Paolo Saporiti
L'Ultimo Ricatto

2012, Orange Home Records
Indie

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 14/09/12

Al quarto capitolo discografico, il cantautore milanese Paolo Saporiti sfodera sfrontato  “L’Ultimo Ricatto” e trova la strada per uscire finalmente dal vortice degli artisti folk acustici eredi di Damien Rice che è, a sua volta, erede di Nick Drake, e lo fa affidando la sua intera opera nelle sapienti mani dell’istrionico e prezzemolino Xabier Iriondo (chitarrista degli Afterhours, recentemente sul mercato con la sua nuova opera solista) il quale destruttura completamente quello che, a tutti gli effetti, è il classico lavoro di ballad acustiche infondendo un nervo corrosivamente noise ed alternativamente elettronico.

E’ tutto lì, nell’iniziale “Deep Down The Water”, dove ti sembra di sentire uno straziato Thom Yorke abbracciato a Tori Amos mentre assistono, insieme, ad un concerto dei Sigur Rós, oppure nello spirito blues del Mark Lanegan più oscuro intrappolato tra le maglie di un’atmosferica “Stolen Fire”. E se i più scettici possono muovere il lecito sospetto del minestrone mal cucinato ed ancora peggio digerito, basterà la distorsione del violino su una “War (Need To Be SCared)” per capire come anche il nervo musiano possa essere anche indie folk, con la giusta chiave di lettura in sede di arrangiamento.

Decorato da una voce carismatica e perfetta per il ruolo che è chiamata a svolgere (quella di Saporiti, si intende) e condito da una produzione, sia artistica che discografica, di ottimo livello, questo disco mostra unicamente il fianco alla cerebralità, la stessa auto-indulgenza vagamente sterile che abbiamo rilevato anche nella nuova opera solista di Iriondo e che, a quanto pare, è arrivata a “contaminare” anche la struttura di alcuni brani del Nostro, soprattutto in seconda metà d’opera. Ciò detto, la strada tracciata è decisamente quella giusta, perché quando il caldo cuore di un cantautore straziato incontra il cervello di uno dei membri della band più influente del panorama alternativo italiano, quello che ne esce non può che essere qualcosa di molto buono.




01. Deep Down The Water
02. War (Need To Be Scared)
03. I’ll Fall Asleep
04. Sweet Liberty
05. We’re The Fuel
06. Toys
07. Stolen Fire
08. Never Look Back
09. The Time Is Gone
10. In The Mud
11. Sad Love/Bad Love
12. F.R.I.P.P

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