InMe
The Pride

2012, Graphite Records
Prog Metal

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 03/11/12

Gli InMe, band alternative metal inglese, sono tornati sotto le luci della ribalta a febbraio di quest’anno, con la pubblicazione del loro quinto album, "The Pride", rilasciato sotto la Graphite Records tramite PledgeMusic, piattaforma online lanciata nel 2009 che consiste principalmente in una raccolta di fondi finanziata dai fan per permettere a una band di pubblicare il proprio lavoro.  Il successore di "Herald Moth" (2009) ha richiesto circa due anni e mezzo di lavorazione ed è stato scritto e riscritto dal vocalist e chitarrista Dave McPherson, prima di giungere al prodotto finale.

Il risultato è un prosieguo del metal tecnico e vagamente progressive già intrapreso dalla band in Herald Moth, con l’aggiunta di melodie prese in prestito dall’hard rock, intermezzi elettronici e accenni di grunge anni ’90. Questo mix di influenze risulta piuttosto caotico e poco definito nella prima metà dell’album, con le tracce introduttive che ricordano le sonorità degli svedesi Katatonia e che faticano a convincere a pieno; nonostante il passaggio elettronico di “Moonlit Seabed” e la suggestiva intro di “Silver Womb”, infatti, questi brani presentano troppe somiglianze l’uno con l’altro e generano una leggera noia all’ascolto. Dal sesto brano, “Welcome to Mysteriopa” (uno dei migliori, in cui le influenze prog sono più presenti) il lavoro della band di Brentwood si risolleva, le tracce riprendono smalto e originalità, presentando buone parti di batteria e interessanti riff delle chitarre e un uso più diffuso del basso,  che rende il suono più profondo. L’highlight del disco è rappresentato da “Guardian, la cui breve ma singolare intro anticipa l’ottima prova vocale da parte del frontman e il crescendo di intensità delle chitarre.

Molto ben composto dal punto di vista tecnico, "The Pride" è un album interessante anche se poco immediato, con buoni passaggi melodici e supportato da ottime lyrics - poesia nel vero senso del termine.

Una nota di merito alla band, che ha deciso di devolvere il 5% del ricavato dalla vendita dell’album a favore della Alzheimer’s Society per aiutare a combattere questa malattia, anche a causa di lutti familiari che hanno colpito i componenti del gruppo.



01. Reverie Shores
02. Moonlit Seabed
03. A Great Man
04. Silver Womb
05. Patheon
06. Escape To Mysteriopa
07. Guardian
08. Beautiful Sky Gardens
09. Halcyon Genesis
10. Legacy

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool