Garbage
Not Your Kind Of People

2012, Stunvolume
Rock/Elettronica

Lasciatevi titillare il punto "G" nelle vostre orecchie con deliziosa frenesia.
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 11/05/12

Dalla band in cui milita Butch Vig, uno dei più quotati produttori rock d’America, è più che lecito aspettarsi, dopo un silenzio riflessivo di quasi sette anni, un ritorno sulle scene quantomeno decente. Quando, però, premi “play” sull’atteso “Not Your Kind Of People”, l’assalto groovy dei ‘60s riletti in chiave ultra-moderna di “Automatic Systematic Habit” è la classica partenza in quarta che ti fa capire che, probabilmente, più che decente questo quinto inciso a firma Garbage sia, semplicemente, splendente. L’impressione di trovarsi di fronte ad un’opera sì familiare (anche nell’anonimato dell’artwork) ma estremamente brillante viene poi confermata dalla triade pezzi successivi che non mollano il tiro, tra distorsioni sincopate di notevolissimo impatto (“Control”) ed i Righeira in versione rock al servizio per la colonna sonora di un film porno croato (il singolo “Blood For Poppies”).

Sono, in effetti, dei Garbage in forma incredibilmente smagliante quelli che si presentano in questo come-back, con una Shirley Manson che, torbida e carismatica più che mai, riesce a rendere, con facilità disarmante, intensamente erotica e drammatica la più classica nenia da asilo (la title-track), per non parlare, poi, di cosa succede quando la Nostra si mette all’opera su un brano elettronico che pare uscito dal più oscuro e malinconico club per dominatrix (“I Hate Love”). Nel sentire questo disco, è chiaro come l’obiettivo dei Garbage di riprendere in mano la propria musica con calma e senza costrizioni esterne (l’opera esce autoprodotta per l’etichetta di proprietà della band) abbia portato i suoi succosi frutti, visto che su “Not Your Kind Of People” non solo ritroviamo quel rock fortemente contaminato dal pop e disturbato dall’elettronica che i Nostri ci hanno saputo far fortemente amare nei ‘90s, ma il tutto viene riletto con una sensibilità moderna che rende questo ritorno assolutamente fresco e privo di qualsivoglia stantia retorica, demarcando, ancora una volta, la classe assoluta della formazione americana, la quale si distacca notevolmente da questo effetto nostalgia che pare aver travolto più o meno chiunque abbia occupato una posizione di rilievo nelle chart internazionali di 15-20 anni fa, e che decide di tornare dopo eoni di riposo più o meno forzato.

E poco importa se alcuni di voi troveranno la parte centrale del disco più debole rispetto al resto, oppure la conclusione – sebbene godibile – comunque non all’altezza della roboante apertura, “Not Your Kind Of People” saprà comunque titillare il punto “G” delle vostre orecchie con deliziosa frenesia. E non vi rimarrà che arrendervi e gemere di piacere, a lungo.

NOTA FINALE: Il disco è disponibile anche in un’edizione limitata, dalla copertina rossa, con 4 tracce bonus. Tale edizione non è l’opera oggetto di recensione del presente articolo.




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