Forse il nome di Ettore Rigotti dirà ben poco a molti di voi, ma a tanti potrà accendersi un lumino in testa quando leggeranno i nomi di Disarmonia Mundi, Blood Stain Child e Slowmotion Apocalypse. Il polistrumentista italiano (per la precisione di Torino) riesce nella non facile impresa di sorprenderci e stupirci, regalandoci un album letale, veloce, potente e onestamente genuino.
I The Stranded, quartetto italo-americano, ci piazza in mano questo “Survivalism Boulevard”, album dalle forti tinte melodeath moderne, influenzate però da molti altri svariati generi. La produzione è eccellente e di ottima fattura, nulla da invidiare a prodotti della massima categoria. I brani, dieci, che si snodano nel platter, si rivelano essere delle vere e proprie sassate sui denti, la potenza scaturita dalla doppia voce (attenzione, doppia voce di due cantanti diversi e non, come succede spesso, cambio di timbro vocale per lo stesso vocalist) è eccezionale, il dualismo su cui viene giocata questa caratteristica è piacevole e frizzante, urli in screaming si alternano a classiche parti in scream, magari scavalcate da rozzi e ancestrali growl. Le chitarre eseguono un onestissimo lavoro, moderne e precise al punto giusto, vengono coadiuvate da una batteria pressoché martellante e distruttiva (in alcuni punti si riesce a capire il vero senso della parola “cavalcata” e “tappeto di doppio pedale”). Non si possono dimenticare gli infaticabili basso e tastiera, due strumenti che, troppo spesso relegati in secondo piano, qui riescono a procurarsi il loro spazio mettendo in mostra quanto di buono possono fare. Il songwriting, in tutto ciò, ne esce a testa alta, canzoni che non rischiano mai di scadere nel trito e ritrito e nel banale, ma che, anzi, si distinguono per una certa originalità (nonostante il genere potrebbe portare a pensare al contrario). Questa mistura sonora quindi non fa altro che impreziosire ed elevare di valore il prodotto (due hit su tutte sono l’iniziale “Blood Like Gasoline” e la superba “Eclipse” dal finale travolgente e maestoso).
“Survivalism Boulevard” si rivela così essere un oasi nel deserto death metal Melodico, un’ancora di salvezza dal troppo materiale copia-incolla che da qualche tempo imperversa nel mondo. Una piacevole scoperta e sorpresa i The Stranded che, sono sicuro, riusciranno a far breccia nelle vostre orecchie ed a rimanere in heavy rotation nei vostri lettori per un bel po’ (e poi, che diamine, quando questi ottimi prodotti sono anche italiani, c’è ancora più soddisfazione nell’ascoltarli)
I The Stranded, quartetto italo-americano, ci piazza in mano questo “Survivalism Boulevard”, album dalle forti tinte melodeath moderne, influenzate però da molti altri svariati generi. La produzione è eccellente e di ottima fattura, nulla da invidiare a prodotti della massima categoria. I brani, dieci, che si snodano nel platter, si rivelano essere delle vere e proprie sassate sui denti, la potenza scaturita dalla doppia voce (attenzione, doppia voce di due cantanti diversi e non, come succede spesso, cambio di timbro vocale per lo stesso vocalist) è eccezionale, il dualismo su cui viene giocata questa caratteristica è piacevole e frizzante, urli in screaming si alternano a classiche parti in scream, magari scavalcate da rozzi e ancestrali growl. Le chitarre eseguono un onestissimo lavoro, moderne e precise al punto giusto, vengono coadiuvate da una batteria pressoché martellante e distruttiva (in alcuni punti si riesce a capire il vero senso della parola “cavalcata” e “tappeto di doppio pedale”). Non si possono dimenticare gli infaticabili basso e tastiera, due strumenti che, troppo spesso relegati in secondo piano, qui riescono a procurarsi il loro spazio mettendo in mostra quanto di buono possono fare. Il songwriting, in tutto ciò, ne esce a testa alta, canzoni che non rischiano mai di scadere nel trito e ritrito e nel banale, ma che, anzi, si distinguono per una certa originalità (nonostante il genere potrebbe portare a pensare al contrario). Questa mistura sonora quindi non fa altro che impreziosire ed elevare di valore il prodotto (due hit su tutte sono l’iniziale “Blood Like Gasoline” e la superba “Eclipse” dal finale travolgente e maestoso).
“Survivalism Boulevard” si rivela così essere un oasi nel deserto death metal Melodico, un’ancora di salvezza dal troppo materiale copia-incolla che da qualche tempo imperversa nel mondo. Una piacevole scoperta e sorpresa i The Stranded che, sono sicuro, riusciranno a far breccia nelle vostre orecchie ed a rimanere in heavy rotation nei vostri lettori per un bel po’ (e poi, che diamine, quando questi ottimi prodotti sono anche italiani, c’è ancora più soddisfazione nell’ascoltarli)