Tankard
A Girl Called Cerveza

2012, Nuclear Blast
Thrash

Recensione di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 27/07/12

Se c’è una band che è riuscita a fare della propria coerenza il suo marchio di fabbrica questi sono i Tankard. Ebbene sì sono passati ben trent’anni dal lontano 1982, anno che vide la band muovere i suoi primi passi nell’allora nascente movimento thrash europeo.

 

Noti ai più per aver dato vita ad un vero e proprio filone, quello del metal “alcolico”, la band teutonica arriva sugli scaffali con “A Girl Called Cerveza” quasi a voler confermare tutti i pregi e le lacune che hanno reso il combo guidato dal possente Gerre, una delle realtà più apprezzate ed irriverenti, andando, ancora una volta, fieramente in controtendenza. Mentre il mondo del thrash europeo si sta aprendo a nuove influenze sempre più tendenti all’Heavy (vedi Sodom e Kreator) i Tankard non muovono di una virgola la propria proposta musicale. A Girl Called Cerveza non fa altro che andare ad arricchire con il quindicesimo tassello la discografia dei nostri, ma musicalmente parlando, non aggiunge nulla.

 

I momenti migliori del disco sono senza dubbio la stupenda opener, “Rapid Fire” decisamente speed (e agli appassionati di questo genere quasi dimenticato non potrà che scendere una lacrimuccia) che si caratterizza per stupendi riff e un costante gioco di accelerazioni e improvvisi rallentamenti che rende il brano ideale per la sede live. A seguire non posso non citare l’ironica title track e “The Metal Lady Boy”, brano nel quale troviamo come ospite la "Metal Queen" Doro Pesch che, duettando con Gerre, da vita ad un brano particolarmente melodico e piacevole. Il resto del disco scorre via velocemente, senza annoiare, ma senza nemmeno regalare quel coinvolgimento che è giusto attendersi, nonostante una produzione eccezionale che esalta ogni singola nota presente sul platter.

 

Nel bene e nel male i Tankard sono arrivati al traguardo dei trent’anni di carriere con un disco onesto e sincero, di certo non sorprendente e originale, ma queste caratteristiche non sono mai state presenti nel dna della band tedesca. A Girl Called Cerveza è  un album che, in un certo senso, possiamo ritenere dedicato ai fan più accaniti della band che si conferma come una delle realtà più maledettamente sincere della scena.





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