Stereokimono
Intergalactic Art Cafè

2011, Aereostella
Prog Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 25/06/12

Che l’ “Intergalactic Art Cafè” sia molto similare, negli intenti e presupposti artistici, al “Bar Sotto Il Mare” di Benni è una cosa che diviene praticamente lampante se si sfoglia il libretto e si osserva l’artwork di questo terzo inciso a firma Stereokimono. Sul booklet, difatti, troviamo la presentazione dei diversi personaggi alieni, tutti con la loro storia e funzione, che fanno parte del pubblico di questo cafè dove ognuno può salire sul palco e suonare della “musica obliqua interdimensionale”. Questa sera, il caso vuole che sul palco ci siano gli Stereokimono, un trio che arriva da un minuscolo pianeta del sistema solare chiamato Terra, da una ancora più microscopica penisola definita “Italia”, e che la musica in programma, pertanto, sia assai poco extraterrestre e molto concretamente ancorata verso un prog rock tipicamente made in Italy di matrice ‘70s, completamente strumentale (ad eccezione di alcuni inserti vocali perlopiù recitati), dove al lato tecnico dell’esecuzione la band preferisce proporre, al pubblico del locale assai variegato di razze e colori, un lato più atmosferico ed emozionale. Goblin, Orme, Premiata Forneria Marconi “prima maniera”: sono tutti nomi che vengono in mente durante l’ora di ascolto di un disco che, nella trilogia “Rebus” dedicata al trentennale della scomparsa di una figura iconica del nostro panorama musicale quale Demetrio Stratos, trova il suo culmine in termini di folle resa sonora.

Pur tuttavia, ci si deve porre il serio problema critico, a volte, di valutare con obiettività un’opera pura di genere, totalmente settoriale ed elitaria, come questa. L’inciso, difatti, è semplicemente orgasmico per chiunque si senta affine a questo panorama musicale: ogni fan nostalgico di prog rock non potrà fare a meno di sussurrare la parola “miracolo” tra i brividi della commozione. Tutti gli altri, invece, dopo lo stimolo iniziale di “Fuga Da Algon” necessario per inquadrare l’opera, ora di “Space Surfer” avranno capito perfettamente le regole di un gioco che, oggigiorno, non si usa più giocare molto spesso, e pertanto la noia prenderà il sopravvento tra i deliri orientaleggianti di una “Indian Breakfast” per non abbandonare più l’ascoltatore maggiormente onnivoro e modernamente inquadrato sull’attuale panorama musicale.

In un’opera che, quindi, paradossalmente è in bilico tra due forti estremi che potrebbero benissimo essere un 9 ed un 3, la fredda matematica e la calda saggezza latina insegnano che “In medio stat virtus”, per cui sarete voi, con la vostra sensibilità, gusto e background musicale, a decidere se vale la pena ordinare un altro drink a questo bar intergalattico difficile da trovare nella vastità del nostro universo, o fuggire da esso a gambe levate.




01. Fuga Da Algon
02. Space Surfer
03. Indian Breakfast
04. Rebus A) Il Gioco
05. Rebus B) La Metafora
06. Rebus C) La Soluzione
07. Lumacacactus
08. The Gnome On The Moon
09. Zona D’Ombra
10. Oltre Algon

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