Young The Giant
Young The Giant

2011, Warner Music
Pop Rock

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 02/06/12

Chiunque si appresti a leggere questa recensione, che sia per caso, o con l'intenzione di sapere che cosa se ne pensa di questo astro nascente, il consiglio spassionato di chi scrive è di prendere carta e penna - o armarsi di qualsiasi mezzo in grado di scrivere e memorizzare le informazioni - e segnarsi il nome degli Young The Giant. Tenete d'occhio questa giovanissima rock band - i membri hanno tutti tra i 20 e i 23 anni - perché se il loro album di debutto omonimo presenta già un songwriting raffinato, di qualità ed incredibilmente maturo, queste allora sono assolutamente le premesse per un futuro ricco di soddisfazioni e soprattutto di tanta bella musica.

Sicuramente, se vi dico "Cough Syrup", qualcosa nella vostra mente scatterà - e in particolare anche nella mente dei Gleeks, gli spettatori e fan della popolare serie tv Glee - dato che questo brano grintoso, che si distingue per la voce vellutata e calda del vocalist Sameer Gadhia, e per quella nota malinconica caratterizzata dagli archi in sottofondo, è anche uno dei singoli di maggior successo nelle stazioni radiofoniche, per quanto riguarda l'ultimo periodo. Sfruttiamo questa sfumatura malinconica per dire che questa ricorre in svariati brani, senza però diventare eccessivamente cupa od opprimente, come in "Guns Out" o "Strings". Non mancano episodi più frizzanti e con un certo brio, come in "I Got", dove la spensieratezza del ritornello è caratterizzata soprattutto dalla sovrapposizione delle voci dei membri della band, o come nell'altro singolo estratto "My Body", dal ritornello assolutamente esplosivo e grintoso. Gli arrangiamenti e la composizione complessiva di questo debut album risultano essere molto eleganti, raffinati, mai esagerati e questo è motivo di soddisfazione e sorpresa, trattandosi di un debutto. E non mancano momenti di originalità, con brani affascinanti ed intriganti come "St.Walker", che cresce d'intensità e di ricchezza negli arrangiamenti man mano che il brano prosegue e la batteria costruisce un pattern trascinante e per nulla banale.

C'è chi comunque ha definito questo lavoro "trascurabile", "insipido", perfino "lagnoso" lo scorso anno, ma chi scrive considera "Young The Giant" un full-length che lascerà il segno per questa capacità di fare della bella musica, raffinata ed accessibile, con questo perfetto mix tra semplicità ed eleganza, senza mai sfociare in brani pacchiani o discutibili. Forse questo è anche dovuto alla fortissima coesione nel gruppo, dato che questi ragazzi si conoscono da anni, vivono assieme sotto lo stesso tetto e hanno una solida gavetta alle spalle. Questa coesione c'è e si sente anche nei brani, privi di freddezza o di artificiosità, che avvolgono l'ascoltatore in un'atmosfera sognante ed emozionante. E forse, in quest'industria musicale, in questo mondo dello spettacolo alla costante ricerca di miti, suoni e personaggi da costruire e servire sul piatto del pettegolezzo e della fama effimera, un po' di umanità e genuinità è assolutamente ben accetta.

Ricordatevi questi ragazzi californiani, gli Young The Giant. Giovani, ma destinati a tanta altra bella musica, se continueranno su questa strada con l'umiltà e la semplicità che hanno dimostrato di avere anche nell'intervista disponibile su queste pagine. Ci auguriamo che possano ancora dare tanta freschezza al mondo del rock.



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