In This Moment
Blood

2012, Century Media
Metalcore

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 10/11/12

Cosa accadrebbe se una certa Lady Gaga partorisse – per chi sa quale strano sortilegio - un piccolo pargolo dopo essersi unita al sempre meno “oscuro” Marilyn Manson? Non stiamo qui a porci troppe domande, perché prima che il dubbio diventi realtà, ci rendiamo conto che il pargolo è già nato e porta il nome di “Blood”, nuovo inciso della band californiana In This Moment. A distanza di due anni dall’ultimo full-length, i Nostri ci propongono la solita formula metalcore, stavolta avvolta da toni ora soft ora rabbiosi, oltre ad una buona dose di sonorità elettroniche, guidati come sempre dalla prosperosa Maria Brink e dall’ispirato Chris Howorth, unici superstiti di una line-up andata perduta durante questi due anni - fattore che non ha portato ben pochi cambiamenti nel sound della band.


L’album ci apre le sue porte con l’anonima intro “Rise with Me”, che sembra stendere il tappeto rosso all’apertura sincopata della title-track, in grado di esplodere nel giro di pochi secondi in un grido disperato di emozioni contrastanti; caso a parte per la successiva “Adrenalize”, che con il suo trascinante riff si apre ad un chorus che non potrà non farvi pensare al sopracitato Reverendo Manson. L’album prosegue a lottare contro questa rabbia intrecciata alle multiformi vocals di Maria, che accompagnata da un piano sfoga nuovamente la propria rabbia (“Burn”) per poi cullarsi tra le note di un mid tempo dalle tinte malinconiche su cui sfoggiare un buon range vocale (“Scarlet”). La sensazione che si ha durante l’ascolto, tuttavia, è quella di una continua ricerca del perché; ci si chiede dove porterà tutta questa rabbia, incanalata male nella prima parte di una tracklist che con il susseguirsi delle canzoni inizia ad annoiare. Ma si sa, la speranza è sempre l’ultima a morire e solo poco prima di giungere al termine l'album sembra regalarci la calma tanto desiderata, mostrando un approccio molto intimo, senza troppi artefici, dove svettanti tastiere permettono alla voce di Maria di esplodere in un chorus apocalittico (“The Blood Legion”).

Se l’obiettivo degli In This Moment era quello di apparire nelle classifiche più prestigiose alla pari dei più recenti Lacuna Coil, quest'album fornisce alla band tutte le carte in regola: melodie catchy, strutture non troppo articolate e - perché no - l’apporto estetico della loro vocalist, che già in passato aveva fatto la differenza. Certo, così facendo accontenteranno una buona fetta di pubblico, ma ricordiamoci che non tutti coloro che si siedono ad ascoltare un buon album con voce femminile sbavano sulle foto promozionali della vocalist, per quanto questa possa essere formosa o bella... La musica è un'altra cosa e i Nostri farebbero bene a non dimenticarselo così di frequente.





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