Tongs
Fractal

2012, Rogues Records
Alternative Rock

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 03/10/12

Nuovo album per i Tongs, trio milanese che ritorna in pista dopo il debutto “Jazz With The Megaphone?”, con un album complesso e dalle numerose sfaccettature, segno di una band che non si limita a eseguire il solito compitino.

Nelle intenzioni i nostri hanno sicuramente fatto centro, pur pescando da influenze facilmente identificabili all’ascolto, il risultato è potenzialmente degno di nota. Il disco è certamente ambizioso, volendo unire elementi jazz, grunge, metal e tutto un insieme di ingredienti alternative/post da rendere la musica dei Tongs costantemente nervosa, ostica, con bruschi cambi d’umore, ripartenze e repentine frenate... Insomma, un songwriting non comune che delinea uno studio e una preparazione ben precisa.

Primus, Tool, Faith No More, Zu, Rage Against The Machine e altri vengono in mente durante l’ascolto di “Fractal”, senza però che i sensi di déjà vu si facciano troppo ingombranti. I nostri macinano ritmiche a ritmo così serrato che l’attenzione è focalizzata su altro, piuttosto che a riconoscere le varie band citate. E qui veniamo al punto dolente del lavoro: i ragazzi hanno inserito probabilmente troppa carne al fuoco, hanno cercato di spaziare troppo in fase di scrittura, dimenticandosi che, anche nelle espressioni musicali più schizzate, si deve arrivare a un risultato finale organico e appagante. Lungo tutta la tracklist il senso di “incompiuto” infatti è più forte del “già sentito”, il che è un peccato perchè i Tongs le qualità per poter emergere le avrebbero tutte. Bisognerebbe focalizzare il risultato, riordinare le idee e lasciarsi trasportare maggiormente dal cuore, piuttosto che da una mente troppo fredda propensa a ingarbugliare tutto quanto.

Un lavoro con luci e ombre dunque, tra cui non possiamo non citare (tra le ombre) la conclusiva “Italian Politics”, un brano di due minuti in cui il prezzemolino Pierpaolo Capovilla (Il Teatro Degli Orrori) declama una ricetta metaforica su come preparare una pizza (“Per prima cosa bisogna preparare l’impasto e lasciarlo lievitare...”) su una base industrial. Un pezzo la cui utilità è probabilmente quella di poter avere come “featuring” un nome di spicco del rock italiano e parlarne (quindi missione compiuta), senza alcuna finalità artistica. Sorvolando su questo, gli ingredienti ci sono, ora bisogna solo cucinarli al meglio.



01. Ziqqurat

02. Fractal Anatomy

03. Insanity

04. Red Eye

05. Scarecrow's Gasp

06. Sex In Sacristy

07. Meredemorte

08. Wake Up, Get Up, Get Off

09. Italian Politics

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool