Senza etichette e noti perlopiù solo grazie ai moderni mezzi di condivisione quali Lastfm, questa band inglese apparirebbe, a una prima occhiata, poco più che amatoriale. Apprendi poi che su di loro si sono espressi entusiasticamente "pezzi" del calibro dei Brian Jonestown Massacre, dei Warlocks, di Kevin Shields dei My Bloody Valentine o dei Black Angels. E a quel punto pensi che, qui, qualcosa in pentola ci bolle.
"Random Noises and Organized Sounds" è infatti un trionfo di musica psichedelica Nineties: seguendo il solco tanto dei primi Brian Jonestown Massacre quanto quello dello shoegaze d'annata l'album riesce nell'intento di fare il punto sintetico di vent'anni di suoni distorti e narcotizzanti. A raggiungere questo obiettivo ci pensano canzoni dotate di tutte le virtù, pur già note, dei generi cui i Nostri s'ispirano: perciò la vocazione è più che mai votata al trip, alla contemplazione delle pareti chitarristiche, alla voce soffiata nel microfono con assenza di lucidità. I Koolaid Electric Company utilizzano pressapoco gli stessi giri armonici di tanta musica similare che, anche oggigiorno, popola certo underground psych, nomi come Black Ryder o Morning After Girls; è però l'ispirazione che fa la differenza. A partire dall'apertura densa di droni chitarristici, sitar, e melodie eteree di "Untitled" passando per il tremito distorto di "S.O.S." (in prestito dagli Spacemen 3) o assaporando la dolcezza alla "Sunday Morning" di "Alright" ci accorgiamo che sono davvero molti i momenti in cui quel particolare mood 'svogliannebbiato' trova compiuta espressione. Tra i vari episodi spicca la superba "Home", persa nelle sonorità ritmiche dei violini e nei gorgoglii delle distorsioni, culminante nel celeste silenzio di un organo.
Il debutto degli Inglesi è senza dubbio un album retro per ascoltatori eccentrici e fuori dal tempo: circa quindici anni dopo un'altra band replica l'atmosfera di sincretismo psichedelico che aveva reso "Methodrone" un capolavoro. "Random Noises and Organized Sounds", dal nulla, si attesta come uno dei migliori debutti di questo genere visti negli ultimi anni. Ancora grazie, Internet.