L’EP, ascoltabile per intero e acquistabile in formato digitale sul sito di bandcamp, è composto da un’unica traccia di ventuno minuti in cui sono facilmente distinguibili due parti della stessa durata. Il brano è basato, come si può intuire dal titolo, sul poema epico “Faust” di Goethe. Il pezzo inizia con l’invocazione di Mephistofele da parte di Faust; è solo il preludio dall’introduzione delle laceranti chitarre di Haughm e Andreson che precedono appena l’ingresso del basso di Walton e della batteria di Aesop Dekker. Il brano procede a ritmi incalzanti e sostenuti, decisamente di stampo black, pur alternandosi a brevi parti più introspettive e melodiche; e per dare maggiore risalto ai dialoghi tra i personaggi del pomea, e per creare il consueto climax decadente e penetrante che ha accompagnato gli Agalloch in tutte le loro pubblicazioni. Il passaggio alla seconda parte è segnato dal dialogo che sancisce il patto tra i due protagonisti del racconto, subito seguito da velocissime sfuriate di batteria con una feroce doppia cassa. Su di essa si intrecciano gli altri strumenti e il sofferentissimo scream di Jhon, sempre in grado di coivolgere splendidamente. La consueta alternanza tra accellerazioni e parti più acustiche, marchio di fabbrica degli Agalloch, si fa sentire e ci porta fino all’epilogo: al momento in cui l’anima di Faust deve consegnarsi al diavolo.
Come anticipato si notano diverse affinità col lavoro precedente, cosa per nulla scontata quando si parla degli Agalloch; il nord della loro bussola punta sempre al black metal, il sofferente scream di Haughm domina praticamente per tutta la durata del disco senza lasciare spazio al clean, batteria sempre in evidenza e ritmi quasi sempre tesi e veloci. Sono questi gli anelli che legano maggiormente “Faustian Echoes” con “Marrow The Spirit”. Non può essere un caso allora che tali cambiamenti siano avvenuti dall’ingresso nella band di Dekker, sicuramente un’ottimo batterista e dotato di maggior talento del predecessore, ma che, probabilmente nel tentativo di valorizzarlo al massimo, ha portato ad una minore ricchezza compositiva complessiva, ad una produzione volutamente meno elaborata e più scarna: certamente meno originale. I loro ultimi lavori, per quanto sicuramente ancora ottimi, appaiono nel complesso meno ispirati dei precedenti. Non troviamo i paesaggi innevati di “The White”, le atmosfere strazianti del capolavoro “Ashes Against The Grain” o la malinconia e la tristezza di “The Mantle”, solo per citarne alcuni. L’origine è da ricercarsi nella minore “eterogeneità” di stili e influenze utilizzati nella composizione. Molti dei diversi elementi che riuscivano a miscelare creando sensazioni uniche sono meno presenti rispetto ai loro precedenti lavori, realizzando nel complesso brani più semplici, compatti e monolitici.
Detto questo l’ultima fatica del gruppo dell’Oregon rimane sicuramente un’ottimo prodotto, in grado di conivolgere e trascinarci senza alcuna fatica per tutti la durata del brano più lungo da loro mai scritto, e che conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il talento di una band preziosa e unica come gli Agalloch.

Agalloch
Faustian Echoes [EP]
2012, Dammerung Arts
Black Metal
A circa due anni di distanza dall'ultimo full-length “Marrow The Spirit” gli Agalloch si presentano con la loro ultima fatica: “Faustian Echoes”. Il gruppo di Portland ci ha ormai abituato ad intervallare i suoi studio album con EP di valore, ed anche in questo caso la consuetudine non è rotta. Come ogni loro uscita si porta dietro i problemi di difficile catalogazione; segno positivo per una band che fa della sperimentazione e della fusione di stili diversi la propria linea guida. Tuttavia se in passato ad ogni uscita si assisteva ad una “virata” verso una direzione differente, oscillando tra doom, black, dark-ambient, neo-folk, post-rock o la miriade di contaminazioni che il genio compositivo degli Agalloch, John Haughm in primis, sanno miscelare splendidamente, assistiamo, forse per la prima volta, ad un continuum stilistico. Già perchè “Faustian Echoes” continua sulla scia tracciata dal precedente “Marrow The Spirit”.

01. Faustian Echoes
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