Million Dollar Reload
A Sinner's Saint

2012, Frontiers Records
Hard Rock

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 12/07/12

E' un buon album hard rock il nuovo lavoro dei Million Dollar Reload, godibile e sufficientemente originale, nei limiti concessi dal genere. Dopo il debut album "Anthems Of A Degeneration", pubblicato nel 2008, partono in sordina con due brani che hanno un po' il sapore dei filler e non solleticano granché l'interesse dell'ascoltatore, per poi introdurre l'energica "Blow Me Away", ben costruita sia nella melodia che nelle linee vocali, sicuramente uno dei punti di forza dell'album.


Si continua sulla stessa strada con il brano successivo, "Can't Tie Me Down": è un pezzo senza troppe pretese, non particolarmente innovativo nella struttura e nelle sonorità che ricordano i Mötley Crüe di "Saints Of Los Angeles", ma comunque piacevole da ascoltare, soprattutto con il crescendo degli ascolti; a primo impatto può infatti risultare piatta, un po' noiosa, con qualche ascolto in più è invece facile cambiare opinione al riguardo. E' tempo di rallentare leggermente il ritmo con una mid-tempo - perché proprio una ballad non è - l'unica presente nel disco, "Broken"; su brani di questo tipo la band deve lavorare ancora e personalizzare il proprio sound: è un brano ben composto nella sua struttura, ma piuttosto anonimo e l'ottima scelta di aggiungere il suono del violino nei ritornelli a intensificare il pezzo non riesce comunque a risollevarlo completamente. Ritornano i ritmi tirati con l'interessante "I Am The Rapture", che presenta un'ottima intro (rumori di fabbrica, grida in sottofondo...) forse insolita per un gruppo che propone questo genere e proprio per questo apprezzabile. E' un altro brano energico con buoni riff di chitarra e scelte azzeccate nell'uso della voce; a questo proposito è giusto sottolineare che non ci si trova di fronte ad una voce particolarmente intensa o dal timbro insolito, ciò che è originale e positivo è il fatto che il cantante abbia sviluppato un proprio modo di cantare, senza tentare di imitare lo stile di cantanti più affermati. "Wicked", settimo brano della tracklist, è un altro dei punti di forza dell'album insieme alla già citata "Blow Me Away" e all'ottima "Smoke N' Mirrors", con un'intro interessante che si sviluppa poi in un brano accattivante e orecchiabile al punto giusto, senza risultare banale o ripetitivo. Un veloce flashback verso gli anni '80 con una "Headrush" di Def Leppardiana memoria, un altro dei brani migliori di questo lavoro e i cinque di Belfast tornano a divertire con il ritmo orecchiabile e le lyrics di "Pretty People".


Tempo di riprendere la solita energia sparsa per tutto il full-length nella conclusiva "It Ain't Over", dal titolo più che azzeccato (se la disposizione delle tracce non è casuale, un plauso per questi piccoli accorgimenti e giochi di parole) a promettere che non è finita qui, non del tutto almeno: con questo "A Sinner's Saint" i Million Dollar Reload hanno infatti dimostrato di aver assimilato la lezione di stile dagli anni '80, senza però adombrare se stessi e gli elementi più personali della loro musica, o sconfinare nel plagio selvaggio, cosa che accade ormai troppo spesso, e hanno tutte le carte in tavola per poter continuare la propria strada nel panorama musicale internazionale.





01. Fight The System
02. Bullets In The Sky
03. Blow Me Away
04. Can't Tie Me Down
05. Broken
06. I Am The Rapture
07. Wicked
08. Smoke N' Mirrors
09. Headrush
10. Pretty People
11. It Ain't Over

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool