Fatal Force
Unholy Rites

2012, Rubicon Music
Power Metal

Recensione di Agnese Pagliarani - Pubblicata in data: 02/09/12

All’inizio del 2005, dopo aver registrato un progetto strumentale, il chitarrista danese Torben Enevoldsen si unì al cantante Michael Vescera e al batterista Dennis Hansen per formare un band Power Metal chiamata Fatal Force.

 

"Unholy Rites" è il loro secondo album che già dall’apertura con “Run For Cover” fa capire il tipo di cd che ci aspetta: non c’è un introduzione, qualcosa che ci prepari all’ascolto, ma si va subito al punto con un brano energico e scritto per scatenare il pubblico in sede live. La scarica adrenalinica continua fino al terzo brano, “Fight”, in cui anche se l’atmosfera si calma il clima è sempre teso. La voce di Vescera ci dice, appunto, di combattere per i nostri valori, anche se, come dice il nome dell’album, sono profani, e il riff energico assieme all’assolo centrale della canzone ci preparano a una battaglia e ci spingono a ribellarci al sistema soffocante in cui viviamo. Una canzone talmente sentita da essere convincente per l’ascoltatore.

Il tono epico di “Fight” diventa melodico in stile Sonata Arctica con “Lessons in Evil” in cui vengono messi da parte i toni di battaglia e di polemica per fare una classica canzone Power Metal, molto simile a una ballad anche se non lo è, e anche questa con un messaggio: di seguire l’istinto quando si fanno delle scelte. Il sound di questa canzone è quello standard ma riesce comunque a trascinare chi ascolta la canzone e anche a commuoverlo più per il ben puzzle di suoni di chitarra e batteria che per il testo semplice. La bravura nella band sta proprio nella capacità di non appiattire passaggi più classici che non appaio mai banali come nelle successiva “In Silence”: brano ben strutturato che è il preludio all’acustica “No One Will Listen”. Dopo un inizio molto tirato e veloce la parte centrale del disco inizia a regalarci maggiore varietà in termini musicali, staccandosi dai canoni del power metal per approdare a generi diversi; dal sound anni ’80 prevalentemente acustico, all’ Heavy Metal di “Higher Ground” in cui il gruppo diventa aggressivo nel suono e nella voce fino alla fine. Si può dire che, questo disco, nasce comunque come disco Power, ma in ogni canzone c’è una specie di rabbia che cresce e lo rende più pesante, passando per momenti di calma che durano però pochi minuti. Potrebbe essere la metafora per una lotta anarchica: prima la marcia pacifica, poi la calma e infine la lotta con la polizia. Dopotutto il tema del disco e combattere per i propri profani diritti, qualunque essi siano.

 

Un disco da ascoltare con attenzione, quando si ha voglia di far sentire la propria voce e si cerca il coraggio per farlo. L’energia che emana potrebbe aiutare.





01. Run for Cover         
02. Unholy Rites         
03. Fight         
04. Lessons in Evil         
05. In Silence         
06. No One Will Listen         
07. Higher Ground         
08. Listen to Reason     
09. Enter the Night         
10. House of Pain         

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