“La sopravvivenza del più forte” e di chi si sa adattare meglio ai cambiamenti. Charles Darwin è inserito implicitamente nel titolo del debut album dei friulani Krampus, un disco, che ve lo dico subito, è stato una vera sorpresa. Fattisi le ossa a suon di demo e concerti in eventi più o meno famosi (citiamo per importanza le presenze al Fosch Fest), i giovanotti riversano tutta la loro energia ed inventiva in quello che possiamo definire uno dei più interessanti prodotti in ambito metal e folk nazionale.
Il gruppo, composto di otto persone, sforna un album che contiene undici brani (più una bonus track) per lo più ritmati e veloci, cadenzati e molto melodici così come si confà al genere. La loro proposta però non è puramente e squisitamente folk metal, anzi, dagli inizi di acqua sotto ai ponti ne è passata e il loro genere è mutato con loro. Da una radice prettamente di settore (sono direttamente accostabili agli Eluveitie, sia per alcuni passaggi, strumenti e timbrica vocale scream/growl) si è arrivati a una contaminazione pesante di modern metal ravvisabile nella gran parte dei brani presenti. Motivetti folkloristici di violino, flauto, cornamusa e tastiera sono intrecciati a passaggi di puro metal moderno e suoni sintetizzati che rendono il tutto molto singolare ma al tempo stesso intrigante. I Krampus, che altro non sta a significare se non il demone dell’inverno che accompagna San Nicola per punire i bambini, si distinguono anche per notevoli parti di cantato pulito che si alternano alle canoniche parti urlate e che probabilmente non vi diranno nulla ad un primo ascolto, ma che sapranno piano piano abbracciarvi e farvi partecipi della canzone. L’album è ottimamente prodotto ed arrangiato, i suoni sono cristallini e potenti, quasi non sembra che siano in otto a suonare. La ritmica, mai banale e scontata, sorprende per inventiva ed originalità; certo non reinventa un genere, ma sa distinguersi dalla massa e riesce addirittura a dire qualcosa che probabilmente non era ancora stato detto.
Potente, veloce e con tutti gli attributi del caso, “Survival Of The Fittest” convince pienamente. Un album che consiglierei a qualsiasi amante della musica folk (anche se come detto in precedenza il folk è una componente quasi secondaria della musica) e che saprà sicuramente dimostrarsi un valido prodotto. Il fatto poi di essere una band interamente italiana non fa altro che renderci orgogliosi, e di sicuro, tornando alla frase iniziale, posso dire in tutta tranquillità che la loro sopravvivenza è assicurata. Continuate così ragazzi!
Il gruppo, composto di otto persone, sforna un album che contiene undici brani (più una bonus track) per lo più ritmati e veloci, cadenzati e molto melodici così come si confà al genere. La loro proposta però non è puramente e squisitamente folk metal, anzi, dagli inizi di acqua sotto ai ponti ne è passata e il loro genere è mutato con loro. Da una radice prettamente di settore (sono direttamente accostabili agli Eluveitie, sia per alcuni passaggi, strumenti e timbrica vocale scream/growl) si è arrivati a una contaminazione pesante di modern metal ravvisabile nella gran parte dei brani presenti. Motivetti folkloristici di violino, flauto, cornamusa e tastiera sono intrecciati a passaggi di puro metal moderno e suoni sintetizzati che rendono il tutto molto singolare ma al tempo stesso intrigante. I Krampus, che altro non sta a significare se non il demone dell’inverno che accompagna San Nicola per punire i bambini, si distinguono anche per notevoli parti di cantato pulito che si alternano alle canoniche parti urlate e che probabilmente non vi diranno nulla ad un primo ascolto, ma che sapranno piano piano abbracciarvi e farvi partecipi della canzone. L’album è ottimamente prodotto ed arrangiato, i suoni sono cristallini e potenti, quasi non sembra che siano in otto a suonare. La ritmica, mai banale e scontata, sorprende per inventiva ed originalità; certo non reinventa un genere, ma sa distinguersi dalla massa e riesce addirittura a dire qualcosa che probabilmente non era ancora stato detto.
Potente, veloce e con tutti gli attributi del caso, “Survival Of The Fittest” convince pienamente. Un album che consiglierei a qualsiasi amante della musica folk (anche se come detto in precedenza il folk è una componente quasi secondaria della musica) e che saprà sicuramente dimostrarsi un valido prodotto. Il fatto poi di essere una band interamente italiana non fa altro che renderci orgogliosi, e di sicuro, tornando alla frase iniziale, posso dire in tutta tranquillità che la loro sopravvivenza è assicurata. Continuate così ragazzi!