Primi anni Novanta, “la fine della storia”, epoca di contaminazioni musicali e di muri che cadono. Fu proprio in quel periodo che alcune promettenti band posero le premesse per la scena metal a venire. Dai defunti anni Ottanta avevano mutuato il gusto per la melodia, ma i punti di contatto col decennio precedente si fermavano lì; ad accomunare queste band erano la provenienza dai confini estremi del metal e una forte propensione alle commistioni con sonorità da sempre considerate tabù come il dark, il folk e l’elettronica. Contrariamente alle aspettative di pubblico e critica, queste band non hanno mai raggiunto il successo commerciale sperato, anche se quasi tutte, in maniera diversa, hanno provato a raggiungere un pubblico “mainstream”, salvo poi ripiegare su rotte più conosciute e consolidare il successo guadagnato. Qualche nome? Therion, Paradise Lost, Amorphis, Moonspell, Anathema e Tiamat, solo per citarne alcune.
Di questo nutrito gruppo la band di Johan Edlund è forse quella più dimenticata e allo stesso tempo affascinante. Sembrano davvero lontani i tempi di “A Deeper Kind Of Slumber”, un disco che portò gli svedesi sul tetto del Dynamo Open Air Festival davanti a settantamila spettatori; il look androgino del mastermind svedese aveva shockato il pubblico al pari della sua proposta musicale, autentico manifesto di devozione alla psichedelia spinta. Con il passare degli anni il gruppo si è spostato verso sonorità vicine al gothic rock dei Sister Of Mercy, raccogliendo risultati e consensi a singhiozzo. "The Scarred People" è un’ulteriore tuffo nelle intriganti sonorità di matrice anni ’80, che stavolta concede ampie dimostrazioni di una classe finalmente ritrovata, un efficace mix di dark vecchia maniera (la title-track, “Thunder & Lightning”) e malinconici assoli gilmouriani, arricchito di inserti inattesi come i tre minuti acustici di “Tiznit”, “The Sun also Rises” e la conclusiva “The Red of The Morning Sun”, gradite incursioni nelle atmosfere di “Wildhoney”.
“The Scarred People” è l’ennesimo gioiello nero di una band relegata troppo frettolosamente allo status di cult, in cui confluiscono echi di Pink Floyd, Cure, The Sisters Of Mercy e del gothic rock in generale. Un ottimo compendio per quelli che credono che il gothic sia quello dei Nightwish. Il vero gothic, quello malsano e che fa paura, è un drappo nero calato sugli occhi, cucito con mano esperta dai redivivi Tiamat.