Beeside
Mood Spirals

2012, Seahorse Recordings
Indie/Folk

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 05/07/12

Onore al merito, per l’esordio del giovane (classe 1980) sassarese Federico Pazzona, di aver confezionato un’opera che sa di Regno Unito in ogni singolo solco del disco ottico di questo “Mood Spirals”: dall’uso del piccolo folk acustico ed intimo alla Damien Rice, passando per una pronuncia perfetta su liriche costruite con certosina arte e finendo su una produzione che enfatizza a dovere tutto il contorno artistico. Celandosi dietro l’acronimo di Beeside (che ricorda sia l’ape, che i lati B dei 45 giri di una volta, quelli dove l’artista aveva maggiore estro nel proporre canzoni slegate dalle oscure manovre commerciali), il Nostro confeziona un’opera dove, su una voce fievole e delicata, si avverte chiaramente una preziosa capacità non solo nell’arrangiare, ma anche nel farlo con un tocco di sensibilità tanto raro a trovarsi quanto necessario ad operazioni discografiche di questo tipo.

Ecco, dunque, che il disco scorre mellifluo nelle nostre orecchie, carezzate da queste ballate per chitarra acustica ora arricchite di archi (“Keep Your Mouth Shout”), ora dell’abbraccio sempre caldo e confortevole del pianoforte e del violoncello (“Touch The Ground”) o, perché no, del giocoso xilofono (“Migraine”).

Ora: converrete con me che, se conoscete un minimo i territori sonori che stiamo esplorando con questa recensione, sopra non si è scritto nulla che non sia quanto meno prevedibile nel genere e, difatti, il difetto di questo disco sta tutto qui, nel giocare a carte scoperte sin da subito, senza saper bluffare un minimo l’ascoltatore. In altre parole, “Mood Spirals” è disco che non riserva alcuna sorpresa (anche nell’avere come brano più veloce del lotto “The Good Things You’ve Done”, con tanto di accenno – non esagerato, ovviamente! – di chitarra elettrica) e, stoico sino in fondo, non può evitare qualche sbadiglio all’ascoltatore meno avvezzo ad entrare in contatto con il cerchio della fiducia del buon Pazzona.

Fatte queste premesse, è anche ovvio il contrario: ovvero che chi riesce a farsi toccare, si sentirà cullato fortemente dalle note racchiuse in questo disco. Certo non sconvolto, ma dolcemente confortato: quello sì.




01. Moochin’ About
02. Keep Your Mouth Shout
03. Migraine
04. The Good Things You’ve Done
05. Inside Your Room
06. Fifteen Children
07. Take A Breath And Swim
08. Mood Spiral
09. Touch The Ground
10. Connections
11. Bottlenecks
12. Sunken Cheeks

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