No Doubt
Push And Shove

2012, Interscope
Pop Rock

L'invecchiamento non riguarda la musica dei No Doubt - e nemmeno la loro carismatica frontwoman
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 24/09/12

Quando una band assai famosa ritorna sulle scene dopo undici abbondanti anni di silenzio, la qualità sicuramente più apprezzabile è il non far pesare quell’assenza proponendo un album che fa leva sulla mera nostalgia. Ascoltando “Push And Shove”, sesto inciso in studio a firma No Doubt, capiamo che l’invecchiamento è una cosa che non solo non ha minimamente riguardato la conturbante frontwoman Gwen Stefani, ma anche la musica della band.

Moderno. Accattivante e moderno. Questo è ciò che vi verrà in mente al termine dell’ascolto di quest’opera che, nonostante queste premesse, è assai meno accessibile di quanto non sembri. I Nostri, difatti, senza gettare alle ortiche l’esperienza accumulata dalla Stefani nella sua carriera solista pop (ascoltate “Gravity”), incidono un disco in cui le influenze ragamuffin’ e ska, da sempre ossatura dello schema melodico dei No Doubt, abbracciano con lasciva concupiscenza tanto atmosfere electro (basta ascoltare la lunga parentesi conclusiva dell’assuefacente singolo “Settle Down”), quanto con il pop rock ‘80s svedese dei Roxette (la power ballad “One More Summer”, quel piccolo capolavoro che risponde al titolo di “Heaven”, “Easy”). In questo modo, cioè suonando irrimediabilmente retrò in un contesto di arrangiamento assai moderno, i nostri risultano molto più ‘10s di quanto si possa immaginare, e questo porta il suono di “Push And Shove” ad essere più rivitalizzante di una crema idratante anti-aging ad alta concentrazione di vitamina E e tocoferoli. Non solo: nonostante tutte queste premesse, l’album non è nemmeno così scontato ed immediato, e basta ascoltare come la titletrack sa prendere in contropiede l’ascoltatore, con quella sua improvvisa decelerazione sull’epico ritornello, per rendersi conto che l’ultima fatica discografica dei No Doubt richiede almeno un paio di ascolti neanche troppo superficiali per essere apprezzata a dovere, merito anche e soprattutto di composizioni di medio-lunga durata che non lesinano in bridge ed assoli, anche di ottoni. Una vera rarità di questi tempi, soprattutto in ambito pop rock dall’elevata pretesa commerciale.

Certo, canzoni che vi porteranno a premere il tasto “skip” con incredibile facilità sono da mettere fisiologicamente in conto anche in questo disco, ma al netto di questo unico difetto, i No Doubt si dimostrano, insieme ai Garbage, l’unica band di mainstream rock riesumata dai ‘90s con qualcosa di ancora davvero interessante da dire oggi. Più muscolare dell’addominale perfetto a tartaruga di Gwen Stefani, “Push And Shove” è quindi un disco che non farà rimpiangere ai fan la lunga attesa dall’ultimo “Rock Steady”, e consentirà ai più giovani di entrare in contatto col nome “No Doubt”, certo non con la stessa forza dirompente con cui, nel 1997, poteva accadere grazie ad una “Don’t Speak”, ma i miracoli non accadono certo tutti i giorni, e per i No Doubt quel miracolo è già accaduto, tanto tempo fa. Anche se non si direbbe, guardando in faccia Gwen Stefani.




01. Settle Down   
02. Looking Hot   
03. One More Summer   
04. Push And Shove (feat. Busy Signal and Major Lazer)   
05. Easy   
06. Gravity   
07. Undercover   
08. Undone   
09. Sparkle   
10. Heaven   
11. Dreaming The Same Dream

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