e core-, il post-grunge continuava inutilmente a trascinarsi in un continuo rimestio di tonalità ribassate e melodie strabusate, trovando volta per volta nuovi paladini che portassero avanti la gloriosa aura di dozzinale mediocrità del genere. E i 10 Years, rimanendo sempre dietro le quinte, sono andati avanti con una sequela di dischetti discreti ma dimenticabili, pescando un po' di arrabbiature e un po' di melodie dagli stili più in voga nel dato contesto storico, ma senza regalare mai nulla di trascendentale, senza esporsi mai troppo alle feroci critiche che non hanno risparmiato nessun compagno di corrente.

A dirla tutta, "From Birth To Burial" non si discosta poi più di tanto da questo consolidato modus operandi. Semmai, quel che la band fa è fare una accurata, ripulita, rigorosa sintesi di quanto fatto in carriera: pulsanti groove di basso accompagnano ballate atmosferiche affidate a una voce che ricorda tanto Maynard James Keenan ("Luna"), le chitarre ruggiscono distorte e le voci toccano coordinate più struggenti in episodi come "Selling Skeletons" e la title track (dove si rappa anche), un moderno alternative prog nobilita brani come "Ashes", grappoli di echi e di delicate note al piano prendono stancamente per mano la coda "Moisture Residue". Tutto fila perfettamente liscio, ogni pezzo si incastra armonicamente in quello successivo, e l'album si fa (ri)ascoltare -in contrapposizione alla natura più "dura" di buona parte delle sue tracce- senza scossone o sussulto alcuno. Perché appunto, è tutto ben limato, ben suonato e ben cantato, ma non c'è niente di nuovo, niente che sarà ricordato negli anni (mesi? Settimane?) a venire. Forse ci si può accontentare. Forse no.



01. From Birth To Burial
02. Selling Skeletons
03. Vertigo
04. Triggers and Tripwires
05. Luna
06. Crimson Kiss
07. The River
08. Ashes
09. Survivors?
10. Miscellanea
11. Moisture Residue

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool