Chi ha coniato la frase “thrash 'till death” probabilmente non pensava che, dopo tanti anni dalla nascita del genere, questa massima avrebbe conservato tutto il suo significato. Il thrash, infatti, è uno di quei sottogeneri del metal che non ha mai perso vigore o supporters, non è mai passato di moda e non ha mai preso un filo di polvere. Ancora oggi, “thrash 'till death” ha una sua valenza tutta particolare, e i Mortillery sanno di che cosa parlano.
Palesemente ispirati agli Overkill, i canadesi approdano alla Napalm Records e dopo la release di un EP omonimo escono con “Murder Death Kill”, che più che il titolo di un album sembra una dichiarazione di intenti. Di fatto, la dieci tracce contenute nell'album sono dieci tracce killer: thrash vecchia scuola, nessun cedimento a modernismi o sperimentazioni che poco si intonano al genere. Vi piacciono l'old school, quella cattiveria tipica del genere e le chitarre che più che suonare bruciano? Bene, questo full-length potrebbe fare al caso vostro. “Murder Death Kill”, oltre ad un ottimo songwriting, molto ispirato e mai statico, ha dalla sua anche il fattore lunghezza. Ultimamente la tendenza è quella di accorciare il più possibile gli album (alcuni non raggiungono neanche la mezz'ora totale), mentre i Mortillery lasciando quei due o tre minuti in più ai propri brani permettono loro di non sembrare tagliati corti o interrotti in un punto che non sia quello fisiologico.
Di fatto questi cinque canadesi capitanati dalla vocalist Cara McCutchen presentano un album vario e potente, una boccata d'aria fresca per i fan del thrash degli anni 80 che non chiedono altro che questo. Un ottimo biglietto da visita per questa band così giovane che è già al lavoro sul secondo album.